martedì 8 gennaio 2019
Il leader M5s e Casaleggio 'cavalcano' il movimento francese in chiave Europee Salvini prende (in parte) le distanze: no alle violenze. La partita del dopo-voto
Di Maio al lavoro ieri con Casaleggio, Casalino e Di Battista (foto da Twitter)

Di Maio al lavoro ieri con Casaleggio, Casalino e Di Battista (foto da Twitter)

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M5s prepara una campagna elettorale europea molto più di lotta che di governo. E la prima mossa è l’apertura senza remore ai Gilet gialli francesi. Chiaro il fine: il movimento di protesta transalpino sta meditando di trasformarsi in partito in vista delle Europee, e M5s vorrebbe inglobarli dentro una nuova famiglia continentale alternativa ai sovranisti che si stanno organizzando intorno a Matteo Salvini. Chiaro anche il 'mezzo': «Siamo pronti a darvi il sostegno di cui avete bisogno – scrive il vicepremier Luigi Di Maio sul 'Blog delle stelle' –, possiamo mettere a vostra disposizione alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau, per esempio 'Call to action' per organizzare gli eventi sul territorio o il sistema di voto per definire il programma elettorale e scegliere i candidati da presentare alle elezioni».

Una proposta di accordo tecnicopolitico al grido «Gilet, non mollate!» e partendo da una valutazione: «Seguiamo la vostra battaglia dall’inizio. La politica è sorda alle esigenze dei cittadini. È lo stesso spirito che ha animato il Movimento 5 stelle fin dal 4 ottobre del 2009. Da quel momento non ci siamo mai fermati». Comuni istanze, comuni radici che mettono in secondo piano la presa di distanza dalle violenze: «Le condanniamo, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico», lusinga Di Maio. L’apertura di credito arriva prima di ora di pranzo. Salvini annusa subito l’insidia e prova a mettere il piede nella porta: ««Sostegno ai cittadini per bene che protestano contro un presidente (Macron, ndr) che governa contro il suo popolo ma assoluta condanna di ogni episodio di violenza». Il vicepremier leghista comprende che Di Maio va a mettere il naso nella protesta francese per indebolire la sua alleata storica, Marine Le Pen, in difficoltà da quando i Gilet gialli monopolizzano il fronte anti-Macron.

È una questione di numeri. L’asse sovranista di Salvini si fonda su movimenti nazionali con consenso solido, ed è già indirizzato a fare, dopo il voto, un gruppo unico con i riformatori-conservatori per trattare poi con il Ppe i ruoli di vertice delle istituzioni europee. La 'cosa nuova' di M5s è da costruire e conta per il momento su formazioni emergenti: riuscire a fare asse con i Gilet gialli sarebbe un buon colpo dal punto di vista degli euroseggi e un dito nell’occhio a Salvini-Le Pen. Ne hanno parlato i vertici del Movimento riunitisi ieri a Roma a ora di pranzo: presenti Davide Casaleggio, Luigi Di Maio, Rocco Casalino, Alessandro Di Battista, l’ex fidanzata del vicepremier Silvia Virgulti, Dario De Falco (scudiero storico di Di Maio), Pietro Dettori (l’uomo forte di Rousseau).

L’apertura alla protesta francese è il primo atto ufficiale della campagna europea. Il secondo avverrà oggi con Di Maio che vola a Bruxelles per continuare a tessere la trama delle alleanze (servono almeno 7 forze politiche nazionali per fare un gruppo a Strasburgo) e per stendere l’atteso documento programmatico. Il terzo la settimana prossima con un «evento pubblico» animato di Di Maio e Di Battista. Quest’ultimo non sarà candidato per Strarburgo ma farà campagna elettorale, starà 'al vento' nelle piazze e farà da ponte ideale con i Gilet gialli. Perché il messaggio di M5s è anche 'italiano' oltre che europeo: se si rompe l’asse di governo gialloverde, il Movimento è pronto a mollare le poltrone, a tornare alle origini, a passare alla protesta durissima anche contro il Carroccio che oggi è un alleato, ma resta, per il purismo 5s, parte del «vecchio sistema». È un avviso a Salvini.

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