Efficientamento energetico in Comuni inesistenti: frode da 30 milioni

Una società nel napoletano ha intascato gli incentivi pubblici per falsi lavori eseguiti in tutta Italia. L'inchiesta ha portato adesso al sequestro dei beni per tre indagati
August 6, 2025
Efficientamento energetico in Comuni inesistenti: frode da 30 milioni
Ansa | Maxi-frode fiscale in ambito edilizio: azienda nel napoletano ha chiesto incentivi per lavori in Comuni inesistenti
Ufficialmente erano lavori di efficientamento energetico, ma in realtà si trattava di una gigantesca truffa ai danni dello Stato. Una società con sede a Poggiomarino, nel Napoletano, gestita da tre persone (tra amministratori di diritto o di fatto), avevano attestato di aver eseguito interventi di isolamento di pareti e coperture per riscaldamento/raffreddamento in tutta Italia, intascando incentivi pubblici e generando un danno erariale di 30 milioni di euro. Addirittura, si è poi scoperto, i lavori fittizi erano stati registrati in Comuni italiani risultati poi inesistenti. La vicenda è stata ricostruita dal nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Napoli, coordinata dal viceprocuratore generale della Corte dei conti della Campania, Davide Vitale (procuratore Antonio Giuseppone). A carico degli indagati ci sono un invito a dedurre e un sequestro di beni.
La società del Napoletano, poi fallita, era riuscita ad aggiudicarsi contributi statali − i cosiddetti “certificati bianchi” – presso il Gestore dei servizi energetici (Gse), società in house totalmente partecipata dal Ministero dell’Economia. I “certificati bianchi” emessi per gli autori della frode sono stati 138.074, poi ceduti sul mercato dei titoli (regolato dal Gestore dei mercati energetici, Gme) a persone che erano all’oscuro della truffa. Proprio loro, intascando il contributo, hanno provocato il danno erariale di 30,4 milioni di euro. Gli incentivi in questione, infatti, sono veri e propri titoli negoziabili, dematerializzati e al portatore, il cui controvalore monetario viene determinato ogni anno dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).
Altre indagini, coordinate dalla Procura di Treviso, hanno fatto emergere che gli autori della frode avevano esibito anche false fatture e la circostanza dei Comuni indicati risultati non esistenti sulla carta geografica. Inoltre, è stato comunicato agli investigatori da altri Comuni interessati dai finti lavori di efficientamento energetico, che i titoli autorizzativi/abilitativi indicati nelle richieste di verifica e certificazione dei risparmi non erano stati depositati ai propri sportelli.

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