Dal degrado alla faticosa rinascita. Il Satellite di Pioltello, miracolo a metà

Il popoloso quartiere al centro di una complessa operazione di rigenerazione edilizia e sociale. La sindaca Cosciotti: «Ora i residenti se ne prendano cura»
July 2, 2023
Dal degrado alla faticosa rinascita. Il Satellite di Pioltello, miracolo a metà
, | Il quartiere Satellite visto dall'alto prima della ristrutturazione
C’era una volta un quartiere di palazzoni fatiscenti, intonaci slabbrati, masserizie ammucchiate nei pianerottoli e nei cortili, ascensori danneggiati e perennemente guasti… Ebbene oggi quel quartiere non c’è più. «Miracolo Satellite», sintetizza la sindaca di Pioltello (Milano), Ivonne Cosciotti. E in effetti nei due anni di pandemia i 48 palazzi grigio-sporco del Satellite di Pioltello (2.000 appartamenti suddivisi in sette condomini, ciascuno dei quali conta otto edifici, per un totale di diecimila abitanti), un Bronx alla periferia est di Milano dove le torri di appartamenti si chiamano Giove, Marte e Venere... , famoso per il suo degrado e per essere popolato da persone – non tutte raccomandabili – di 98 nazionalità, si è trasformato in un grazioso agglomerato di condomini rosa e arancioni, dalle tende parasole nuove e tutte uguali, con gli intonaci immacolati e i cortili puliti.
I palazzoni del Satellite dopo la ristrutturazione - A.Ma.
I palazzoni del Satellite dopo la ristrutturazione - A.Ma.
Una complessa operazione iniziata nel 2016, che ha visto protagonisti Comune, Prefettura, Tribunale di Milano e banche, ha reso possibile ciò che da trent’anni a questa parte era sembrato irrealizzabile a qualsiasi amministrazione: via i proprietari che non onoravano il mutuo, via gli inquilini morosi, via i subaffittuari, via gli occupanti abusivi, via tutti coloro – ed erano la maggioranza – che non pagavano le spese condominiali mandando in rovina gli edifici. Il 50% degli appartamenti, in totale circa 1.000, grazie a questa operazione-legalità è finito all’asta. Decine di essi sono stati via via acquistati da Fondazioni e da banche, ristrutturati e dati in gestione a cooperative con lo strumento dell’housing sociale. Nelle intenzioni, l’illegalità e il subaffitto dovevano cedere il posto alla locazione regolare a famiglie affidabili, che avrebbero trasformato il quartiere in un posto vivibile. In uno degli alloggi, preso in gestione dalla Fondazione San Carlo, vive una comunità di suore missionarie.
E infine, nel 2021, la ciliegina sulla torta: un maxi intervento di ristrutturazione edilizia che ha coinvolto tutti i 48 palazzi e li ha letteralmente trasformati. «Benedetto 110%...», commenta ancora la sindaca. La misura decisa dal governo Conte sotto la spinta dell’emergenza Covid, abbinata alla cessione del credito, e a una insistente opera di mediazione del Comune con gli amministratori di condominio, la banca finanziatrice e l’impresa di costruzioni, ha permesso al Satellite di invertire la sua storia, di provare a diventare un quartiere “normale” e a scrollarsi di dosso la pessima fama che lo insegue da decenni. La riqualificazione ha fatto salire il valore degli alloggi: prima gli appartamenti venivano battuti all’asta a 15mila euro, adesso il prezzo arriva anche a 80mila.
«Ora la palla è nel campo dei residenti: il Satellite è diventato un bel quartiere, con tanto verde intorno, scuole, una parrocchia molto attiva. Starà a loro prendersene cura», insiste la sindaca, al suo secondo mandato con l’appoggio di liste civiche e del centro-sinistra.
Nessuno ha la bacchetta magica, dice Ivonne Cosciotti e infatti l’impegno del Comune ora è rivolto soprattutto agli interventi sociali per migliorare la coesistenza tra tante nazionalità diverse e il rispetto delle regole. In uno degli appartamenti a settembre sbarcherà il Telefono donna per ascoltare i bisogni e per intercettare casi di abusi o costrizioni su adulte e bambine, altre cooperative propongono corsi di italiano e spazi di aggregazione, altre ancora formazione al lavoro per i ragazzi.
La sindaca di Pioltello Ivonne Cosciotti - IMAGOECONOMICA
La sindaca di Pioltello Ivonne Cosciotti - IMAGOECONOMICA
Il rischio però è dietro l’angolo, anzi dietro il palazzo: non lo nasconde il Comune e lo vive ogni giorno il parroco, don Giacomo Roncari, da poco alla guida di due parrocchie unite di recente, Maria Regina e Sant’Andrea. «Sì, il Satellite oggi è un’altra cosa. Ci sono stati molti sfratti e sgomberi di chi non pagava mutuo o pigione ma subaffittava i posti letto, le famiglie che hanno avuto bisogno sono state aiutate. Ci si aspettava che tutto questo sforzo facesse partire un volano positivo. Ma sono 2.000 appartamenti, è difficile avere tutto sotto controllo, e i meccanismi mi pare che fatichino a cambiare. La legalità? Ho qualche dubbio. Da inizio anno c’è stato un afflusso enorme di peruviani e pachistani. Arrivano a Malpensa con un biglietto in mano: via Cilea, quartiere Satellite, Pioltello. Qui trovano un posto letto in alloggi già pieni di stranieri e un lavoro in nero. Sappiamo che molti appartamenti all’asta sono stati comprati da personaggi poco puliti. Al nostro Centro Caritas ogni giorno in cui c’è la distribuzione alimentare si presentano 8 o 9 persone nuove. Ci dicono che sono appena arrivati al Satellite, che pagano 400 euro per un posto letto».
Insomma, belli fuori, i palazzi del Satellite, ma molte zone grigie dentro. Suor Parboti Mardi, originaria del Bangladesh, vive con due consorelle in un appartamento in via Cilea 1, il “grado zero” del Satellite e conferma il rischio che tutto si riduca a una operazione di maquillage, per quanto ben riuscita. Parla di ascensori lucidi come quelli degli hotel e già graffiati, di spazzatura abbandonata nel cortile o sulla strada, di spaccio di droga alla luce del sole, perfino durante il rosario serale nell’anfiteatro in mezzo ai palazzoni. Ci vorrà tempo, intanto il Satellite è ancora un miracolo a metà.

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