Elezioni in Calabria, per il campo largo una lezione da mettere a frutto
Il centrodestra fa 2 a zero con Occhiuto e impone alle opposizioni di capire le ragioni del non sfondamento, a partire dall'ampliamento dei temi-chiave

Dopo gli otto punti nelle Marche, il distacco raddoppia in Calabria e supera i sedici punti. Di “largo”, più che il campo, per ora c’è soltanto la vittoria del centrodestra. E per il “nuovo” centrosinistra in costruzione (in vista delle elezioni politiche del 2027, l’appuntamento che conta) le percentuali, queste percentuali, non sono un dettaglio privo di rilievo. Perché indicano con nettezza che non basta la somma aritmetica dei partiti per vincere. Certo, il voto nazionale ha prospettive diverse e l’esito di quelle regionali conta fino a un certo punto. Però un’indicazione di massima rimane valida. E diventa un elemento di preoccupazione per i leader.
Il dato secco dice che le opposizioni perdono addirittura consensi rispetto a 4 anni fa, quando pagarono però il limite di essersi divise (presero il 43,8% fra la Bruni e de Magistris che correva autonomo). Tridico, indicato da M5s, non ha portato un contributo aggiuntivo, malgrado la sua notorietà, l’insistenza sui limiti (ben noti) della sanità regionale e malgrado la sua proposta sul reddito di dignità, che poteva essere ritenuta “acchiappa-voti” (e quest’ultimo è, senza dubbio, un fattore che colpisce ancor di più).
Infine, ulteriore elemento, almeno in questa regione meridionale le minoranze non hanno beneficiato di alcun effetto legato agli imponenti cortei pro-Gaza.
Sono così già sfumati gli obiettivi legati alle due Regioni su cui si puntava per segnare un’inversione di rotta, dato che negli altri 4 territori attesi al voto gli esiti sembrano di fatto scontati. Sono tutti mattoncini che stanno a indicare ai leader nazionali, a partire da Schlein e Conte, che occorre un “qualcosa” di più e di diverso da poter mettere in campo. Insistere sui tasti usati in questi tre anni, pur importanti - dai salari alle guerre -, e sui temi ritenuti identitari dalla segreteria, con tutta evidenza non basta.
Occorre allargare l’orizzonte e cominciare a occuparsi, con un taglio diverso, anche di altre questioni, a partire per esempio dalla sicurezza e dalle opere pubbliche (nemmeno l’opposizione al Ponte ha sortito effetti). E a farlo con una maggiore apertura all'ala più moderata della coalizione. Poi c’è sempre il capitolo dell’affluenza, ancor più arretrata al 43,1 per cento. Di tutto ciò si avvantaggia il centrodestra che, malgrado le ombre dell’inchiesta che ha coinvolto Occhiuto, continua evidentemente a meglio incarnare lo spirito del Paese.
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