C'è un'altra Sardegna da scoprire a passo lento
Al via la 4ª edizione di Noi camminiamo in Sardegna. L’assessore Cuccureddu: «Il turismo dei territori è un asset strategico per lo sviluppo della regione». Cinquecento viaggiatori su 16 itinerari

Dimenticate, ma solo idealmente (perché qui c’è ancora un sole estivo), le spiagge mozzafiato e i panorami da cartolina che fanno la gioia degli instagrammer, e provate a immaginare un’altra Sardegna. Fatta anche di terra, di tradizioni, di borghi inaspettati, di luoghi dalle storie antiche e di fede popolare. Un’altra Sardegna da scoprire a passo lento, tutto l’anno. È quello che farà da oggi fino al 4 ottobre, una lunga carovana di viaggiatori che partecipano alla quarta edizione del progetto “Noi Camminiamo in Sardegna 2025”, promosso dalla Regione lungo 16 itinerari sulle strade degli otto Cammini di Sardegna e delle otto Destinazioni di pellegrinaggio, attraverso circa 53 Comuni. «Il turismo lento si candida come asset della strategia promozionale della Regione: è un segmento basato su sostenibilità ambientale ed economico-sociale, teso a valorizzare un’offerta unitaria, composta da borghi, cammini e destinazioni di pellegrinaggio, che si appresta ad affacciarsi sui mercati nazionali e internazionali», ha detto l’Assessore al Turismo, Artigianato e Commercio, Franco Cuccureddu, nel presentare l’iniziativa, durante un incontro con amministratori, operatori e media, che si è svolto nei giorni scorsi al Centro spirituale Nostra Signora del Rimedio di Donigala Fenughedu (Or).

Un modello esperienziale innovativo. Il progetto sui cammini «è un modello turistico esperienziale e sostenibile – ha aggiunto Cuccureddu – imperniato sul rispetto dell’ambiente, delle identità e autenticità, sull’accoglienza dei territori e delle comunità che li abitano. Alla pari di altri prodotti turistici tematici, complementari al consolidato turismo marino-balneare, rappresenta un potenziale fattore di sviluppo economico per i luoghi coinvolti e un’opportunità di diversificare l’offerta durante tutto l’anno e in tutto il territorio». L’innovativo e ormai collaudato format di “Noi Camminiamo in Sardegna”, sostenuto dal patrocinio del ministero del Turismo e organizzato con la collaborazione di Terre di Mezzo, prevede il coinvolgimento di circa 500 partecipanti: ogni itinerario sarà percorso da gruppi di 25-30 camminatori, esperti e non, tra cui giornalisti, content creator, videoreporter, guide turistiche e ambientali, fotografi. I gruppi si muoveranno in contemporanea sui sedici itinerari per poi ritrovarsi tutti a Pula. «Siamo felici di rappresentare la Sardegna sullo scenario nazionale del turismo lento - ha detto sindaco di Pula, Walter Cabasino - grazie alle nostre attrazioni storico, culturali e religiose, e al grande valore identitario del Cammino di Sant’Efisio, in onore del martire più venerato dell’Isola». Proprio sull’evento conclusivo si concentrano le novità di quest’anno, illustrate da Renato Tomasi, responsabile del settore Valorizzazione Territoriale dell’Assessorato, anima di questo progetto che, grazie all’impegno di un team di collaboratori, e funzionari appassionati, è riuscito a mettere in rete luoghi ma soprattutto il patrimonio immateriale di persone, storie e tradizioni che esprimono.

Venerdì a Pula una festa di musiche e parole. Venerdì sera, in Piazza del Popolo, l’evento “I canti, le musiche, i territori” con artisti, camminatori e giorna-listi, condotto da Ambra Pintore e Ottavio Nieddu. Una grande festa per raccontare le “esperienze percorse”. La mattina del sabato poi, a partire dal sagrato della chiesa di San Giovanni Battista, tutti i viaggiatori e chi vorrà unirsi (iscrizione sul sito noicamminiamoinsardegna. it) si muoveranno sul percorso di Sant’Efisio, 10 km nello splendido scenario costiero di Pula. Un’ulteriore novità l’invito rivolto ai gestori dei cammini e delle destinazioni di pellegrinaggio «a favorire - ha detto Tomasi - il coinvolgimento di esperti e associazioni, a promuovere l’accessibilità, ad avvicinare i giovani con attività nelle scuole. Perché siano i più piccoli, per primi, a conoscere e a innamorarsi del proprio territorio».

Fra cammini e destinazioni di fede. Il progetto regionale coinvolge e consolida gli otto itinerari dei Cammini di Sardegna: Cammino Minerario di Santa Barbara, Cammino di San Giorgio Vescovo, Cammino di Santu Jacu, Cammino di Sant’Efisio, Cammino 100 Torri, Via dei Santuari e Cammino Francescano in Sardegna. È stato introdotto, inoltre, un nuovo itinerario pilota: il Cammino dei Beati, che comprende i territori di cinque comuni del Nuorese e della Baronia (Dorgali, Galtellì, Oliena, Orgosolo e Orosei). Protagoniste come sempre le Destinazioni di Pellegrinaggio, frutto di un progetto portato avanti dalla Fondazione Destinazioni di Pellegrinaggio in sintonia con Regione Sardegna e Conferenza episcopale sarda: Borutta, Dorgali, Galtellì, Genoni- Gesturi-Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Borghi legati a figure di santi e beati, luoghi di ospitalità e di silenzio, scrigni di rigenerazione fisica e spirituale.

Il turismo dei territori e dei siti Unesco Proprio al turismo dei borghi è - e sarà - dedicata una parte rilevante dell’attività promozionale dell’Assessorato, in particolare al cluster di 15 località certificate (Borghi caratteristici della Sardegna) che - riprende Cuccureddu - «rappresentano uno spaccato di Sardegna autentica, memorie “vive” che raccontano saperi e sapori, nonché un modello di valorizzazione in chiave slow delle ricchezze materiali e immateriali ». All’interno del turismo lento rientra la promozione dei beni Unesco della Sardegna, arricchita dalla novità principale del 2025: l’inserimento delle necropoli a Domus de Janas nel Patrimonio dell’Umanità, che si affiancano all’unico sito archeologico finora riconosciuto, Su Nuraxi di Barumini, mentre gli altri beni Unesco sardi sono immateriali (il canto a tenore e la Discesa dei Candelieri) e naturalistici (l’Oasi di Tepilora). Con questa novità la Sardegna si è presentata nei giorni scorsi al Wte di Roma, il Salone internazionale del turismo dedicato ai siti Unesco.
Non resta che mettersi in marcia. On the road in quest’altra e sorprendente Sardegna da scoprire a passo lento.
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