Ecomafia 2025: reati ambientali in aumento, oltre 40mila illeciti

Il rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente rivela un preoccupante aumento dei reati ambientali in Italia: +14,4% in un anno, con un giro d'affari illecito di 9,3 miliardi di euro
July 9, 2025
Ecomafia 2025: reati ambientali in aumento, oltre 40mila illeciti

Continuano a crescere i reati ambientali scoperti dalle forze dell’ordine, più 14,4% nel 2024 rispetto al 2023, in tutto l’anno ben 40.590 illeciti penali, alla media di 111,2 al giorno, 4,6 ogni ora. Segno delle capacità investigative dei vari corpi di polizia ma anche dei crescenti affari della criminalità: 9,3 miliardi di euro (+0,5 miliardi rispetto al 2023), per un fatturato illecito, dal 1995 al 2024, pari a 269,1 miliardi di euro. Col coinvolgimento di 389 clan, 11 in più rispetto al 2023. A denunciarlo ancora una volta è Legambiente nell’annuale rapporto “Ecomafia” giunto alla 30ma edizione, dedicata al Capitano di Fregata Natale De Grazia, morto improvvisamente nella notte tra il 12 e 13 dicembre 1995, per cause giudicate anche istituzionalmente assai sospette, durante una delicata missione investigativa sui traffici internazionali di rifiuti.

Appalti, corruzione e infiltrazioni mafiose

Ad aumentare in modo preoccupante le inchieste sui fenomeni corruttivi negli appalti di carattere ambientale: 88 quelle censite da Legambiente dal 1 maggio 2024 al 30 aprile 2025, (+17,3% rispetto al 2023), 862 le persone denunciate, (+72,4%). Poco meno della metà delle indagini, il 46,6%, ha riguardato le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. Ma dopo la Campania, con 17 inchieste, troviamo la Lombardia con 16. Numeri confermati da quelli dei comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, attualmente 19 (erano 18 nel 2024), tra i quali Caserta e la Asp di Vibo Valentia, al secondo scioglimento in cinque anni. Dietro i commissariamenti i ricchi interessi dei clan, in particolare appalti e edilizia.

Ciclo del cemento, rifiuti e reati ambientali

La filiera in cui continua a concentrarsi il maggior numero di reati ambientali è quella del ciclo del cemento, dall’abusivismo edilizio alla cave illegali e agli appalti per opere pubbliche: 13.621 quelli accertati nel 2024, con una crescita del +4,7% rispetto al 2023, pari al 33,6% del totale. Prosegue l’incremento dei reati nel ciclo dei rifiuti, 11.166, con una crescita del 19,9%.
Aumentano anche i reati contro gli animali, dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti, con 7.222 illeciti penali (+9,7%) e 13.996 illeciti amministrativi (+13,9%). Cresce nel 2024 anche l’illegalità nelle diverse filiere dell’agroalimentare. Quelli accertati dalle forze dell’ordine sono stati, infatti, 46.358 (+2,9% rispetto al 2023). Aumenta anche il numero degli arresti (89, con un +11,3%), insieme al valore economico di sequestri e sanzioni, pari a oltre 591 milioni di euro (+27,7%).

Distribuzione geografica dei reati ambientali

Tornando al totale dei reati ambientali accertati nel 2024, la Campania svetta al primo posto con 6.104 illeciti penali, pari al 15% del totale nazionale, seguita da Puglia, Sicilia, Calabria e Lazio. Al primo posto come regione del Nord la Lombardia (ottava nella classifica nazionale, con 2.324 reati ambientali nel 2024, pari al +17.7%), seguita dal Veneto.

L’allarme di Legambiente: serve una risposta politica

“I dati di Ecomafia - commenta Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente – testimoniano una distribuzione capillare dell’illegalità ambientale lungo tutto lo Stivale. A ciò bisogna aggiungere la crescente pervasività delle mafie e quella della corruzione negli appalti pubblici, che rappresentano sempre più una minaccia significativa non solo per l’economia, ma anche per il tessuto sociale e democratico del Paese”.
Per questo, è l’appello del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, “nella lotta alla criminalità ambientale l’Italia deve accelerare il passo e può farlo con l’approvazione di una riforma fondamentale molto attesa, ossia il recepimento della direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente entro il 21 maggio 2026”. Altre proposte di Legambiente sono inserire nel Codice penale i delitti contro la fauna e le specie protette, approvare il disegno di legge che introduce nel Codice penale i delitti contro il patrimonio agroalimentare, adottare un Piano nazionale di lotta all’abusivismo edilizio, rivedere il meccanismo del cosiddetto subappalto “a cascata”, inasprire le sanzioni relative alla gestione illecita dei rifiuti, trasformando in delitti gli attuali reati di natura contravvenzionale.

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