
Sui cieli della zona sud di Milano la cicogna ha fatto gli straordinari. E lo staff della Struttura complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale San Paolo di Milano (Asst Santi Paolo e Carlo), anche: 20 i parti in 2 giorni e mezzo, quasi il triplo del solito se si considera che per questa struttura la media giornaliera è di 3 parti. E invece dalle prime ore del mattino del 3 febbraio è stato un viavai inarrestabile, un mini ‘baby boom’ in via di Rudinì. Le mamme con i piccoli pronti per nascere «arrivavano una dopo l’altra», ha raccontato la dottoressa Deborah Pedrina, ostetrica dirigente delle professioni sociosanitarie dell’Asst. «Siamo molto contenti», ha aggiunto.
Il bilancio della “maratona di nascite” aperta ufficialmente alle 2.32 del 3 febbraio stavolta è una maggioranza di fiocchi azzurri: sono venuti al mondo «13 maschi e 7 femmine», riepiloga Pedrina. I parti sono stati 15 naturali e 5 con taglio cesareo. «Siamo contenti di vedere questa ripresa, anche nella natalità forse». Ovviamente lo si vedrà poi con i numeri finali, ma l’impressione, riflette, è che «stiamo andando un po’ meglio, per essere solo a inizio febbraio. E abbiamo molte donne a termine di gravidanza, che ci lasciano ben sperare per i prossimi mesi. Un’altra cosa che ci fa molto piacere è vedere che i cambiamenti assistenziali sostenuti dalla nuova direzione delle professioni sanitarie e messi in atto dai professionisti sanitari sono apprezzati e stanno richiamando le mamme. Si tratta di un approccio centrato sulla persona».
Un esempio? «Il contatto pelle a pelle, che nella maggior parte degli ospedali si fa solo sul parto spontaneo, viene fatto ora anche in caso di taglio cesareo sia al San Paolo, dove esisteva già, che al San Carlo» ha detto la dottoressa. E poi una serie di pratiche assistenziali che si usano in sala parto, per esempio delle tecniche innovative che ribaltano il modo in cui vengono gestiti i travagli difficili sfruttando il movimento e la respirazione della donna e facilitando il parto e riducendo il tasso di tagli cesarei, come emerge anche da questi 20 parti.
La sfilza di orari dei parti che si sono susseguiti tra il 3 e il 5 febbraio al San Paolo rende l’idea del super lavoro di questi giorni in reparto: la mattina del 3 febbraio, per fare solo un esempio, sono nate due femminucce rispettivamente alle 11.19 e alle 11.30 e poi un maschietto alle 11.57. Il ritmo è stato incessante fino alle 13.21 del 5 febbraio, con l’arrivo di una femminuccia.
Nella struttura milanese, il papà può restare sempre con la mamma, di giorno e volendo anche di notte. Succede anche per quanto riguarda il contatto pelle a pelle. I papà stanno anche in sala operatoria con la propria compagna per il cesareo e il contatto pelle a pelle se la mamma non se la sente possono farlo anche loro. E questa è un’innovazione: il papà è presente nel momento più importante. E questo permette per esempio alle donne con barriere linguistiche di viverlo con più serenità. Poi si abbassa il telo, la mamma alza la testa e può vedere il proprio bimbo venire al mondo.
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