Ecco i ponti più lunghi del mondo. Il record va alla Turchia
C'è un fascino evidente nelle strutture che uniscono luoghi e storie diverse. Il primato delle strutture ad alta ingegneria è passato nel tempo dall'Europa all'America e oggi all'Asia

Hanno un fascino particolare, i ponti. Uniscono laddove la natura divide e, a differenza dei tunnel nascosti nel suolo, emergono a celebrare festosamente l'ingegno umano. Diverse le tecniche impiegate: ce ne sono di lunghissimi a travatura, retti da sfilze di piloni, come i viadotti autostradali. E poi a arco, a telaio, strallati. I più eleganti sono quelli sospesi, sostenuti da funi che, agganciate alle torri ai lati della campata, si dispongono in forma di catenaria il cui morbido andamento conferisce loro quel profilo tipico, come fossero grandi sorrisi stagliati nel cielo.
Il ponte sospeso più lungo è in Turchia. È chiamato “Çanakkale 1915” per commemorare la battaglia di Gallipoli in cui le truppe turche e tedesche ottennero la loro più importante vittoria nella prima guerra mondiale. La distanza tra le torri che reggono l'impalcato (la “luce” del ponte) è di 2.032 metri mentre la sua lunghezza totale è di 4,6 chilometri includendo i viadotti di avvicinamento. Le torri si elevano per 334 metri dalle basi piantate nel fondo marino. L'impalcato, su cui corre un'autostrada a sei corsie, sta settanta metri più in alto dell'acqua per lasciare così spazio sufficiente per il transito delle grandi navi. Inaugurato nel 2022, è stato voluto per rafforzare i collegamenti tra la parte europea e quella asiatica della Turchia: se prima per andare col traghetto da Gallipoli, in Europa, a Lapseki, in Asia, ci voleva un'ora e mezza, col ponte bastano dieci minuti. È il primo sullo stretto dei Dardanelli e il quarto che supera i bracci di mare che separano le due parti della Turchia. La zona è ad alto rischio sismico per cui è dotato di tutte le caratteristiche necessarie per sopravvivere ai terremoti. Il suo costo, ha riferito il presidente turco Erdogan, è stato di 2,5 miliardi di euro ma consentirà di risparmiare le varie centinaia di milioni ch'erano spesi ogni anno per il carburante dei traghetti, con relativo inquinamento. Si tratta di un'opera dall'altissimo valore tecnico, ma reca pure elementi simbolici, e non solo collegati alla battaglia di Gallipoli: nel 2023 (cifra che corrisponde alla lunghezza in metri del ponte) è stato celebrato il centenario della fondazione della Repubblica turca, mentre l'inaugurazione è avvenuta un secolo dopo il rovesciamento del sultano Mehmet VI a opera di Kemal Atatürk. Si può dire che sia in tutti i sensi il frutto dell'orgoglio nazionale, e chi ci passa sopra vive il gusto non solo di andare da un continente all'altro, ma anche di rievocare momenti significativi della storia del paese.
Gli altri tre ponti più importanti della Turchia si trovano sul Bosforo. Tra questi quello più lungo e più recente, il “Terzo ponte”, è ubicato a nord: il primo che incontrano le navi che dal Mar Nero vanno verso il Mar di Marmara. Costruito tra il 2013 e il 2016, ha una luce di 1.408 metri tra i due piloni che si elevano per 322 metri sulle due sponde ed è retto da una struttura ibrida in cui collaborano i cavi a catenaria e gli stralli – questi ultimi essendo elementi rigidi rettilinei che collegano le cime delle torri all'impalcato.
C'era un tempo in cui i grandi ponti, soprattutto quelli sospesi, erano costruiti in prevalenza in Europa e in America. Il più antico è lo Union Chain che collega l'Inghilterra alla Scozia, tra Horncliffe e Fishwick. Dopo che il suo progettista, il capitano Samuel Brown, ne presentò il progetto, la costruzione cominciò dalle due torri in pietra arenaria sulle sponde del fiume Tweed; da queste furono tese catene in ferro battuto per reggere l'impalcato. La luce del ponte è di 137 metri, la costruzione si concluse nel 1820 dopo circa un anno di lavori. Da allora gli elementi metallici sono stati ripetutamente migliorati e sostituiti: è rimasto sempre funzionante per il traffico veicolare, tranne che per una breve interruzione per il restauro compiuto in vista del suo bicentenario. Poi nel '900 cominciò la grande stagione dei ponti sospesi degli Stati Uniti: il George Washington Bridge sullo Hudson a New York, lungo 1067 metri, perennemente trafficato giorno e notte, è del 1931. Il Golden Gate di San Francisco (1280 metri) è del 1937, il Giovanni da Verrazzano (New York, 1298 metri) è del 1964. Sinché verso la fine del XX secolo il Giappone, sull'onda del suo sviluppo economico, ha cominciato a costruirne diversi: il maggiore è l'Akashi Kaikyo, tra Kobe e Iwaya, completato nel 1998; con una luce di 1991 metri è il secondo più lungo al mondo. Ma dall'inizio del XXI secolo non si contano più quelli nuovi realizzati in Cina, tra i quali il più lungo è lo Yangsigang a Wuhan, con una luce di 1.700 metri, inaugurato nel 2019. Questo paese asiatico vanta anche il ponte più elevato: il Huajiang Canyon, completato quest'anno, supera il fiume Beipan passando 625 metri sopra il fondovalle.
