La Cassazione ha due dubbi sul piano Albania e lo ha rinviato alla Corte Ue

I giudici della suprema corte chiedono se sia conforme al diritto europeo trattenere due stranieri senza accordo con il Paese di origine e in presenza di domanda di protezione internazionale
May 29, 2025
La Cassazione ha due dubbi sul piano Albania e lo ha rinviato alla Corte Ue
reuters | Il centro per il rimpatrio di Gjader in Albania
È ancora tutto in salita. Contrariamente a quanto deciso solo pochi giorni fa, con una precedente sentenza, che sembrava in linea con le decisioni del governo, ieri la Cassazione ha di nuovo sparigliato le carte, dubitando che l’operazione dei centri in Albania sia compatibile con il diritto europeo.
I giudici della Suprema corte infatti hanno rinviato due cause alla Corte di giustizia dell’Unione europea: due provvedimenti fotocopia nati dai ricorsi del Viminale contro altrettante non convalide del trattenimento decise dalla Corte d’appello di Roma.
Si tratta di un migrante in situazione di irregolarità amministrativa e quello di un richiedente asilo che ha fatto domanda di protezione internazionale da dietro le sbarre del Cpr di Gjader. Per il primo il dubbio è che il trasferimento dall’Italia all’Albania contrasti con la direttiva rimpatri. In sostanza gli ermellini hanno chiesto alla Corte di Giustizia europea se sia conforme al diritto europeo trasferire in Albania un migrante di un Paese con cui non c’è un accordo per il rimpatrio, ossia in ‘’assenza di qualunque predeterminata e individuabile prospettiva di rimpatrio’’. La prima sezione della Cassazione inoltre ha chiesto, secondo quanto si legge sull’ordinanza, se, quindi, sia possibile trattenere a Gjader il migrante da espellere che lì abbia presentato domanda di protezione internazionale a scopo strumentale. Per il secondo un analogo sospetto riguarda la direttiva accoglienza. Il tema - viene spiegato - è quello della territorialità: la prima sezione penale è tornata quindi sui propri passi capovolgendo una precedente decisione, assunta lo scorso 8 maggio, in cui aveva equiparato il Cpr di Gjader a quelli che si trovano in Italia.
I giudici di legittimità chiedono di valutare se la direttiva rimpatri che riguarda i cittadini di paesi terzi in situazione irregolare, sia di ostacolo all’applicazione della legge 14/2024, che consente di condurre al Cpr di Gjader le persone destinatarie di provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati.
«Ciò che appare subito chiaro è che i quesiti sollevati sono ampi e riguardano questioni dirimenti» commenta Gianfranco Schiavone di Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. «In particolare sul fatto che il trattenimento non può avere una finalità afflittiva, deve essere il più breve possibile e deve cessare se non ci sono prospettive ragionevoli di esecuzione dell’allontanamento. Tutti aspetti che con evidenza stridono con il modello di detenzione extraterritoriale in Albania». Per riuscire però ad analizzare bene le motivazioni poste a base del rinvio alla Corte Ue «bisogna leggere le motivazioni per intero» conclude.
Questa decisione della Cassazione arriva dopo pochi giorni dall’ultimo trasferimento di una trentina di migranti al centro di permanenza e rimpatrio in territorio albanese. Attualmente dovrebbero essere circa una cinquantina i migranti presenti nel centro mentre altri 30 sarebbero già stati rimpatriati. Intanto sembra che la sentenza inizialmente attesa fra fine maggio e l’inizio di giugno sempre dalla Corte di giustizia Ue sul tema dei Paesi sicuri slitti a fine estate.
Soddisfatti, plaudono alla decisione della Cassazione le opposizioni da sempre sul piede di guerra per i centri migranti in Albania voluti dal governo Meloni. «La decisione della Corte di Cassazione conferma ciò che abbiamo sempre denunciato: l’intesa con Tirana è contraria al diritto europeo» attacca Angelo Bonelli (Avs). «Presenterò un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia affinché sia fatta chiarezza – dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami – I rinvii alla Cge operati dalla Cassazione riguardano materia già definita qualche settimana fa dalla stessa Cassazione che aveva ritenuto del tutto legittimo il percorso giuridico sotteso alla attività dei Cpr».

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