mercoledì 1 giugno 2022
Un messaggio pieno di amarezza, che tuttavia non chiude le porte alla speranza, quello che il presidente affida agli italiani per la 76esima festa della Repubblica
Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica, Roma, 1 Giugno 2022.

Il Cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo, in occasione della Festa della Repubblica, Roma, 1 Giugno 2022. - ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/FRANCESCO AMMENDOLA

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Occorre «con lucidità e con coraggio» porre fine alla «insensatezza della guerra» e «promuovere le ragioni della pace». È un messaggio pieno di amarezza, e che tuttavia non chiude le parte alla speranza, quello che Sergio Mattarella affida agli italiani per la 76esima festa della Repubblica.

Poteva essere quella del lento ritorno alla normalità. Dopo due anni riaprono - sia pur con numeri programmati e cautele organizzative - i Giardini del Quirinale, ma sono gli scenari internazionali, inevitabilmente, a prendere il sopravvento e a indurre ad amare constatazioni. Il Presidente della Repubblica si rivolge al Corpo diplomatico accreditato ricevuto al Quirinale prima del concerto dell'Orchestra del Teatro "La Fenice" di Venezia diretta dal Maestro Myung Whun Chung.

Si rivolge alla «comunità degli ambasciatori» con i consueti sentimenti di amicizia. Fra di loro non ci sono i diplomatici di Russia e Bielorussia, non invitati in ottemperanza a una richiesta di vertici della Ue di tener fuori dalle cerimonie ufficiali i rappresentanti dei due stati responsabili dell’aggressione ai danni dell’Ucraina. «Ho adoperato il termine comunità non a caso», dice Mattarella. «Con la Costituzione l'Italia ha imboccato con determinazione la strada del multilateralismo, scegliendo di non avere Paesi nemici» e lavorando intensamente a consolidare una collettività internazionale «consapevole dell'interdipendenza dei destini dei popoli, nel rispetto reciproco, per garantire universalmente pace, sviluppo, promozione dei diritti umani. Ci ha spinto e ci spinge - rimarca, citando la Costituzione - il solenne impegno alla rinuncia della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali».

Ma purtoppo, oggi, «l'amara lezione dei conflitti del XX secolo sembra dimenticata: l'aggressione all'Ucraina da parte della Federazione Russa, pone in discussione i fondamenti stessi della nostra società internazionale, a partire dalla coesistenza pacifica».

L’Europa si trova immersa «in una guerra di stampo ottocentesco, che sta generando morte e distruzioni». Una situazione che richiama tutti alla responsabilità; se la Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell'Ucraina». Un conflitto, questo, che non riguarda solo i contendenti o solo l’Europa. «A cerchi concentrici le sofferenze si vanno allargando, colpendo altri popoli e nazioni». Otre a «vittime e alle devastazioni», la rottura delle relazioni internazionali «si riverbera sempre più sulla sicurezza alimentare di molti Paesi» e coinvolge persino le normali relazioni «economiche e commerciali». E reca danni persino «al perseguimento degli obiettivi legati all'emergenza climatica».

Un conflitto con «effetti globali», che «fa retrocedere il progresso della condizione dell'umanità» e «ci interpella tutti». La comunità internazionale vede «pesantemente messi in discussione risultati faticosamente raggiunti negli ultimi decenni». Si avverano «scenari che vedono l'umanità protagonista della propria rovina, che vedono «accrescere i serbatoi dell'odio, a negare le ragioni della libertà, della democrazia». Mentre «esistono per il genere umano beni condivisi e gravi pericoli comuni che obbligano a superare ogni egoismo, ogni volontà di sopraffazione». Per questo, conclude Mattarella occorre al più presto«ripristinare una rinnovata legalità internazionale».



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