domenica 16 febbraio 2020
La sanità privata italiana punta a espandersi all’estero
Il Gruppo San Donato negli Emirati: offerta dei Rotelli per il colosso Nmc
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Il Gruppo San Donato (Gsd), primo operatore privato italiano della sanità, ha presentato, attraverso la controllata Gksd, una manifestazione d’interesse per rilevare Nmc Health, la più grande realtà sanitaria degli Emirati Arabi Uniti e tra le più rilevanti del Medio Oriente, attualmente quotata a Londra. Tra Gsd e Nmc, nel 2018, era già nata una collaborazione ma ora la famiglia Rotelli, cui fa capo il colosso della sanità italiana – 19 ospedali di proprietà (in Lombardia ed Emilia Romagna), di cui 3 istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Policlinico San Donato, Ospedale San Raffaele, Istituto ortopedico Galeazzi), 17.000 dipendenti e 1,7 miliardi di fatturato –, mira con decisione alla penisola arabica, dove da tempo ha uffici operativi, e al continente africano. Non è un caso se in questi anni sono stati stretti rapporti di collaborazione, tra gli altri, con gli stessi Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto, Botswana, Libia, Tunisia. Rapporti di cui è spesso regista il manager svizzero- tunisino Kamel Ghribi, vice presidente di Gsd e presidente di Gsd Middle East, e che trovano nell’avvocato Angelino Alfano, presidente dell’ospedale capofila Gsd (il Policlinico San Donato), una sorta di ambasciatore all’estero del Gruppo; del resto, l’ex ministro di Esteri, Interno e Giustizia, oltre a poter contare sui legami maturati in politica, è advisor per gli affari esteri dello studio legale Bonelli- Erede di Milano.

Con questo management, del quale fanno parte anche uomini di spicco del mondo della finanza, la famiglia Rotelli ha lavorato allo sbarco all’estero. E l’accordo con la società emiratina, se andasse in porto, costituirebbe una svolta per il gruppo milanese. Nmc, che nei mesi scorsi sembrava essere entrato nel mirino della società statunitense di private equity Kkr, ha chiuso il bilancio 2018 con ricavi per 2,1 miliardi di dollari, e può disporre, tra ospedali e cliniche proprie, ambulatori in gestione e uffici, di 189 strutture in 19 nazioni: dagli Usa al Kenya, dall’Oman al Brasile, alla Giordania; come anche consolidate, per citare altri Paesi, sono le presenze nello Yemen o in Kuwait, senza contare della rete che Nmc sta creando in Europa.

I numeri della possibile alleanza svelano l’entità del-l’affare sulla rotta Milano-Abu Dhabi: nascerebbe una realtà con 12,2 milioni di pazienti all’anno (la prima d’Europa), con un fatturato da 3,6 miliardi di euro (il secondo d’Europa), 35.000 dipendenti e una presenza in cinque continenti. Il «ponte» con i Paesi mediorientali e africani è per Paolo Rotelli, 30 anni, primogenito di Giuseppe, scomparso nel 2013, una «opportunità culturale oltre che una questione di business». Gsd finanzia regolarmente missioni umanitarie, ospita bambini con gravi cardiopatie inoperabili nei Paesi di provenienza e promuove la formazione di medici in aree in via di sviluppo.

«Dopo la scomparsa di mio padre – disse Paolo Rotelli, qualche mese fa, presentando la nuova governance – mi sono sentito in dovere di prendere le redini del Gruppo per dare un segnale forte di continuità e unità, ma per continuare a crescere adesso diventa essenziale affiancare competenze diverse dalle nostre. Anche per aprirci al mercato internazionale». Ora quell’apertura è diventata molto più vicina.

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