Ci sono 19 enormi rocce in piazza Maggiore a Bologna

Le installazioni sono alte fino a 14 metri. L'obiettivo è dare l'occasione di sentirsi "piccoli" e di stupirsi davanti alla grandezza di un avvenimento come il Natale. Non mancano le polemiche
December 23, 2025
Ci sono 19 enormi rocce in piazza Maggiore a Bologna
Bologna, istallazione in piazza Maggiore enormi massi in tessuto gonfiabile. Dal 21 al 26 dicembre.
Potrebbero essere delle rocce aliene atterrate improvvisamente in piazza Maggiore, a Bologna. O dei massi presi una montagna colorata e catapultati in città. Sono, invece, 19 monoliti arrivati nella piazza bolognese più famosa come istallazione artistica per il periodo di Natale. A dispetto delle apparenze, vogliono collegare l'uomo alla «nascita di un Dio che ride come un bimbo». Ma andiamo con ordine. Le rocce sono approdate in piazza il 21 dicembre e rimarranno fino al 26. Tra i monoliti si può camminare: i cittadini e turisti passeggiano, toccano le rocce, si interrogano sul loro significato. E, soprattutto, alzano gli occhi: le installazioni più alte toccano i 14 metri. La luce dei megaliti cambia nel tempo e il passaggio tra le installazioni è accompagnato da musica di pianoforte e suoni, molti riferiti al paesaggio naturale, come il gorgoglio dell'acqua o il cinguettio degli uccelli. Il progetto è di uno studio australiano, Eness, diretto da Nimrod Weis, creativo e scultore, ed è stato portato in Italia grazie alla collaborazione tra due realtà, Bologna Festival e Illumia, e con il supporto del Comune. Il materiale utilizzato è un tessuto simile al Goretex, che l'artista ha definito «materiale riciclato» su cui è stampata una fedelissima riproduzione di superfici di granito. 
Nimrod Weis, creativo e direttore dello studio australiano Eness, autore dell'opera "Iwagumi - Dismisura", installata in piazza Maggiore, a Bologna. Accensione notturna di Iwagumi - Dismisura, l'istallazione natalizia e immersiva dello studio australiano Eness. Accensione notturna di Iwagumi - Dismisura, l'istallazione natalizia e immersiva dello studio australiano Eness.Il progetto Iwagumi-Dismisura dello studio australiano Eness, è esposto in piazza Maggiore, a Bologna, dal 21 al 26 dicembre, 21 dicembre 2025. L'installazione porta per la prima volta in una città europea l'estetica giapponese dell'iwagumi, una composizione asimmetrica di rocce naturali inserite in un paesaggio urbano nel quale la luce cambia, i suoni si espandono e gli spazi si trasformano. ANSA/MAX CAVALLARIIl progetto Iwagumi-Dismisura dello studio australiano Eness, è esposto in piazza Maggiore, a Bologna, dal 21 al 26 dicembre, 21 dicembre 2025. L'installazione porta per la prima volta in una città europea l'estetica giapponese dell'iwagumi, una composizione asimmetrica di rocce naturali inserite in un paesaggio urbano nel quale la luce cambia, i suoni si espandono e gli spazi si trasformano. ANSA/MAX CAVALLARIIl progetto Iwagumi-Dismisura dello studio australiano Eness, è esposto in piazza Maggiore, a Bologna, dal 21 al 26 dicembre, 21 dicembre 2025. L'installazione porta per la prima volta in una città europea l'estetica giapponese dell'iwagumi, una composizione asimmetrica di rocce naturali inserite in un paesaggio urbano nel quale la luce cambia, i suoni si espandono e gli spazi si trasformano. ANSA/MAX CAVALLARI
Nimrod Weis, creativo e direttore dello studio australiano Eness, autore dell'opera "Iwagumi - Dismisura", installata in piazza Maggiore, a Bologna. 
Il titolo dell'opera dice qualcosa anche del suo significato: "Iwagumi - Dismisura". Il primo termine è di origine giapponese e si riferisce a un gruppo di rocce inserite in un paesaggio naturale in modo armonioso. Ma l'autore racconta anche un senso più ampio. Su uno dei pannelli che accompagnano l'opera è scritto che «ricordarsi della dismisura significa gettare le basi per un atteggiamento di umiltà e ricordarsi un senso di fraternità invece che nutrire un senso di potere uno sull'altro». Come a dire: davanti a 14 metri di roccia, siamo tutti piccoli, e quindi forse più vicini. E poi arriva il Natale: «La nostra cultura è attraversata dal racconto e dai segni dell'avvenimento smisurato del Natale. La nascita di Dio che ride come un bimbo, che si fa compagno di strada, è un evento che rompe ogni misura, che ricalcola il percorso della vita umana e del suo destino».
La presenza delle 19 rocce in piazza ha sollevato anche alcune perplessità e qualche polemica. Qualcuno pensa che l'opera stoni con il contesto, che rovini lo spirito natalizio e che le rocce siano in tutti i sensi troppo ingombranti. Tra i commenti sotto ai post social che presentano l'installazione, pubblicati soprattutto da figure istituzionali, si può avere uno spaccato delle opinioni dei cittadini. Dagli assoluti entusiasti a chi definisce l'opera una «bruttezza».
In un'intervista al Resto del Carlino, Nimrod Weis ha detto che, nelle altre città in cui l'opera è stata allestita (come Melbourne o Singapore), «non aveva fatto così discutere. Credo che qui a Bologna ciò che è interessante sia il senso di appartenenza e di connessione alla piazza. Penso che questa sia la bellezza dell’arte pubblica: stimolare una conversazione proprio perché c’è un intervento in un luogo così importante per i cittadini, che si trovano di fronte a qualcosa che cambia la loro routine quotidiana». 

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