I giovani non fanno figli perché il futuro li spaventa
La popolazione continua a crescere, ma l'Onu avverte sui tanti che rinunciano a fare la famiglia che vorrebbero per problemi economici

Ci sono volute centinaia di migliaia di anni perché la popolazione mondiale raggiungesse il miliardo e poi in soli 200 anni si è settuplicata: lo ha ricordato l’Onu, oggi nel giorno i cui si celebrava il World Population Day, tirando le fila sull’andamento demografico e le sfide per il futuro.
La Giornata internazionale della popolazione fu istituita nel 1989 dalle Nazioni Unite proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni relative all’andamento demografico. Quest’anno l’Onu prova ad accendere i riflettori sulla vera libertà di scelta dei giovani. In che senso? Partiamo dai dati: la fotografia scattata dall’organizzazione è quella di una popolazione mondiale che ha superato gli otto miliardi, con la previsione di raggiungere gli 8,5 miliardi nel 2030, i 9,7 nel 2050 e i 10,9 miliardi nel 2100. La crescita continua, dunque, ma al netto di profonde trasformazioni. Nella società infatti si assiste anche a un progressivo cambiamento sia nei tassi di fertilità che nell’aspettativa di vita. I livelli di fertilità rimangono elevati in alcuni Paesi, ma a livello globale il numero di figli per donna continua a diminuire. All’inizio degli anni ‘70, le donne avevano in media 4,5 figli ciascuna, mentre nel 2015 si è scesi al di sotto dei 2,5 figli.
Nel frattempo, la durata media della vita globale è aumentata, passando da 64,6 anni all’inizio degli anni ‘90 a 72,6 anni nel 2019. Ci vorranno dunque circa 15 anni per raggiungere i 9 miliardi di persone: segno che il tasso di crescita complessivo sta in effetti rallentando pur continuando a crescere.
Anche la popolazione dell’Unione Europea – dopo la diminuzione registrata nel 2021 a causa degli effetti della pandemia – aumenta per il quarto anno consecutivo. Secondo i dati Eurostat, al primo gennaio 2025, era stimata in 450,4 milioni di abitanti, oltre un milione in più rispetto all’anno precedente. Una crescita demografica dovuta in gran parte all’aumento dei movimenti migratori. Come sottolinea l’Eurostat nel report “Children in Migration”, guardando i numeri del periodo che va dall’inizio del 2015 al primo gennaio 2024, l’aumento della popolazione di bambini stranieri ha quasi compensato la diminuzione della popolazione di bambini nazionali dei Paesi Ue. Nello stesso periodo, il contributo della popolazione extra europea è evidente anche nel tasso di crescita medio annuo del numero totale di nascite: è stato negativo sia per le madri con cittadinanza nazionale (-2,5%) che per quelle con un’altra cittadinanza Ue (-0,8%), mentre è stato positivo per le madri con cittadinanza extra-Ue (+2,4%). Tuttavia, si comincia a osservare un progressivo rallentamento. In media la popolazione è cresciuta di circa 0,9 milioni di persone all’anno nel periodo 2005-2024: molto meno rispetto all’aumento medio di circa 3 milioni di persone all’anno degli anni ‘60.
Tutto positivo dunque? Di sicuro, questi numeri mostrano che l’allarme non è tanto sui tassi di fertilità. Ciò non toglie che tutti dovrebbero avere opportunità di scelta: è su questo punto che l'Onu partendo dai dati rileva infatti un problema. L'Organizzazione, cita un rapporto sullo stato della popolazione mondiale del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) che sottolinea come la vera questione di oggi sia la mancanza di capacità riproduttiva, ossia che molte persone, soprattutto i giovani, non sono in grado di avere i figli che in realtà desiderano. L’Unfpa-YouGov ha condotto infatti un sondaggio su oltre 14mila persone in 14 Paesi, rilevando come nella maggior parte dei casi sono le barriere economiche a impedire loro di avere i figli che vorrebbero. Lo dichiarano il 39% degli intervistati: il 29% in Italia. La motivazione che fa desistere di più gli italiani dall’avere figli è invece la disoccupazione o la precarietà lavorativa: tocca il 30% dei nostri connazionali a fronte di un 21% nella media globale. Il terzo elemento di preoccupazione dei 14 Paesi è il costo della casa e gli spazi: una questione che tocca anche il 14% degli italiani.
Il sondaggio, insomma, conferma come gli aspiranti genitori siano spesso frenati dalle preoccupazioni sul proprio futuro e sul mondo che erediterebbero i loro figli. «I giovani vanno sostenuti – ha commentato a partire da questi dati il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres –. Costruiamo insieme un futuro in cui ogni persona possa determinare il proprio destino in un mondo giusto, pacifico e pieno di speranza». L’invito del Segretario ai Paesi è dunque di investire maggiormente in politiche che garantiscano istruzione, assistenza sanitaria, lavoro dignitoso e piena tutela dei diritti riproduttivi dei giovani.
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