martedì 21 gennaio 2025
Succede ad Augusto Barbera e il suo mandato durerà fino al novembre 2026. «Non penso a passi indietro sul fine vita»
Amoroso nuovo presidente: «Il legislatore intervenga sui Lep»

Ansa

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Giovanni Amoroso è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. È lui il giudice scelto per guidare la Consulta, che si è riunita martedì per eleggere il successore di Augusto Barbera, il cui mandato è scaduto lo scorso 21 dicembre. Come primo atto, il neo presidente eletto ha nominato vicepresidenti della Corte Francesco Viganò e Luca Antonini. Già presidente facente funzioni dalla scadenza del mandato di Barbera, Amoroso è stato vice presidente della Corte fin dalla nomina del suo predecessore alla guida della Consulta.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione seguita alla sua elezione il presidente della Consulta ha precisato che per quanto riguarda il suo mandato «non ci sono linee programmatiche da esporre», perché «la Corte è un organo profondamente collegiale» ed è la Costituzione «la bussola della sua attività». Mentre parlando dell'elezione dei 4 giudici costituzionali di nomina parlamentare (su cui la politica non ha ancora trovato un accordo) ha preferito non alimentare polemiche: «Ci aspettiamo, e sicuramente sarà così, che dal Parlamento verranno nominati giudici di assoluto livello, che dopo il giuramento si spogliano della loro provenienza». L'auspicio è che il plenum possa essere «reintegrato quanto prima giovedì». Ma in ogni caso, anche con 11 giudici (cioè l'attuale numero dei componenti della Corte), la Consulta non può considerarsi «menomata», ha detto. Scontato anche un passaggio sullo scontro tra politica e magistratura. Argomento sul quale il presidente si è limitato a far notare che «non giova al Paese che ci sia una situazione, se non di conflitto, di non armonia tra magistratura e politica».

L'Autonomia differenziata e l'invito al Parlamento per la definizione dei Lep

Amoroso ha subito affrontato anche il tema caldo dell'autonomia differenziata, il giorno dopo la bocciatura del relativo quesito referendario: «Occorre che il legislatore intervenga e determini i criteri per i Lep», che sono «il pilastro su cui si regge la legge 86, investito dalla pronuncia di incostituzionalità». «La possibilità di determinare i Lep senza un intervento del legislatore non c'è - ha continuato -. Anche per le materie non Lep c'è la necessità che intervenga il legislatore» e «c'è da ricostruire questa fase, che è a fondamento di tutto l'impianto della legge per l'attribuzione di specifiche funzioni di materia». Amoroso è entrato anche nel merito della decisione di lunedì sul referendum, mettendo in chiaro che «chiedere “volete o meno” l'autonomia differenziata è un interrogativo contra constitutionem, che non è possibile fare su una norma costituzionale». Restando in argomento, il neo presidente si è espresso anche sulla firma digitale, smorzando i timori di un ricorso esagerato all'istituto referendario: «Una deriva verso numerose proposizioni referendarie la vedo come una preoccupazione eccessiva. La firma digitale esiste ed è un punto ormai appartenente alle nostre regole». Questo però non significa che si possa decidere di alzare l'asticella sul numero di firme digitali, ma «è compito del Parlamento» decidere sulla questione.

Su fine vita e procreazione assistita «nessun passo indietro»

Spazio anche al fine vita, su cui Amoroso ha spiegato che «passi indietro è un po' difficile che si possano ipotizzare». E lo stesso vale per la procreazione medicalmente assistita, anche se «poi c'è sempre da confrontarsi con il contesto - ha specificato - pensate a quello tutto particolare che si è verificato durante la pandemia». In ogni caso, su questo punto «il principio della leale collaborazione dovrebbe trovare attuazione», ha chiarito il neo presidente della Consulta.

Chi è il nuovo presidente della Consulta

Nato a Mercato Sanseverino (Salerno) il 30 marzo 1949, è stato eletto giudice costituzionale dalla Corte di cassazione il 26 ottobre 2017, ha giurato il 13 novembre 2017. Il suo mandato da presidente scadrà pertanto il 13 novembre del 2026. Sposato e padre di due figli oltre che 4 volte nonno, il neo presidente è stato eletto all'unanimità da una Corte non nel plenum del suo Collegio, ma al minimo legale per poter deliberare, con 11 giudici su 15.
Il curriculum vitae di Amoroso è brillante fin dall'esordio: ha conseguito con lode il diploma di laurea in giurisprudenza nell'anno 1971 presso l'Università degli studi La Sapienza di Roma, discutendo una tesi in economia politica sul tema ''Corso dei cambi e bilancia dei pagamenti''. Nominato magistrato il 27 marzo 1975, si è collocato al secondo posto della graduatoria finale; ha svolto le funzioni di pretore penale presso la pretura di Bergamo (1976-1980) e di pretore del lavoro presso la pretura di Roma (1980-1984). Nel 1984 è stato assegnato all'Ufficio del Massimario della Corte di cassazione, dapprima come magistrato di tribunale (1984-1989) e poi come magistrato d'appello (1996-2000), venendo applicato alla Sezione Lavoro e partecipando ai collegi come relatore e poi estensore delle pronunce adottate. Nel periodo 1986-1989 è stato altresì applicato al Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione, tenendo anche corsi di apprendimento del sistema Italgiure delle banche dati della Corte.
L'esperienza a Palazzo della Consulta di Amoroso, comincia dal 1990, quando fino al 1996 è stato collocato fuori ruolo della magistratura in quanto assistente di studio a tempo pieno del giudice costituzionale Renato Granata. Successivamente - rientrato in ruolo come magistrato d'appello applicato all'Ufficio del Massimario della Corte di cassazione - ha proseguito dal 1996 al 1999 come assistente di studio a tempo parziale del giudice costituzionale Renato Granata, eletto presidente della Corte. In seguito, dal 1999 al 2008, rimanendo in ruolo come magistrato della Corte di cassazione, è stato assistente di studio del giudice costituzionale e poi presidente Franco Bile.

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