mercoledì 31 gennaio 2024
Al neo presidente dell'Istituto di previdenza tocca affrontare subito la prima grana: il mancato pagamento a gennaio del bonus mamme. Nei prossimi giorni la circolare per sbloccare la situazione
Il nuovo presidente dell'Inps Grabiele Fava

Il nuovo presidente dell'Inps Grabiele Fava - Imagoeconomica

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Via libera del Consiglio dei ministri a Gabriele Fava alla presidenza dell’Inps-Istituto nazionale della previdenza sociale e a Fabrizio D’Ascenzo al vertice dell’Inail-Istituto nazionale contro gli infortuni sul lavoro. Il neopresidente Fava ha dovuto affrontare subito la prima grana: il mancato pagamento a gennaio del bonus mamme. Un provvedimento che interessa poco meno di 700mila lavoratrici. Le mamme con almeno due figli, assicura l’Istituto, avranno presto quanto previsto dalla legge di Bilancio attraverso la decontribuzione: nei prossimi giorni è attesa la circolare Inps sulla misura che chiarirà anche il diritto ad avere gli arretrati a partire dal primo gennaio 2024. Non sarà necessaria una domanda all'Inps, ma solo una comunicazione al datore di lavoro per attestare l'intenzione di avvalersi della misura. Sarà poi il datore a dare la comunicazione all'Inps.

La misura prevede l'esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore dipendente a tempo indeterminato (9,19% della retribuzione) a esclusione del lavoro domestico, nel limite massimo di 3mila euro l'anno per tre anni per le madri con almeno tre figli fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. Solo per il 2024 l'esonero è previsto anche per le lavoratrici con due figli fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo.

Gli effetti della misura si intersecano con quelli della proroga al 2024 dell'esonero parziale (pari a 6 -7 punti percentuali) dal versamento dei contributi previdenziali a carico del lavoratore con retribuzione fino a 35mila euro. Il vantaggio connesso con la misura risulterà pertanto più ridotto di quello che si verificherà dal 2025, quando la decontribuzione parziale non sarà più in vigore. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato nei mesi scorsi che per il bonus alle mamme con almeno due figli nel 2024 «il beneficio al netto delle imposte cresce progressivamente fino ad attestarsi su circa 1.700 euro, raggiunti in prossimità della retribuzione lorda di 27.500 euro, valore che resta pressoché costante per le retribuzioni superiori». Se si divide per 12 mesi il beneficio massimo per le lavoratrici si attesta su 141 euro al mese.

Mentre diverse parlamentari del Pd vanno all'attacco del governo. «Il solito pasticcio del governo Meloni», dice la vicepresidente del gruppo dem al Senato Beatrice Lorenzin. «Sul bonus mamme la destra prima ha limitato la platea delle beneficiarie e adesso, a causa della sua incapacità, sta facendo slittare la misura», le fa eco su X la deputata Pd Silvia Roggiani. «Quelli della difesa della famiglia falliscono con il bonus mamme», conclude la collega Ilenia Malavasi.

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