mercoledì 5 febbraio 2025
La Dda di Lecce stronca un'organizzazione dedita al traffico di rifiuti, provenienti prevalentemente dalla Campania, abbandonati o bruciati in regioni limitrofe: 9 arresti, altri 34 indagati
Un'operazione del Nucleo operativo ecologico

Un'operazione del Nucleo operativo ecologico - .

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Come una nuova “Terra dei fuochi”. Con 4.000 tonnellate di cumuli di immondizia provenienti quasi tutti dalla Campania, compresi quelli speciali industriali, o frazioni indifferenziate di rifiuti solidi urbani, fino agli avanzi tessili: bruciati o abbandonati, senza tanti scrupoli, in capannoni e terreni agricoli, addirittura in aree di pregio naturalistico, affacciate su strade comunali e provinciali della Puglia, in particolare in provincia di Taranto. Regione che a sua volta esportava scarti in zone circostanti. Un enorme traffico illecito e conseguente smaltimento abusivo che avveniva anche in fabbricati abbandonati di Calabria, Campania e Basilicata, (nelle province di Cosenza, Avellino e Matera), scoperto dai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Lecce, Bari e Napoli. L’operazione (che ha impegnato 80 carabinieri) ha portato all’arresto di nove persone (autisti, organizzatori dei trasporti, intermediari e gestori formali e di fatto delle società responsabili) disposto dal gip di Lecce su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, che ha coordinato una complessa indagine, fatta anche di lunghi pedinamenti, partita nel giugno 2023. Le accuse sono di associazione a delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, impedimento al controllo e gestione illecita di rifiuti.

Oltre agli arrestati ci sono altre 34 persone indagate e denunciate. Coinvolte e sottoposte a sequestro tre società di trattamento e recupero di Giugliano in Campania (Napoli), San Martino Valle Caudina (Avellino) e Onano (Viterbo), tre capannoni industriali a Pulsano (Taranto) e Cassano allo Jonio (Cosenza), due terreni agricoli a Villapiana (Cosenza), 25 automezzi; l’Arma ha anche sequestrato un milione di euro, ritenuto provento dell’attività illecita. Proprio a Villapiana, Pulsano e Cassano, oltre che a Ferrandina (Matera), sono stati individuati estesi siti di abbandono. Ma di questo traffico, a parte quelle citate, sono interessate anche le province di Bari, Bat, Brindisi, Napoli, Caserta, Campobasso e Potenza.

I rifiuti, organizzati in balle reggiate, erano corredati di false classificazioni da parte degli impianti di produzione, con redazione di documentazione fittizia indicante siti di destinazione inesistenti. Il tutto alimentava una vera e propria filiera del commercio illecito che comprendeva la fase di consegna, ricezione nonché intermediazione, trasporto e smaltimento abusivo.

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