Lotta alle recensioni false con commenti a "tempo" e ricevute fiscali

Nel disegno di legge sulle pmi approvato al Senato introdotte misure per limitare il malcostume dei commenti pilotati
October 25, 2025
Lotta alle recensioni false con commenti a "tempo" e ricevute fiscali
Nel mirino del ddl sulle piccole e medie imprese le false recensioni, sui siti come Booking.come e Tripadvisor, che colpiscono soprattutto il settore del turismo/ REUTERS
Le recensioni false, in un mondo in cui le scelte dei consumatori sono sempre più spesso influenzate dal mondo digitale, rappresentano un enorme problema. Una valaga di parole dettate spesso da interessi economici o semplicemente dal desiderio di parlare male di qualcuno che danneggia tanto i consumatori, spingendoli ad acquisti in base ai commenti positivi, sia le aziende, in particolare quelle del mondo della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera. A tentare di mettere un argine contro un fenomeno difficile da normare per la sua stessa natura i provvedimenti contenuti nel ddl sulle pmi approvato qualche giorno fa in Senato in prima lettura. Una stretta che è stata comunque ridimensionata per i rilievi fatti dalla Commissione Ue alla prima bozza del provvedimento.

Cosa prevede la norma sulle recensioni false

Proprio per questi dubbi, in Senato è stato eliminato l’obbligo di identificazione per chi pubblica una recensione sui siti internet, mentre viene stabilito che i commenti saranno ritenuti leciti solo se rilasciati non oltre 30 giorni dalla data di utilizzo del prodotto o del servizio da parte di chi ne ha effettivamente fruito. Varrà la presunzione di recensione autentica se questa è corredata da una fattura o ricevuta fiscale. In pratica il diritto alla recensione viene riconosciuto solo a chi ha effettivamente usufruito di un bene o di un servizio.
Le recensioni non saranno ritenute più lecite, per perdita di attualità, dopo due anni dalla pubblicazione. L’Antitrust avrà adesso il compito di adottare le linee guida.

Il Codice di condotta della Commissione Ue 

Le norme italiane si inseriscono in un ampio quadro europeo. La Commissione europea ha introdotto un Codice di condotta dedicato alle recensioni online nel turismo, con l’obiettivo di rendere più affidabili i commenti pubblicati sulle piattaforme digitali e di impedire che chi recensisce un hotel o un ristorante senza averci mai messo piede possa continuare a farlo. Il Codice è stato messo a punto con il coinvolgimento diretto di piattaforme, strutture ricettive e altri operatori del settore. 
Secondo un’analisi del Centro studi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le recensioni online influenzano l’82% delle prenotazioni di alloggi e ben il 70% delle scelte nei ristoranti. È chiaro quindi l'impatto sul sistema economico dei commenti falsi o non verificati. La validazione delle recensioni verrà affidata a criteri che dovranno essere adottati dalle piattaforme online, le quali saranno chiamate ad attivare sistemi di verifica più accurati.
Già a giugno, la Commissione europea aveva inviato all’Italia un parere dettagliato positivo sul disegno di legge nazionale contro le recensioni false, inserito nel ddl annuale per le piccole e medie imprese. L’Italia ha quindi avuto un ruolo da apripista, in grado di fornire un modello normativo utile per l’intera Unione. Il nuovo Codice europeo, pur non essendo vincolante, rappresenta una base di riferimento condivisa.

Gli operatori del settore esultano

FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, parla di un concreto passo avanti verso una maggiore trasparenza e autenticità delle recensioni digitali che si inserisce nella cornice legislativa europea. La Federazione ribadisce la necessità di mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che incide in maniera significativa sia sulla tutela dei consumatori che sulla concorrenza leale: secondo le evidenze raccolte dall’Ufficio Studi della Federazione, infatti, fino al 30% del fatturato di un pubblico esercizio dipende dalla reputazione digitale, incidendo su circa 30 miliardi di euro di consumi solo per la ristorazione in Italia.
“Chi utilizza un servizio ha diritto di esprimere la propria opinione, ma chi legge una recensione ha diritto di conoscere le vere opinioni espresse da vere persone che raccontano una vera esperienza e chi viene recensito ha diritto di essere tutelato contro ogni forma di diffamazione, di concorrenza sleale e di pressione indebita" ha detto Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi, intervenendo al forum su tutela dei consumatori da pratiche ingannevoli, prodotti contraffatti e false recensioni online.
Nucara ha "denunciato i mercanti di recensioni, senza nessuna esclusione, da chi vende e compra le recensioni con l'obiettivo di attirare la clientela a chi si offre di danneggiare i competitor". Il direttore di Federalberghi ha inoltre richiamato l'attenzione sulle "molteplici comunicazioni ingannevoli", menzionando un'ampia gamma di casi, tra cui le strutture extralberghiere che dichiarano il falso. Difficile anche le relazioni tra gli hotel e i portali di prenotazione. "La moderazione delle recensioni è sbilanciata - ha detto - come dimostrano la difficoltà che si incontrano quando si chiede di rimuovere recensioni inappropriate, anche se ingiuriose o palesemente false"

Le associazioni di consumatori: no alle opinioni con la scadenza

Di tutt’altro avviso le associazioni dei consumatori secondo le quali è inimmaginabile pensare che, per poter esprimere un'opinione, ci possa essere una scadenza. Per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori "un conto è prevedere che la recensione sia veritiera e attuale, altro è impedire di esercitare un legittimo e non diffamatorio diritto di critica. Auspichiamo che la Camera modifichi questo testo assurdo e vergognoso". Altrettanto scivoloso il fronte delle recensioni diciamo “interessate”. "Quanto al divieto di fare una recensione se è il frutto della dazione o della promessa di sconti, benefici o altra utilità da parte del fornitore o dei suoi intermediari, si tratta di una previsione anacronistica che renderà disoccupati migliaia di influencer che vengono attualmente pagati per fare pubblicità, pagati peraltro dagli stessi albergatori e ristoratori”.

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