Migranti, nuovi soccorsi in mare
Doppia operazione nella notte: messe in salvo 67 persone in pericolo. Assegnato il porto di Crotone. La testimonianza di un naufrago della piattaforma petrolifera: «Ho visto morire mio fratell

Sono sempre più drammatici i racconti che arrivano dal mare. Dai viaggi della disperazione, dai soccorsi e dai salvataggi. Dopo l’operazione effettuata dalla nave veloce della Ong Sea Watch alla petroliera petrolifera dove erano bloccati decine di migranti, ieri nuovi soccorsi in mare. Due operazioni per complessivamente 67 persone salvate. Nella prima operazione quarantadue migranti sono stati soccorsi nel Mediterraneo centrale dalla “Sea-Eye 4” con a bordo gli equipaggi congiunti di Sea-Watch, Sea-Eye e Mediterranea. Sono stati individuati e tratti in salvo venerdì sera mentre erano stipati su una imbarcazione in difficoltà. La nave Ong ha poi fatto rotta su Crotone, il “porto sicuro” assegnato, che prevede di raggiungere domani sera.
«Con onde alte, il buio di notte fonda, l’equipaggio di Sea Eye, in condizioni difficili, l’equipaggio ha salvato 42 persone in pericolo in mare la scorsa notte» comunica la Ong tedesca sui social. «Ora sono al sicuro a bordo del Sea-Eye 4. Le autorità italiane ci hanno assegnato Crotone come porto, a ~740 chilometri di distanza». La seconda operazione, diverse ore più tardi, con altre 25 persone messe in salvo e ora a bordo della nave. «Purtroppo si devono registrare almeno due intercettazioni da parte della cosiddetta guardia costiera libica» informano da Mediterranea saving humans. «Nella serata un nuovo soccorso, di altre 25 persone, che è stato coordinato da Mrcc di Roma. Ma le operazioni di ricerca di altre imbarcazioni in pericolo stanno continuando».
Intanto da Lampedusa arriva la testimonianza drammatica di uno dei 32 migranti bloccati sulla piattaforma petrolifera in mezzo al mare per più di quattro giorni, una settimana fa. «Era mio fratello. Ha battuto la testa mentre cercavamo di salire sulla piattaforma e poi è caduto in acqua. Era buio e non siamo riusciti a salvarlo» racconta Ismail, una delle 32 persone bloccate sulla piattaforma Miskar e soccorse da Aurora di SeaWatch. «Ora «Adesso sappiamo cosa è successo a quella persona morta sulla piattaforma petrolifera» aggiunge la Ong Sea Watch.
Intanto secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) sono circa 3.329 le persone sbarcate sulle coste italiane nel mese di febbraio 2025, il 4% in meno rispetto al mese precedente (3.479). Da gennaio sono stati registrati oltre 6.800 arrivi via mare, un aumento del 49% rispetto allo stesso periodo del 2024. Le persone arrivate sulle coste italiane a febbraio sono partite da Libia, Turchia, Tunisia e Algeria. La Libia è stata nel mese considerato il primo Paese di partenza, con circa il 92% di tutti gli arrivi via mare in Italia. Circa l’84% delle persone arrivate a febbraio sono sbarcate a Lampedusa. Sempre da inizio anno, le nazionalità di origine prevalenti sono state: Bangladesh (38%), Pakistan (17%), Siria (10%), Egitto (10%), Eritrea (5%), Etiopia (3%), Tunisia (3%), Algeria (2%), Sudan (2%) e Afghanistan (1%). Almeno 4 persone risultano morte per ipotermia o ustioni e inalazione da idrocarburi, in base alle testimonianze raccolte dallo staff di Unhcr su due naufragi avvenuti nel mese di febbraio. E su questo tema specifico e dei soccorsi in mare, l’agenzia Onu continua a sollecitare gli Stati «a potenziare risorse e capacità per adempiere efficacemente alle proprie responsabilità». In particolare, rinnova il suo appello alla «collaborazione per rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare e per promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione europea per le persone in cerca di protezione internazionale».
Almeno 80 persone sono invece morte e 24 risultano disperse sulla rotta del Mediterraneo centrale, dall’inizio dell’anno al 1 marzo. Lo rende noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia nel suo ultimo aggiornamento pubblicato su X. Nello stesso periodo, precisa l’agenzia dell’Onu, i migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 4.204, di cui 3.539 uomini, 469 donne e 196 bambini.
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