Per Carlo, fratello carabiniere, e tutti quelli che dicono “alt” al male
giovedì 12 giugno 2025

Li abbiamo festeggiati solo pochi giorni fa, i “nostri” carabinieri. Non avremmo mai pensato che, a distanza di una settimana, ci saremmo ritrovati a piangere la morte di Carlo Legrottaglie, il brigadiere capo ucciso in un conflitto a fuoco, nel suo ultimo giorno di lavoro. Una beffa? Il destino? Non lo so. Una vita intera dedicata all’Arma che amava e che amiamo. Quella divisa indossata con un orgoglio che solo chi li conosce da vicino può confermare. Gli anni passano. La pensione, traguardo che tutti ci riguarda, attesa e temuta, si avvicina. È ancora giovane, Carlo, potrà impegnarsi in tante altre iniziative, può fare ancora tanto bene. Chi guarda al prossimo con simpatia ha solo l’imbarazzo della scelta. Un momento di arrivo, la pensione, ma anche di partenza verso nuovi orizzonti. Il tempo, sempre tiranno, da domani sarebbe diventato con lui più amico. Si prepara la festa. Prima del taglio della torta, qualcuno provvederà a leggere gli auguri e gli elogi dei suoi superiori, encomi cui un carabiniere tiene tanto. Gli addii sono sempre tristi. Nonostante gli sforzi, qualche lacrimuccia ribelle si rifiuterà di essere cacciata indietro e ti metterà in imbarazzo. Carlo non sa, non può sapere, che giovedì 12 giugno, il suo ultimo giorno di lavoro, sarà anche l’ultimo giorno della sua vita. Uscendo da casa non può sapere che non ne varcherà più la soglia.

Sì, perché Carlo è morto, è stato ucciso da un rapinatore, un uomo che ha scelto di stare dalla parte opposta, dalla parte dell’illegalità, della criminalità. Un testardo fratello in umanità che non capisce, non vuol capire, che il pane, per non avvelenare chi lo mangia, deve essere impastato con il sudore della propria fronte e il lievito dell’onestà. I rapinatori - erano in due, non più giovanissimi - hanno visto nel brigadiere, un nemico da eliminare; lui, l’uomo in divisa, invece, vedeva in loro persone da punire e recuperare. Chi ha voluto bene a Carlo, piange. Con loro, piangono – ne ho visti alcuni giovedì mattina a Napoli e Caivano – tutti i carabinieri d’Italia. Con voi piange, carissimi sorelle e fratelli che per noi rischiate la vita, l’Italia degli onesti. Piange quella stragrande maggioranza di persone che si svegliano la mattina per compiere, con fatica e soddisfazione, il proprio dovere a servizio della collettività. In ogni campo.

Piangono quegli italiani che della divisa che indossate, al di là dei gradi che vi contraddistinguono, hanno sempre avuto una sacra riverenza e un sacro e benefico timore. Perché voi non siete solamente vostri, voi siete nostri, appartenete a tutti. Occorre tenere in seria considerazione se non vogliamo cadere all’indietro – il rispetto che vi è dovuto in quanto persone, e il dovere di obbedirvi quando, nel nome della nostra Costituzione, ci intimate l’alt. Non è pensabile che chi sfonda un posto di blocco non venga raggiunto e punito severamente. Non è pensabile che chi scappa da un posto di blocco, perché ha qualcosa da nascondere, trovi poi chi lo giustifichi o ne minimizza la gravità. Chi rischia la propria vita per mettere al sicuro la nostra, merita il nostro plauso, la nostra solidarietà, la nostra simpatia, il nostro affetto. Queste elementari verità occorre insegnarle ai bambini fin dalla più tenera età. Il colpo mortale che ha stroncato il brigadiere, ha ferito tutti, compresi gli stessi malavitosi e le loro famiglie.

A Francavilla, i carabinieri hanno dato la caccia ai due rapinatori perché gli volevano bene. Perché sapevano con certezza che il loro criminale modo di operare, che tanta sofferenza genera negli altri, si sarebbe concluso solo o con il carcere o con la morte. E così è stato. In un secondo conflitto a fuoco con la polizia, dopo il decesso del caro brigadiere, uno dei rapinatori è stato ucciso, l’altro condotto dietro le sbarre. Oggi vogliamo stringere in un solo abbraccio Carlo Legrottaglie e tutti i carabinieri d’Italia. E, con loro, le loro famiglie, disposte a fare tanti sacrifici e tante rinunce per seguirli nei vari spostamenti che l’Arma, per il bene di tutti, richiede. Addio, fratello carabiniere. Addio, uomo buono e fedele. La Virgo Fidelis ti accolga in paradiso.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: