martedì 12 dicembre 2017
L'aula di Palazzo Madama al voto sugli emendamenti, previsti molti "canguri". Giovedì il voto finale sul ddl
Obiezioni e primi sì sul biotestamento
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La prima giornata di esame degli emendamenti va via stancamente al Senato. Solo due ore di lavoro, per poi cedere il passo al premier Gentiloni per il Consiglio europeo e rinviare il tutto a oggi, essendo la serata saltata a sua volta per la riunione in programma di Alternativa popolare, come richiesto dalla capogruppo Laura Bianconi.

Respinti in blocco gli emendamenti (173) dichiarati improponibili, che intendevano introdurre il divieto esplicito di eutanasia o istigazione al suicidio. Ma la giornata cruciale sarà oggi, essendo già fissate per domani alle 11 le dichiarazioni di voto finali. Ci saranno da smaltire 3mila e passa emendamenti – al netto dei circa 200 esaminati ieri, e di molti altri 'preclusi' – e la novità, peraltro annunciata, è che su 34 di essi è stato chiesto il voto segreto. Primo firmatario Gaetano Quagliariello, di Idea, ma la richiesta è stata sottoscritta anche da colleghi di Forza Italia, del gruppo di Gal, di Energie per l’Italia e della stessa Ap. «Bisogna provarci» dice Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Forza Italia).

A pronunciarsi sull’ammissibilità sarà il presidente Pietro Grasso, ma la richiesta è ben supportata facendo riferimento a vari articoli della Costituzione cui rimanda il regolamento del Senato per questi casi, primo fra tutti il 32, che riguarda il diritto alla salute. Gli emendamenti che dovrebbero andare a scrutinio segreto toccano tutti i temi contestati, dal ruolo del medico all’obiezione di coscienza, dal registro delle Dat, le Disposizioni anticipate di trattamento (per il quale lo stesso Pd alla Camera ha chiesto la previsione di una posta da inserire nella legge di Bilancio, nonostante non sia previsto nell’articolato) al tema dell’idratazione e alimentazione artificiali inserite nel testo fra le terapie che possono essere rifiutate. Ancora nessuno spiraglio di trattativa, finora. Ma nella maggioranza, a parte Ap e Demos, anche in una vasta area del Pd permane disagio su temi tanto sensibili.

Un appello alla libertà di coscienza, all’interno della maggioranza, è stato lanciato da Lucio Romano (Demos). Si appella alle parole del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, Antonio De Poli, dell’Udc, per ribadire che «idratazione e nutrizione, per quanto assistite, non sono accanimento terapeutico ma cure proporzionate, opere di misericordia corporale», augurandosi poi che «ai cattodem del Pd la notte porti consiglio». Caustico Maurizio Sacconi, del movimento Energie per l’Italia di Stefano Parisi: «Alcuni cattolici dallo spirito debole potrebbero trovare nell’anonimato la forza per opporsi all’introduzione di prime pratiche eutanasiche». Si chiede Carlo Giovanardi, di Idea: «Con questa legge quanti casi Eluana avremo? ». Parla di «eutanasia camuffata», anche Domanico Scilipoti, di Forza Italia. Mentre nella maggioranza anche il senatore Aldo di Biagio dei Centristi per l’Europa (il gruppo di Casini) auspica modifiche «imprescindibili» ispirate alla «maggiore tutela del paziente e della professione medica».

Ci sarà da vedere oggi se il Pd deciderà di forzare la mano una volta che risultasse impossibile esaminare tutti gli emendamenti. Domani il voto, mentre l’associazione radicale Luca Coscioni chiama alla mobilitazione per scongiurare un estremo ripensamento. In caso di modifiche infatti (anche una sola) il testo dovrebbe tornare alla Camera.



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