Costruire un ponte è sempre una grande avventura. A parte i templi, non v'è altra costruzione che abbia un valore simbolico più forte: uniscono, collegano. Danno continuità dove c'è separazione.
Il ponte sospeso più lungo è in Turchia. È chiamato “Çanakkale 1915” per commemorare la battaglia di Gallipoli in cui le truppe turche e tedesche ottennero la loro più importante vittoria nella prima guerra mondiale. La distanza tra le torri che reggono l'impalcato (la “luce” del ponte) è di 2.032 metri mentre la sua lunghezza totale è di 4,6 chilometri includendo i viadotti di avvicinamento. Le torri si elevano per 334 metri dalle basi piantate nel fondo marino. L'impalcato, su cui corre un'autostrada a sei corsie, sta settanta metri più in alto dell'acqua per lasciare così spazio sufficiente per il transito delle grandi navi. Inaugurato nel 2022, è stato voluto per rafforzare i collegamenti tra la parte europea e quella asiatica della Turchia: se prima per andare col traghetto da Gallipoli, in Europa, a Lapseki, in Asia, ci voleva un'ora e mezza, col ponte bastano dieci minuti. È il primo sullo stretto dei Dardanelli e il quarto che supera i bracci di mare che separano le due parti della Turchia. La zona è ad alto rischio sismico per cui è dotato di tutte le caratteristiche necessarie per sopravvivere ai terremoti. Il suo costo, ha riferito il presidente turco Erdogan, è stato di 2,5 miliardi di euro ma consentirà di risparmiare le varie centinaia di milioni ch'erano spesi ogni anno per il carburante dei traghetti, con relativo inquinamento. Si tratta di un'opera dall'altissimo valore tecnico, ma reca pure elementi simbolici, e non solo collegati alla battaglia di Gallipoli: nel 2023 (cifra che corrisponde alla lunghezza in metri del ponte) è stato celebrato il centenario della fondazione della Repubblica turca, mentre l'inaugurazione è avvenuta un secolo dopo il rovesciamento del sultano Mehmet VI a opera di Kemal Atatürk. Si può dire che sia in tutti i sensi il frutto dell'orgoglio nazionale, e chi ci passa sopra vive il gusto non solo di andare da un continente all'altro, ma anche di rievocare momenti significativi della storia del paese.
Gli altri tre ponti più importanti della Turchia si trovano sul Bosforo. Tra questi quello più lungo e più recente, il “Terzo ponte”, è ubicato a nord: il primo che incontrano le navi che dal Mar Nero vanno verso il Mar di Marmara. Costruito tra il 2013 e il 2016, ha una luce di 1.408 metri tra i due piloni che si elevano per 322 metri sulle due sponde ed è retto da una struttura ibrida in cui collaborano i cavi a catenaria e gli stralli – questi ultimi essendo elementi rigidi rettilinei che collegano le cime delle torri all'impalcato.
C'era un tempo in cui i grandi ponti, soprattutto quelli sospesi, erano costruiti in prevalenza in Europa e in America. Il più antico è lo Union Chain che collega l'Inghilterra alla Scozia, tra Horncliffe e Fishwick. Dopo che il suo progettista, il capitano Samuel Brown, ne presentò il progetto, la costruzione cominciò dalle due torri in pietra arenaria sulle sponde del fiume Tweed; da queste furono tese catene in ferro battuto per reggere l'impalcato. La luce del ponte è di 137 metri, la costruzione si concluse nel 1820 dopo circa un anno di lavori. Da allora gli elementi metallici sono stati ripetutamente migliorati e sostituiti: è rimasto sempre funzionante per il traffico veicolare, tranne che per una breve interruzione per il restauro compiuto in vista del suo bicentenario. Poi nel '900 cominciò la grande stagione dei ponti sospesi degli Stati Uniti: il George Washington Bridge sullo Hudson a New York, lungo 1067 metri, perennemente trafficato giorno e notte, è del 1931. Il Golden Gate di San Francisco (1280 metri) è del 1937, il Giovanni da Verrazzano (New York, 1298 metri) è del 1964. Sinché verso la fine del XX secolo il Giappone, sull'onda del suo sviluppo economico, ha cominciato a costruirne diversi: il maggiore è l'Akashi Kaikyo, tra Kobe e Iwaya, completato nel 1998; con una luce di 1991 metri è il secondo più lungo al mondo. Ma dall'inizio del XXI secolo non si contano più quelli nuovi realizzati in Cina, tra i quali il più lungo è lo Yangsigang a Wuhan, con una luce di 1.700 metri, inaugurato nel 2019. Questo paese asiatico vanta anche il ponte più elevato: il Huajiang Canyon, completato quest'anno, supera il fiume Beipan passando 625 metri sopra il fondovalle.
Costruire un ponte è sempre una grande avventura. A parte i templi, non v'è altra costruzione che abbia un valore simbolico più forte: uniscono, collegano. Danno continuità dove c'è separazione.
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