mercoledì 17 novembre 2021
Un libro di Enrico Gurioli dedicato alla "nave più bella del mondo" in occasione del 90esimo compleanno
La nave Amerigo Vespucci

La nave Amerigo Vespucci - Marina Militare

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Il tempo e la storia sono i segreti che fanno dell’Amerigo Vespucci la nave più bella del mondo. Un “punto di riferimento per la cultura del mare”, come ha detto il telecronista sportivo e velista Giulio Guazzini, che si coniugano con l’esperienza a bordo di centinaia di allievi ufficiali della Marina Militare.

“Il futuro dell’Italia è il mare. Lo è stato nel passato e lo è nel presente. Al mare dobbiamo tutto: la nostra ricchezza e il nostro sviluppo, la nostra esistenza”, ha detto l’ammiraglio di squadra Giuseppe Berutti Bergotto.

Un “marittimità di cui l’Amerigo Vespucci è un simbolo tra i più efficaci” ha sottolineato Berutti Bergotto ribadendo che proprio quest’anno il veliero, varato il 22 febbraio 1931, ha compiuto novant’anni.

“Per noi e per tutti gli ufficiali dell’Accademia navale di Livorno il Vespucci rappresenta il battesimo del mare – ha aggiunto -. Su di essa alla fine del primo anno noi impariamo l’arte della navigazione a vela, ma soprattutto della navigazione astronomica. E’ sul Vespucci che la classe diventa corso ed è un passaggio fondamentale per tutti noi marinai”. Un vascello che “è una palestra di vita, una palestra di valori, dove si impara a conoscere il vento, il mare, dove si diventa un team e dove le singolarità si moltiplicano nel gruppo – ha spiegato il contrammiraglio Angelo Virdis, capo Ufficio pubblica informazione e comunicazione della Marina Militare -. A bordo si imparano tante cose, compreso l’importanza del rispetto dell’ambiente, ma anche della marittimità. Un elemento importantissimo che emerge proprio dal primo capitolo del libro teso a sottolineare l’importanza fondamentale nella storia, nel passato e nel presente, ma anche nel futuro dell’Italia”.

Un libro, Nave Vespucci. Il mistero del tempo edito dalla Marina Militare e da Giunti editore pubblicato in occasione delle celebrazioni per il 90° anniversario (1931-2021) e scritto da Enrico Gurioli.

“Gli allievi che salgono a bordo del Vespucci sono messi di fronte a tante difficoltà e tante attività da gestire” ha spiegato il capitano di vascello Massimiliano Siragusa, comandante di Nave Amerigo Vespucci, che può essere considerata una vera e propria “ambasciata galleggiante” che ogni qualvolta solca i mari del mondo, arriva in un porto straniero “da sicuramente l’idea di quella che è la tradizione, l’accuratezza nei dettagli, le capacità costruttive e manutentive della nostra Nazione” ha aggiunto Siragusa. Una unità che ha fatto la storia della diplomazia navale esprimendo la tradizione della marineria italiana.

"Siete la nave più bella del mondo" segnalò la portaerei USA Indipendence nel 1962, incrociando la nave scuola che procedeva con tutte le vele issate. Era la legittimazione di una convinta affermazione che circolava già da tempo del dopoguerra nelle redazioni dei periodici e dei cinegiornali dell’epoca. Il Vespucci è un universo unico e di estremo fascino dove convivono passato e presente: le immense vele di tela olona, gli ordini impartiti con il fischietto ai nocchieri arrampicati a decine di metri d'altezza sull'alberatura, la pratica antica del sestante e la moderna navigazione elettronica o il sofisticato motore elettrico ausiliario rendono la vita di questa nave unica e irripetibile. Erede della grande marineria a vela, il Vespucci, in novanta anni ha solcato i mari e gli orizzonti della storia, dalla Regia Marina che visse la tragedia della Seconda guerra mondiale, fino al tempo della proclamazione della Marina Militare della Repubblica Italiana. Nelle pagine del libro si racconta di una nave a vela e dei suoi uomini.

La nave scuola Amerigo Vespucci in questo volume è intesa come il luogo “sacro” dove uomini della Marina Militare italiana, in novanta anni di navigazione, hanno creato una leggenda. La leggenda della “nave più bella del mondo”. L’ordito del racconto è intessuto dalla passione dei suoi comandanti e degli equipaggi nella loro permanenza a bordo, durante le crociere e nella quotidianità; sviluppato poi attraverso le imprese più significative e visto, soprattutto, attraverso la realtà documentale dei fotografi di marina. La storia della nave coincide, nell’immaginario, con le scelte volute dal suo progettista e la sua esistenza in mare è affidata alla disciplina militare di bordo e alla dimensione naturale del tempo. La bellezza di questo vascello è formata dall’armonia dei dettagli descritti con un taglio redazionale improntato al rigore della trascrizione giornalistica e alla particolare cura con cui attraverso le parole degli “uomini che navigano” si dà testimonianza di una storia di mare. È arte. Arte del navigare.

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