Il caldo estremo ha provocato 16.500 morti in 854 città europee

Uno studio dell'Imperial College di Londra conferma che l'Italia conta il numero più alto di decessi correlati alle ondate di calore: 4.597 morti per il caldo stimate in Italia (solo a Roma 835)
September 16, 2025
Il caldo estremo ha provocato 16.500 morti in 854 città europee
Ansa | Caldo a Roma
C’è una nuova stima, più drammatica, sui morti da caldo: le ondate di calore provocate dai cambiamenti climatici ha causato 16.500 morti in 854 città europee, secondo lo studio dei ricercatori dell'Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Lo studio, che si è concentrato su 854 città europee, ha rilevato che il cambiamento climatico è responsabile del 68% dei 24.400 decessi stimati per il caldo di quest'estate, grazie a un aumento delle temperature fino a 3,6°C.
I ricercatori avvertono che il risultato è solo un'istantanea del numero di morti legate al caldo estremo, poiché le città studiate rappresentano circa il 30% della popolazione europea. L'analisi fa seguito a uno studio condotto dallo stesso team, secondo il quale il cambiamento climatico avrebbe potuto triplicare il numero di vittime di un'ondata di caldo di luglio in Europa. Un “killer silenzioso”, quello del caldo estremo, perché la maggior parte dei decessi dovuti al caldo non viene dichiarata, mentre i dati ufficiali del governo possono impiegare mesi per essere pubblicati, se lo sono.

Italia maglia nera

L’Italia, purtroppo, conquista il dato peggiore: i risultati principali dello studio sottolineano che in tutte le città, i cambiamenti climatici sono all'origine di 4.597 morti per il caldo stimate in Italia, 2.841 in Spagna, 1.477 in Germania, 1.444 in Francia, 1.147 nel Regno Unito, 1.064 in Romania, 808 in Grecia, 552 in Bulgaria e 268 in Croazia. In particolare, per quanto riguarda le capitali: i cambiamenti climatici hanno causato 835 morti per il caldo a Roma, 630 ad Atene, 409 a Parigi, 387 a Madrid, 360 a Bucarest, 315 a Londra e 140 a Berlino. A colpire di più sono state le persone di età pari o superiore a 65 anni che hanno rappresentato l'85% dei decessi in eccesso. Le estati più calde diventeranno sempre più letali per la popolazione europea che invecchia. “Il modo più efficace per proteggere le persone dal caldo ed evitare estati sempre più caldi e letali è un rapido abbandono dei combustibili “.
"Può sembrare poco, ma il nostro studio dimostra che variazioni del calore estivo di pochi gradi possono fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone – sottolinea Clair Barnes, Researcher at the Centre for Environmental Policy Imperial College London -È un altro promemoria del fatto che il cambiamento climatico non è un problema che possiamo affrontare solo in un momento futuro. Quanto più a lungo i governi impiegheranno ad abbandonare i combustibili fossili e a ridurre le emissioni, tanto più il caldo estivo diventerà mortale, anche con gli sforzi per diventare più resilienti alle temperature estreme".
Fra i due decessi “simbolo” di questa estate torrida, i ricercatori segnalano quello di uno spazzino di 51 anni a Barcellona, in Spagna, e di un operaio edile di 47 anni a San Lazzaro di Savena, in Italia.

Il "killer silenzioso"

“Tuttavia, la maggior parte dei decessi legati al caldo non viene segnalata. Le persone spesso muoiono a causa di condizioni sottostanti, come problemi cardiaci, respiratori o renali, aggravati dalle alte temperature e il ruolo del caldo è raramente registrato sui certificati di morte – aggiungono gli studiosi - Per stimare il numero di questi decessi e quanti fossero legati ai cambiamenti climatici, lo studio si è concentrato sul caldo da giugno ad agosto. Gli scienziati del clima hanno scoperto che il cambiamento climatico, causato principalmente dalla combustione di combustibili fossili e dalla deforestazione, ha aumentato le temperature di una media di 2,2°C, ma fino a 3,6°C. I Paesi più colpiti da un'unica ondata di calore sono stati Romania, Bulgaria, Grecia e Cipro dal 21 al 27 luglio, quando si stima che si siano verificati 950 decessi per caldo con temperature fino a 6°C sopra la media, pari a circa 11 decessi giornalieri in eccesso per milione di persone. Le capitali con i più alti tassi di mortalità pro capite sono state Roma, Atene e Bucarest, a testimonianza della loro esposizione ad alcune delle temperature più estreme in Europa. Tuttavia, i ricercatori fanno notare che altri fattori giocano un ruolo, tra cui la preparazione, la demografia della popolazione e l'inquinamento atmosferico.

Una minaccia per la popolazione che invecchia e per chi vive in città

Lo studio sottolinea come il caldo sia una minaccia crescente per il rapido invecchiamento della popolazione europea. L'Europa è infatti il continente che si riscalda più rapidamente e continuerà a sperimentare estati sempre più calde finché i combustibili fossili non saranno sostituiti da energie rinnovabili. E a pagare il prezzo più alto sono gli anziani che vivono in città: le città europee possono essere in media più calde di 4-6°C rispetto alle aree rurali, con picchi fino a 10°C, perché le superfici in cemento intrappolano il calore e i trasporti e l'uso di energia aumentano ulteriormente le temperature urbane. “L'espansione degli spazi verdi e blu può ridurre l'effetto isola di calore urbana e offrire aree più fresche che possono essere un'ancora di salvezza durante il caldo estremo, in particolare per le comunità a basso reddito che vivono in abitazioni più calde e in quartieri con maggiore densità abitativa”, dicono i ricercatori.
"Le ondate di calore sono killer silenziosi – conclude Garyfallos Konstantinoudis, Lecturer at the Grantham Institute – Climate Change and the Environment, Imperial College London - La stragrande maggioranza dei decessi dovuti al caldo avviene nelle case e negli ospedali, dove persone con condizioni di salute già esistenti vengono spinte al limite, ma il caldo è raramente menzionato nei certificati di morte. Nonostante sia il tipo di clima estremo più letale, il caldo è stato a lungo sottovalutato come rischio per la salute pubblica. Per esempio, anche quest'estate in Europa si continua a lavorare all'aperto con temperature superiori ai 40°C. Nessuno si aspetterebbe che qualcuno rischi la vita lavorando sotto una pioggia torrenziale o con venti da uragano, ma il caldo pericoloso è ancora trattato con troppa disinvoltura”.

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