Anche Salesforce firma il patto per l’IA etica
Il presidente del colosso Usa del cloud, Niles: «La fiducia accelera l’innovazione responsabile»

«Quello di cui siamo convinti a Salesforce è che la Rome Call for AI Ethics sia perfettamente complementare ai nostri obiettivi di lungo termine, e per questo siamo orgogliosi di farne parte». Sabastian Niles, presidente e chief legal officer di Salesforce, colosso Usa del cloud, non nasconde ad Avvenire l’emozione dopo la firma della “chiamata aperta” che, coinvolgendo industrie, società civile e istituzioni politiche, mira a sostenere un approccio etico e umanistico all’intelligenza artificiale. Nella sede della Pontificia Accademia per la Vita, la piattaforma americana ha ufficialmente aderito oggi all’iniziativa vaticana curata negli ultimi anni dalla Fondazione RenAIssance.
Per Niles, l’adesione di Salesforce è anche un modo per rafforzare un principio fondativo dell’azienda: la fiducia. «È la pietra angolare delle nostre attività quotidiane», spiega. «Abbiamo progettato, per esempio, un Trust Layer: un insieme di funzioni che assicura che l’uso dell’IA sia sicuro, responsabile e conforme agli standard di policy e privacy aziendale, e che i dati siano protetti». Il documento della Rome Call, firmato negli anni anche da Microsoft, IBM, Cisco e Qualcomm, oltre che da istituzioni come la Fao e da rappresentanti delle grandi religioni mondiali, si fonda su principi come trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità, sicurezza e privacy. Obiettivi che, nella visione della Call, dovrebbero ispirare la progettazione e l’uso dei sistemi intelligenti per garantire che il progresso tecnologico rispetti la dignità della persona e la “casa comune”.
Secondo Niles, «firmare la Rome Call non riguarda solo l’etica, ma può diventare anche un vantaggio competitivo. Fiducia e innovazione non sono agli opposti: la fiducia accelera l’innovazione responsabile. I clienti oggi la considerano prioritaria». In altre parole, etica e impresa possono condividere lo stesso terreno, e non più muoversi su binari separati. «Siamo in un momento unico per l’umanità – ha detto ancora Niles –. Possiamo scegliere come modellare la convivenza tra persone e sistemi di IA. Non stiamo firmando un pezzo di carta, ma rinnovando un impegno che fa parte della nostra missione».
Per monsignor Renzo Pegoraro, nuovo presidente della Pontificia Accademia per la Vita e della Fondazione RenAIssance, la firma di Salesforce «ha un valore straordinario perché evidenzia l’urgenza dell’algoretica e l’attualità di un impegno di portata globale. È di cruciale importanza perché non si tratta solo di enunciare principi etici astratti, ma di tradurre concretamente l’etica nella pratica dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale». Come costruire un’IA affidabile, giusta, inclusiva? Per Niles, la risposta non è teorica: «Ci sono sfide e opportunità enormi – conclude –. La chiave sarà la collaborazione tra governi, imprese e società civile per trovare un equilibrio tra rischi e opportunità. Solo così potremo costruire un futuro sostenibile, in cui la tecnologia preservi e crei valore».
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