Il caso dei campi rom: quali sono i numeri e i progetti che dividono i politici
di Redazione
Il capoluogo lombardo è la seconda città (dopo Roma) per presenze di nomadi e insediamenti. Sala: chiusi 24 siti in 12 anni, non si speculi. Salvini: radere al suolo tutto. Il nodo dell'età de

La morte di Cecilia De Astis, investita e uccisa da quattro ragazzi rom di età compresa tra 11 e 13 anni, ha puntualmente riacceso i riflettori sulla situazione degli insediamenti abusivi nelle grandi città, a partire da quel che accade nel capoluogo lombardo. Prima di un confronto sulle cifre, però, è partita inesorabile l'immancabile querelle politica tra leader nazionali e locali.
A dar fuoco alle polveri, pochi minuti dopo l'annuncio della notizia del fermo dei quattro ragazzini under 14, è stato direttamente il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. «Campo rom da sgomberare subito, e poi radere al suolo, dopo anni di furti e violenze, pseudo "genitori" da arrestare e patria potestà da annullare. Sindaco Sala e sinistre, ci siete???» ha scritto sui social il leader della Lega. Anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è intervenuto parlando di «una tragedia che non può rimanere impunita. Non è un "incidente" - ha detto il governatore - è il frutto di una catena di illegalità, arroganza e impunità che parte da lontano e che non può più essere tollerata». A stretto giro di posta, è arrivata la replica del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. «Sulla morte di una persona in circostanze così terribili trovo vergognoso speculare, soprattutto da parte di alti rappresentanti del governo. Siamo vicini alla famiglia della donna scomparsa. Non ci sono dubbi che le famiglie dei ragazzi coinvolti devono rendere conto di quanto è successo. E su questo chiederemo la massima intransigenza». Palazzo Marino ha poi fotografato la situazione odierna. «Il Comune di Milano ha iniziato da anni e persegue tuttora una politica di superamento dei campi rom: le giunte di centrosinistra ne hanno chiusi 24 - 4 autorizzati e 20 irregolari - in 12 anni, dal 2013 al 2024. Le giunte di centrodestra, che adesso gridano, quando sono state al governo della città solo 1». Per quanto riguarda, invece, la presenza di insediamenti rom e il loro superamento, il tavolo di coordinamento con le Forze dell'ordine è in Prefettura, organo periferico del Ministero degli Interni.
Non a caso, a Salvini a livello nazionale ha risposto anche il leader di Azione, Carlo Calenda. «Io sono favorevole allo sgombero di tutti i campi rom» ha detto Calenda rivolgendosi direttamente al ministro. «Non ho capito però perché lo chiedi al sindaco e non al ministro degli Interni». Per parte governativa, a reagire è stato finora il ministro della Scuola, Giuseppe Valditara. «Vergognoso è non fare nulla» ha spiegato, riferendosi al fatto che i quattro ragazzini coinvolti «crescano nel degrado, nell'illegalità, nell'assenza di istruzione, nella mancanza di regole». Il proposito dell'esponente di governo è ripartire dalle sanzioni a carico dei genitori, che non mandano i figli a scuola, previsto nel decreto Caivano che a suo dire «ha dato eccellenti risultati».
Ma quali sono i dati reali oggi? Secondo quanto riporta la Strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di rom e sinti, nel piano 2021-2030 condiviso dal Dipartimento per le pari opportunità presso la presidenza del Consiglio dei ministri, l'Unar e la Commissione europea, otto città hanno fatto da laboratorio durante l’implementazione delle cosiddette attività progettuali Pal, i Piani di azione locale, è emerso che Milano è la seconda città italiana, dopo Roma, per numero di presenze stimate e per numero di insediamenti. «Nell’area metropolitana della città meneghina sono state rilevate circa 3.400 rom e sinti, presenti in 7 campi formali (circa 700 persone, la maggior parte con cittadinanza italiana) e in circa 130 campi informali (abitati da quasi 2.700 persone, soprattutto originarie della Romania) - sottolinea il dossier -. Non è invece stato possibile stimare il numero delle persone dimoranti in appartamenti». Come detto, è la Capitale a registrare il maggior numero di presenze rom e sinte sul territorio, oltre anche al più alto numero di insediamenti, sia formali che informali. Con riferimento alla consistenza numerica, sul territorio della capitale «sono stati stimati circa 6mila rom e sinti presenti in 16 insediamenti formali (circa 4mila persone), 300 insediamenti informali (circa 1.300 persone), stabili occupati (circa 650 persone) e in appartamenti». Resta il nodo dell'età dei bambini presenti, tutt'altro che semplice da quantificare.
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