venerdì 16 maggio 2025
Scontro acceso fra Carroccio e sinistra, anche se non si conoscono ancora luogo e orario del “Remigration summit”, la riunione di teorici dei «rimpatri forzati», inizialmente prevista a Gallarate.
Una manifestazione contro i progetti di "remigrazione" a Berlino.

Una manifestazione contro i progetti di "remigrazione" a Berlino. - ANSA

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È diventato un caso politico, con aspre schermaglie fra la Lega e le opposizioni, il convegno dell’ultradestra europea denominato “Remigration summit”, anche se non è ancora chiaro quando e dove debba avere luogo. Sabato, secondo fonti di pubblica sicurezza interpellate da Avvenire, gli organizzatori del summit potrebbero comunicare alla prefettura di Varese il posto da loro individuato per la riunione. Inizialmente era stato scelto un hotel di Somma Lombardo, ma la direzione della struttura non aveva confermatola prenotazione. E non è detto che si tratti nemmeno della seconda “location” ipotizzata, il teatro comunale Condominio di Gallarate, perché - secondo alcune fonti - ci sarebbero perplessità nel concedere la struttura a chi organizza il raduno. Sia come sia, da giovedì alcune transenne circondano il teatro, vietando la sosta delle auto sino alle 19 di sabato. Per di più, anche l’orario ipotizzato nei giorni scorsi (oggi fra le 14 e le 19) non sarebbe ancora stato confermato. Insomma, almeno fino alle scorse ore, intorno all’evento circolavano più dubbi che certezze. Tanto che nella prefettura varesina si sarebbe deciso di rinviare ad oggi, dopo le eventuali comunicazioni degli organizzatori, la riunione per predisporre i servizi di ordine pubblico collegati alla situazione. «Da quello che so - dice il sindaco di Gallarate Andrea Cassani (Lega) - la decisione la prenderanno gli organizzatori con le autorità e poi comunicheranno alle persone la sede». Dal canto suo, l’altro ieri il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello ha premesso che «in quanto evento privato, il summit non può essere vietato». A sentire gli organizzatori, che però potrebbero anche decidere di spostarlo altrove, l'evento sarebbe sold out da giorni: i partecipanti, provenienti da tutta Europa, avrebbero pagato un biglietto salato, dai 49 euro della versione base ai 250 euro di quella premium.

L’espulsione del politico danese Paludan

Giovedì, il caso aveva iniziato a montare sui media per via dell’espulsione dall’Italia, per motivi di ordine pubblico, di Rasmus Paludan, politico danese 43enne di estrema destra, già condannato per aver bruciato il Corano in pubblico in varie occasioni e per le sue posizioni radicali. Paludan, fondatore del piccolo partito Stram Kurs (ossia “Linea Dura”) era atterrato a Malpensa con l’intento di partecipare al summit, ma era stato trattenuto da Polaria e Digos, finché non era sopraggiunto il provvedimento di espulsione della questura di Varese. Presumibilmente, Paludan avrebbe partecipato come spettatore, dato che il suo nome non era fra quelli dei relatori, a differenza di Martin Sellner, teorico della “remigrazione” (eufemismo che indica il ritorno forzato di persone immigrate nel loro Paese d’origine) e leader del movimento austriaco degli identitari, arrivato giovedì a Milano. Altri esponenti di spicco sono il 23enne italiano Andrea Ballarati (ex militante di Gioventù Nazionale, la sezione giovanile di Fratelli d'Italia, poi lasciata per fondare a Como il movimento “Azione, Cultura, Tradizione”) l’olandese di estrema destra Eva Vlaardingerbroek e il francese Jean Yves Le Gallou.

La difesa della Lega, le bordate di Pd e Avs

L’espulsione di Paludan ha acceso il faro dei media sul raduno, innescando di riflesso il dibattito politico. Dal Pd, sono partiti lancia in resta il consigliere regionale lombardo Samuele Astuti e il senatore Alessandro Alfieri, chiedendo di «vietare» l’incontro perché «è un dovere impedire un raduno di razzisti che inneggia a odio e intolleranza». Al dibattito, si è aggiunto il vicepremier e segretario leghista Matteo Salvini: «Sono d’accordo che ci sia qualsiasi iniziativa democratica e libera - ha detto durante un incontro a Rozzano -. Non capisco perché si dovrebbe vietare a priori il libero pensiero di qualcuno, non siamo mica in Unione Sovietica. E se qualcuno teme che l’immigrazione di massa sia un problema enorme e devastante, e io sono fra questi, deve poterlo esprimere». Gli ha fatto eco il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «Non so ancora dove si terrà l’incontro. Ma esiste la libertà di esprimere il proprio parere e di manifestare, per cui mi sembra che non ci siano problemi». Affermazioni che hanno fatto indignare le forze politiche di centrosinistra: «Le dichiarazioni di Fontana e Salvini su un raduno che inneggia all'odio e all'intolleranza sono penose, ma non sorprendono», incalza Pierfrancesco Majorino, capogruppo dem in Consiglio regionale e componente della segreteria nazionale del Pd. Rincara la dose Nicola Fratoianni, di Avs: «È incredibile che mentre in altri Paesi europei iniziative simili non si potrebbero svolgere, questo affronto alla democrazia possa avvenire in Italia. Il ministro Piantedosi e il governo Meloni impediscano questa vergogna».

​Oggi a Milano due manifestazioni anti raduno

Oggi pomeriggio, nella città della Madunina sono previste due manifestazioni di protesta contro il raduno dell’ultradestra. A piazza San Babila si troveranno associazioni, sindacati e partiti (incluso M5s) con leader nazionali come il segretario della Cgil Maurizio Landini e lo stesso Fratoianni. Mentre una «mobilitazione antifascista» è prevista in largo Cairoli, dove potrebbero ritrovarsi studenti e movimenti antagonisti. Fra Milano e Varese, dunque, la tensione resta alta.

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