Il governo stoppa la legge toscana

Impugnata la normativa alla Consulta: per il Consiglio dei ministri contrasta con la tutela della concorrenza. Su tutte le furie il Pd Schlein: «È scandaloso, temono questo strumento»
August 5, 2025
Il governo stoppa la legge toscana
Archivio | Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani
Scatena una nuova polemica la decisione del governo di impugnare la legge toscana sul salario minimo, in vigore dallo scorso 18 giugno, che prevede un criterio premiale nelle gare pubbliche per le aziende che garantiscono almeno 9 euro lordi l'ora. Vanno su tutte le furie il Pd nazionale e quello toscano dopo che il Consiglio dei ministri di lunedì si è opposto alla normativa regionale con le seguenti motivazioni: «In quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza, violano l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione».
Sui salari, infatti, le Regioni non hanno competenze, però possono inserire negli appalti condizioni tecniche: un passaggio che permette quindi di premiare, nella valutazione finale, le aziende che applicano ai propri dipendenti una paga minima predefinita. Nel caso specifico si parla di mansioni che variano dalle pulizie al giardinaggio, passando per guardiania, fattorinaggio e portierato.
«Ancora una volta il governo Meloni dimostra di avere paura del salario minimo. Tant’è che impugna alla Consulta la legge regionale pur di far scomparire dal dibattito pubblico questa legge di civiltà. È scandaloso, considerato che le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese per le bollette alte e gli stipendi bassi », sostiene la segretaria nazionale dem Elly Schlein. E avverte: «Stiano tranquilli, non solo continueremo a batterci perché in Parlamento torni la legge di iniziativa popolare su cui abbiamo raccolto oltre 100mila firme, ma il salario minimo sarà centrale in tutti i programmi elettorali alle Regionali ».
Una contrarietà che si rispecchia nelle parole del governatore toscano, Eugenio Giani, anch’egli in difesa di «una norma di civiltà» e pronto a costituire la Regione «in giudizio davanti alla Corte». Compatta la presa di posizione anche dei parlamentari dem eletti in Toscana con una nota congiunta: «Siamo francamente sconcertati da un governo ormai fuori dalla realtà, immobile ed incapace di dare risposte alle persone».
«Se si fosse trattata di una legge a favore delle banche o delle compagnie energetiche il governo Meloni non avrebbe fatto una piega. Ma di fronte al salario minimo da garantire ai lavoratori, la destra si è messa prontamente all’opera per bloccarla», sottolinea il leader di Avs, Nicola Fratoianni. «Anche quando sono gli enti locali, con lungimiranza, a colmare un vuoto normativo, l’esecutivo sceglie di ostacolarli», conclude la senatrice dem (ex Cgil) Susanna Camusso.
In meno di un anno è la quarta volta che il governo impugna una legge toscana: prima era toccato a balneari, affitti brevi e al fine vita.

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