Nel paesino di montagna è arrivata l'infermiera per gli anziani soli
Daniela Sfolcini garantisce assistenza a domicilio e in ambulatorio a Morfasso e nei paesi dell’alta val d’Arda, nel Piacentino. Così la sanità di prossimità assicura servizi a famiglie e territori

Bernardo Ghisoni, 97 anni, ai Pedrini di Morfasso, alta val d’Arda, c’è nato. E ha intenzione di restarci finché il Signore gli darà fiato. Per lui e la moglie Elena – che risiedono nella località a circa 15 chilometri dal centro comunale – il nuovo progetto “Ben... essere in Comune” non è soltanto una comodità. È una sicurezza.
Gli anziani di Morfasso e dintorni quest’anno hanno ricevuto in anticipo il regalo di Natale. Da ottobre possono contare su un servizio in più: la presenza dell’infermiera Daniela Sfolcini all’ambulatorio aperto almeno un’ora al giorno nei locali messi a disposizione gratuitamente dall’Amministrazione comunale, e, per chi ha difficoltà a spostarsi, al domicilio.
Una presenza che non sostituisce, ma integra l’assistenza infermieristica domiciliare e l’infermiera di comunità dell’Ausl, intervenendo in quelle situazioni in cui o non ci sono i requisiti per attivare gli altri servizi o c’è una urgenza a cui rispondere. Può essere una puntura. Una medicazione. Un catetere che si blocca. Un primo passaggio di conoscenza a una situazione nuova.
Per Elena, la moglie di Bernardo, 91 anni, l’intervento ha permesso di gestire a casa le conseguenze di una caduta, evitando a lei e ai familiari lunghi ed estenuanti viaggi in ambulanza verso l’ospedale (Piacenza è lontana oltre 60 chilometri). Daniela Sfolcini passa per un controllo e, già che c’è, misura la pressione a entrambi i coniugi, che a maggio faranno ben 70 anni di matrimonio. «Avete qualcosa da riferire alla dottoressa? Ci vediamo dopo le feste?».
Per Elena, la moglie di Bernardo, 91 anni, l’intervento ha permesso di gestire a casa le conseguenze di una caduta, evitando a lei e ai familiari lunghi ed estenuanti viaggi in ambulanza verso l’ospedale (Piacenza è lontana oltre 60 chilometri). Daniela Sfolcini passa per un controllo e, già che c’è, misura la pressione a entrambi i coniugi, che a maggio faranno ben 70 anni di matrimonio. «Avete qualcosa da riferire alla dottoressa? Ci vediamo dopo le feste?».
Il progetto “Ben... essere in Comune” nasce dall’incontro tra due desideri: quello di Federica Perotti, direttrice della casa di riposo “Soggiorno Santa Franca” di Morfasso di avere un’infermiera a tempo pieno, e quello di Sfolcini, una lunga esperienza come infermiera coordinatrice alla Fondazione “Verani-Lucca” di Fiorenzuola, da un paio d’anni impegnata nella progettazione sociale ma con una inguaribile passione per il lavoro “sul campo” e la montagna.
Il bando anziani della Fondazione di Piacenza e Vigevano è l’occasione per mettere nero su bianco la proposta. Il progetto è tra i selezionati: la Fondazione assicura un contributo per l’80% dei costi; il rimanente è coperto dalla cooperativa “Santa Franca” con il presidente don Gianni Quartaroli. «Nonostante le difficoltà che ancora ci portiamo dietro dalla pandemia, è stato fatto lo sforzo per un servizio in cui crediamo molto», specifica Perotti. Il punto di forza è l’appoggio, come partner, del Comune, della pubblica assistenza Croce Verde e della parrocchia del paese. Don Jean Laurent, nelle sue visite agli anziani, è preziosa sentinella delle situazioni che rischiano di rimanere sommerse. I tavoli di coordinamento con l’assistente sociale, l’infermiera di comunità e il medico referente del progetto, Donata Rollo, aiutano a tenere monitorato il territorio.
Fare rete in montagna – Morfasso conta 830 abitanti, più della metà over60 e, tra questi, 228 over75 – è necessità, oltre che virtù. I tempi di percorrenza non sono quelli della pianura. Qui si va avanti tra tornanti e sali e scendi. C’è ancora traccia della neve caduta l’8 dicembre. Mentre procediamo verso le frazioni – tra le due più lontane ci vogliono quaranta minuti di macchina – Sfolcini ci mostra le case dove si ferma, ma pure gli scorci naturalistici più belli. I chilometri che macina ogni giorno non le pesano. È diventata un volto familiare tra i morfassini, che la chiamano, con affetto, «la nostra infermiera».
«Se la Daniela non la vediamo è meglio: vuol dire che stiamo bene», scherza il signor Bernardo, che a dispetto dell’età mantiene una lucidità invidiabile e la grinta di quando faceva il consigliere comunale. Ancora adesso dispensa suggerimenti, è un avido lettore dei giornali e la domenica non manca alla Messa. Sa che il progetto “Ben...essere in Comune” è sperimentale. «Ma spero bene che continui: la Daniela per noi è insostituibile».
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