Odio social, il post contro la figlia di Meloni e le scuse del prof

Post su X segnalato da Fratelli d'Italia. L'autore è professore in un istituto tecnico. Valditara: indagine per risalire all'identità. Post anche contro le figlie di Piantedosi
June 1, 2025
Odio social, il post contro la figlia di Meloni e le scuse del prof
X | Un particolare del post pubblicato sull'account X di Fratelli d'Italia
Fa retromarcia e chiede scusa, Stefano Addeo, il docente di tedesco di un istituto superiore della provincia di Napoli dopo la bufera che si è scatenata per il suo post nel quale augurava alla figlia della premier Giorgia Meloni di fare la stessa fine di Martina, la ragazza di 14 anni uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola. «È stato un gesto stupido» dice domenica, nel giorno in cui anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiama la presidente del Consiglio e le esprime la propria solidarietà per le minacce rivolte alla figlia Ginevra. Odio social che ha preso di mira anche i figli dei ministri Matteo Piantedosi, Antonio Tajani e Matteo Salvini, nei confronti dei quali è arrivata la solidarietà da tutta la maggioranza. «C'è un clima d'odio intollerabile - dice il vicepremier e ministro dei Traporti - attaccate me, non mia figlia». Anche Giorgia Meloni ha espresso la sua vicinanza parlando di un «fanatismo ideologico che ha superato ogni limite. Nessuna divergenza politica - sottolinea - nessuna battaglia ideologica può mai giustificare l'attacco ai figli».
Interviene anche il presidente del Senato Ignazio La Russa secondo il quale «proprio ai bambini, che dovremmo proteggere da ogni forma di violenza, vengono sempre più spesso rivolte minacce o parole indicibili per colpire i loro genitori». Nei confronti del docente, che Matteo Renzi chiede di licenziare, già nella giornata di martedì potrebbero essere adottati provvedimenti disciplinari, come annunciato dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. «La figura del docente - ha detto il ministro - è di straordinaria importanza nella formazione dei giovani, non solo nell'impartire saperi ma anche nell'educare al rispetto verso gli altri. È indispensabile che i docenti siano per primi sempre consapevoli della responsabilità e del valore sociale del loro ruolo. Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono quel decoro e quella dignità che devono caratterizzare una professione così delicata. Ssanzioneremo quanti non sono degni di far parte della nostra scuola».
E il prof (che ha detto anche di aver scritto un messaggio suggerito all'Intelligenza artificiale) potrebbe anche dover rispondere dei suoi gesti in tribunale. La Procura di Roma sta attendendo una prima informativa dalla polizia postale e poi i pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi valuteranno sulla competenza territoriale del procedimento. «È stato un gesto stupido, ho agito d'impulso - dice oggi Addeo dopo dopo la valanga di commenti e le prese di posizioni del mondo politico nel condannare le sue affermazioni - Chiedo scusa per il contenuto del post: non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina. Sono stato superficiale e ho chiesto supporto perfino all'intelligenza artificiale per comporre il post pubblicato sui miei profili social. Un grave errore avere detto cose così nei riguardi di una bambina. Chiedo scusa». «Mi rendo conto della gravità - ha aggiunto il docente - ma in classe non ho mai fatto politica. I miei studenti mi vogliono bene. Odio ogni forma di violenza, amo gli animali, faccio volontariato. È stato un errore» ribadisce probabilmente a conoscenza del fatto che potrebbero essere adottati provvedimenti nei suoi confronti da parte dei responsabili dell'istruzione e tenendoci quindi a distinguere il suo impegno scolastico dalle affermazioni fatte sui social.
Esaurita la parte delle scuse e il dietrofont - il post sui social è stato cancellato - Addeo ribadisce però la sua posizione per quanto riguarda il giudizio sul governo Meloni, già in passato negativo: «Non ritiro le mie idee politiche: non mi sento rappresentato da questo governo. E non accetto che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo per essere ritenuto degno del suo ruolo. Ho cancellato il post non per paura, ma perché mi sono reso conto da solo che era sbagliato». Poi aggiunge di aver presentato una denuncia alla polizia postale perché avrebbe ricevuto «minacce di morte, insulti e lanci di pomodori contro le vetrine di casa».

La solidarietà bipartisan alla premier

Appena la notizia si è diffusa si sono moltiplicate le espressioni di solidarietà a Meloni e alla sua famiglia e di condanna per i contenuti del post. Molti esponenti di Fratelli d'Italia, della Lega e di Forza Italia hanno espresso la loro indignazione, così come numerosi esponenti dei partiti di opposizione.
Infine sulla vicenda è intervenuta la stessa Meloni, con un post sui social: «Questo non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza». E subito la solidarietà si è allargata anche alle opposizioni.
Oltre alla figlia di Meloni, ad essere destinatarie di odio social sono state anche le figlie del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Commentando il post del titolare del Viminale che stigmatizzava l'attacco alla figlia della premier, un utente scrive: «Vedi che anche voi rubate i soldi e il cibo dei nostri figli. Quindi confermo l'augurio, anche ai tuoi», aggiungendo i nomi delle due ragazze. «Solidarietà a Meloni e a Piantedosi, le critiche non trascendano in odio», ha affermato Elly Schleinm, segretaria del Pd.

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