In fuga dall'Afghanistan, con ago e filo la nuova vita di Mariam

In Italia grazie a un corridoio umanitario, la donna ha iniziato a lavorare nella sartoria solidale Taivè. «Oggi sono felice, ho incontrato tanta solidarietà. Il mio sogno? Un figlio»
March 6, 2025
In fuga dall'Afghanistan, con ago e filo la nuova vita di Mariam
Farsi Prossimo | La donna al lavoro nella sartoria
Ha un sorriso dolce e luminoso che ispira immediata simpatia Mariam (il nome è di fantasia), 39 anni. Ogni tanto ricaccia indietro le lacrime quando pensa al suo Afghanistan, che ha dovuto lasciare in seguito all’avvento dei talebani il 15 agosto 2021 e al clima pesante e oppressivo, in particolare per le donne. «Sono laureata in giurisprudenza ma non ho mai potuto lavorare - racconta -. Vivevo a Kabul con mio marito che è stato dipendente di varie multinazionali. A un certo punto le condizioni sono diventate impossibili (mio marito è stato costretto a cambiare tre lavori) e, benché musulmana, ho dovuto lasciare il Paese e tutta la mia famiglia, i miei due fratelli e una sorella. Avevamo una casa bella e grande, un’auto, stavamo bene. Purtroppo non abbiamo avuto alternative. Amo il mio Paese e ho nostalgia della famiglia, ma sono grata all’Italia che mi ha accolto».
Fuggita con il marito in Pakistan, ha vissuto lì fra mille difficoltà finché grazie a un corridoio umanitario è riuscita a raggiungere Roma il 23 maggio 2023 con una ventina di persone, fra cui alcuni afghani. Poi ci siamo subito diretti a Milano. «È stato molto duro abbandonare l’Afghanistan, ma qui in Italia ho trovato persone buone e gentili – continua -. In Afghanistan alle donne è precluso tutto, persino andare dal parrucchiere. Mi piace molto l’italiano, che sto imparando e studiando. Anche grazie alla Casa delle donne, dove ho svolto un’attività di volontariato per quattro mesi. Ma spero di migliorare sempre di più».
In poco tempo Mariam ha superato il livello B2 e frequenta il Centro provinciale istruzioni adulti con profitto. Comprende bene e si esprime con proprietà. L’educatrice di Farsi prossimo che la segue ha impiegato tre mesi per capire quale potesse essere la nuova strada per Mariam che ha studiato tanto, ma che era anche brava a lavorare all’uncinetto, tanto da farne il suo hobby.
Così, è approdata a Taivé, la sartoria solidale realizzata da Caritas ambrosiana, e ha conosciuto Maria, le sarte e le volontarie. «È stato un incontro bellissimo. Maria per me non è la responsabile, ma un’amica. Un’amica vera. Come tutte le altre sarte e le volontarie. Ho cominciato con un tirocinio e adesso ho un contratto a tempo indeterminato di cui sono felicissima. Ho imparato tantissimo e sto imparando ancora. Ogni mattina penso che non vado a lavorare, ma in un posto che sento come la mia casa. Non mi pesa aver lasciato la mia laurea nel cassetto. Sono soddisfatta così».
Mariam ha un talento innato e una notevole abilità per questo lavoro, taglia, cuce, vende ed è in grado di gestire il negozio in autonomia. «Oggi sono felice, ho incontrato tanta solidarietà. Vivo in un appartamento con mio marito che recentemente ha trovato lavoro – conclude Mariam -. Riesco ad aiutare la mia famiglia e questo mi fa molto piacere. Il mio sogno adesso è quello di avere un figlio e di vivere qui. Almeno finché le cose non cambieranno nel mio Paese».

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