venerdì 16 aprile 2010
Numerosi i cittadini che hanno risposto all'appello per manifestare in favore della liberazione dei tre sanitari dell'organizzazione non governativa arrestati nei giorni scorsi in Afghanistan.
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Sono alcune migliaia i cittadini che hanno risposto all'appello di Emergency per manifestare in favore della liberazione dei tre sanitari dell'organizzazione non governativa arrestati nei giorni scorsi in Afghanistan. Le uniche bandiere presenti sono quelle bianche con il simbolo rosso di Emergency, oltre ad alcuni vessilli con l'arcobaleno della pace. Numerosi i cartelli e gli striscioni con slogan come: "Emergency unico orgoglio nazionale", "Io sto con Emergency", "Obama Premio Nobel per la guerra". Molte le adesioni degli esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno sottoscritto l'appello lanciato dal leader di Emergency, Gino Strada, per la liberazione dei tre italiani.L'incontro dell'ambasciatore. "Era ora": così Gino Strada ha commentato la notizia che i tre operatori di Emergency arrestati sono stati visitati dall'ambasciatore italiano a Kabul Claudio Glaentzer e dall'inviato della Farnesina Massimo Iannucci. "Adesso spero che vengano liberati al più presto e che crolli questa stupida montatura", ha aggiunto Strada, specificando di non aver avuto notizie dirette sul loro strato di salute né dettagli sull'incontro. Strada ha ricordato che i tre operatori non sono liberi, per Emergency sono "desaparecidos, illegalmente detenuti". "Non vorrei - ha detto - che adesso, siccome qualcuno li ha visti, cominci l'euforia del 'sono liberi' come qualche giornale dice stamattina. Io spero che lo siano presto. Mi conforta sapere che qualcuno lo ha visti, che sono vivi a che apparentemente nessuno li ha toccati, già questo è un bel passo. Ma questo non fa dimenticare tutto il resto: che non sono accusati di niente, che sono privati della libertà da giorni, che non hanno neanche potuto vedere un avvocato".I tre italiani sono detenuti in tre stanze di una nuova struttura della Direzione nazionale della sicurezza (Nsd) a Kabul, e non hanno contatti fra loro, ha dichiarato l'inviato della Farnesina Massimo Iannucci. "L'incontro - ha spiegato - è stato individuale, uno dopo l'altro, alla presenza dell'ambasciatore Claudio Glaentzer, di un interprete e del direttore della struttura detentiva" n.16, generale Mohsen Taher. "Abbiamo parlato esclusivamente delle loro condizioni fisiche - ha sottolineato - e loro mi hanno confermato che non avevano lamentele particolari riguardanti gli interrogatori, il vitto e l'alloggio". Uno dei tre italiani, si è appreso, ha ricevuto medicine inviate da Emergency per il trattamento di problemi asmaticiLe armi trovate all'interno dell'ospedale di Emergency a Lashkar Gah possono essere state portate o da una delle guardie che controllavano 24 ore su 24 l'ospedale o dalle forze di sicurezza afghane. Ne è convinto il fondatore di Emergency Gino Strada. "L'accesso all'ospedale era controllato 24 ore su 24 da guardie non armate, personale locale di Emergency, spesso persone disabili, mutilate. La possibilità di entrare con le scatole di armi è quindi legata - ha spiegato - al fatto che qualcuna delle guardie sia stata corrotta o minacciata. Oppure, l'altra ipotesi è che siano state introdotte direttamente dalle forze di sicurezza afghane. Spero non dai militari inglesi che le hanno accompagnate nel sopralluogo in ospedale".Gino Strada non esclude un ruolo dei britannici (che comandano le forze internazionali della regione) nell'arresto dei tre operatori italiani dell'ong in Afghanistan. Il fondatore di Emergency, in una conferenza stampa, ha sottolineato che "i sondati inglesi sono entrati nel nostro ospedale di Lashkar Gah insieme a quelli afghani" e ha detto: "come si permette il governo inglese di mandare militari armati in un ospedale gestito da una ong italiana? Che sarebbe successo se militari italiani avessero fatto irruzione in un ospedale gestito da una ong inglese?". Ha poi aggiunto che "il governo afghano ha bisogno della presenza di 150.000 militari di altri Paesi: è ragionevole perciò pensare che chi decide non sono alla fine gli afghani, che contano poco in questo momento laggiù". "Le forze afghane - ha detto poi Cecilia Strada, presidente di Emergency - non avrebbero potuto svolgere un'operazione del genere senza avvertire il comando inglese".Sono in buone condizioni i tre operatori di Emergency. Lo si apprende da fonti della Farnesina, dopo l'incontro con  l'inviato della Farnesina Massimo Iannucci e l'ambasciatore a Kabul Claudio Glaentzer. Durante l'incontro i tre "hanno tenuto a ringraziare il Direttore della struttura per il trattamento finora loro garantito ed il governo italiano per l'attenzione con cui sta seguendo  la vicenda".

Matteo dell'Aira, Marco Pagano e Matteo Garatti, fermati sabato scorso dalla polizia afghana, si trovano ora, secondo quanto riferisce una nota della Farnesina, in una struttura detentiva nei pressi di Kabul. ''Durante l'incontro protrattosi per circa un'ora - si legge nella nota - la delegazione italiana ha potuto appurare le buone condizioni di salute di cui godono i tre connazionali. Il Ministro Frattini ha provveduto ad informare le famiglie dei tre italiani dell'incontro rassicurandole del loro stato di salute e detenzione''. ''Durante l'incontro - conclude la nota - i tre connazionali hanno tenuto a ringraziare il Direttore della struttura per il trattamento finora loro garantito ed il governo italiano per l'attenzione con cui sta seguendo la vicenda''.

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