lunedì 6 marzo 2023
Era un'attivista dei diritti umani per l'Onu e realizzava servizi fotografici sulla condizione delle donne in Afghanistan: a raccontare la storia di Torpekai Amarkhel la sorella arrivata dall'Olanda
La giornalista afghana in fuga dal regime Taleban tra le vittime del naufragio di Cutro

La giornalista afghana in fuga dal regime Taleban tra le vittime del naufragio di Cutro - Ansa

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Era un'attivista dei diritti umani per l'Onu e realizzava servizi fotografici sulla condizione delle donne in Afghanistan: Torpekai Amarkhel, giornalista afghana di 42 anni è stata identificata tra le vittime del naufragio del barcone a Steccato di Cutro.

Collaborava anche con la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA). Nel suo Paese era diventato sempre più difficile potere proseguire la sua professione giornalistica, così nell'estate del 2021 ha deciso di lasciare l'Afghanistan, a piedi, per raggiungere l'Italia.
Lei e i suoi familiari si trovavano sulla barca che è naufragata il 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro. Una delle sorelle della giornalista, Mida, giunta a Crotone da Rotterdam, ha dato mandato al pool di legali creato a Crotone per assistere gratuitamente le famiglie delle vittime, di rappresentarla nel procedimento giudiziario che scaturirà dall'indagine in corso alla Procura della Repubblica di Crotone.

"Il suo sogno era quello di fare la giornalista in Italia - ha raccontato tra le lacrime la sorella Mina, 50 anni, arrivata in auto dall'Olanda dove vive - Era laureata in giornalismo all'Università di Kabul e aveva una grande passione per il giornalismo: collaborava anche con l'agenzia Unama News. Amava fare interviste, raccontare le donne. Ma con i talebani che bussavano ogni sera alla porta, era diventato impossibile. Così ha deciso di partire".
L'ultimo messaggio di Torpekai alla sorella è di mercoledì, 22 febbraio, alle 20.43: nel testo non aveva precisato che quella sera si sarebbe imbarcata dopo poche ore su quella carretta del mare maledetta che all'alba di domenica si sarebbe schiantata contro una secca a poche metri dalla costa di Steccato di Cutro (Crotone). Mina ha saputo del naufragio solo dalla tv all'indomani mattina.

"Ho chiamato mio fratello che si è messo in contatto con lo scafista che stava in Turchia - ha aggiunto la sorella Mina - Quello a cui sono stati dati i soldi, di Torpekai e dei bambini. Per lei un pagamento di 10mila dollari e per i bambini 8mila a testa". Un viaggio lungo e insidioso per Torpekai e i suoi cari. Mina mostra la sua foto e piange, in silenzio. "Dopo avere lasciato l'Afghanistan ha raggiunto a piedi l'Iran, da qui è poi andata a Istanbul dove ha preso casa in affitto in attesa di potere partire per l'Italia a bordo di un barcone". Mercoledì 22 febbraio l'appuntamento vicino Smirne con i trafficanti che l'avrebbero accompagnata fino al barcone. In nottata la partenza.
Poco dopo le 4 del mattina lo schianto sulla secca di Steccato di Cutro ha spento i sogni di Torpekai Amarkehl e di tutte le altre persone innocenti che si trovavano sul quel barcone.

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