giovedì 28 gennaio 2021
Entro le 17.30 di oggi, quando il leader dei Italia viva salirà al Colle, qualcosa dovrà accadere. Circola con insistenza l'ipotesi di un possibile mandato esplorativo per Roberto Fico
Pensieroso. Il premier Giuseppe Conte nel suo ufficio

Pensieroso. Il premier Giuseppe Conte nel suo ufficio - Ansa / Filippo Attili / Ufficio stampa Palazzo Chigi

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Entro le 17.30 di oggi, qualcosa dovrà accadere. Perché quando Matteo Renzi salirà le scalinate del Colle, dovrà comunicare a Sergio Mattarella le sue intenzioni sulla prospettiva indicata ieri dai partiti di maggioranza, ovvero il Conte-ter. Non sarà una domanda esplicita, non è nello stile del presidente della Repubblica. Ma dal capo di Italia viva ci si aspetta qualcosa in più di un «ni» sull’attuale premier. Perché al termine delle consultazioni il capo dello Stato dovrà dare un mandato. E i mandati si danno sulla base dei numeri.

Se apparirà chiaro il «no» di Renzi a Giuseppe Conte, allora l’avvocato dovrà affidare tutte le proprie speranze al neonato gruppo degli europeisti, che però al Colle salirà prima di Italia viva, alle 11.50, con un bottino ancora magro e insufficiente di senatori.

Nel frattempo circolano tante indiscrezioni, tra cui con insistenza quella di un possibile mandato esplorativo per Roberto Fico. Sono ore di trattative estenuanti. Negoziati che sta portando avanti sotto traccia anche il portavoce di Giuseppe Conte, Rocco Casalino.

Come recitava una celebre pubblicità del passato, l’avvocato sa che una telefonata può allungargli la vita. Preoccupato dallo scorrere delle lancette nell’orologio della crisi di governo e consapevole delle difficoltà di far decollare il progetto "responsabili", Conte sta pensando di mettere da parte l’orgoglio e compiere l’azione più clamorosa: chiamare Renzi.

Dopo giorni trascorsi a percorrere la via prediletta per uscire dall’impasse, ovvero allargare la maggioranza togliendo l’interruttore dell’esecutivo dalle mani del leader di Italia viva, il premier ha capito che continuando solo su questa strada rischia di andare a sbattere. Così, in queste ore tormentate, a Palazzo Chigi si sta valutando persino di andare a Canossa.

È chiaro che per ricucire lo strappo fragoroso con Renzi non basta certo una chiamata. Eppure, prima della resa, il presidente del Consiglio vuole provarle tutte. Una cosa è certa: qualunque mossa, compresa quella di tendere la mano al nemico giurato, deve essere compiuta prima che sia troppo tardi, anche per alimentare le speranze di ricevere un pre-incarico esplorativo da Mattarella già al termine del primo giro di consultazioni.

Proprio ieri sono iniziati i colloqui istituzionali al Quirinale, dove il capo dello Stato ha incontrato i presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Fico. Da stamattina toccherà ai partiti, per arrivare a un primo bilancio entro il fine settimana. La soluzione del rebus di governo, però, sembra ancora in alto mare. Anche perché Renzi, fino all’ultimo, si guarda bene dallo scoprire le sue carte. L’ex premier parla dello «scandalo di gruppi improvvisati in Parlamento» e assicura che Iv mette al centro «le proposte e non le poltrone».

In un clima dominato dall’incertezza, Conte prova a non cedere allo sconforto aggrappandosi alla fedeltà di ciò che resta della sua maggioranza. «È il momento di restare compatti e da voi mi aspetto lealtà», è il tenore dei messaggi rivolti ai vertici di Pd e M5s. Il sostegno pubblico di Nicola Zingaretti fa piacere all’avvocato. Così come viene apprezzata la fermezza con cui Luigi Di Maio reagisce alle dichiarazioni di Teresa Bellanova, che nega veti di Iv su una candidatura a premier del ministro degli Esteri. «Mi tirano in ballo – spiega Di Maio ai fedelissimi – ma sanno benissimo che sto lavorando al fianco di Conte con la massima lealtà».

Il piano A (il Conte-ter) è l’unico scenario che tiene compatto un M5s a rischio scissione. Se salta la prima opzione, sarà dura tenere insieme correnti pronte ad accettare un governo di "salvezza nazionale", gruppi che spingono per riaprire il dialogo con Renzi e l’area vicina ad Alessandro Di Battista (capitanata da Barbara Lezzi) che esclude categoricamente un ritorno con Iv. Il destino di Conte e l’unità di M5s sono sempre più intrecciati.

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