All'ospedale Gemelli nascerà una Casa dei Bambini

La strutturà accoglierà le famiglie dei piccoli pazienti ricoverati in ospedale, grazie al contributo di Trenta Ore per la Vita e Fondazione Ronald Mc Donald
December 1, 2025
Un prospetto di come verrà la nuova Casa dei Bambini
Un prospetto di come verrà la nuova Casa dei Bambini
Una Casa dei bambini. O meglio, una casa dove le famiglie dei piccoli pazienti ricoverati all’ospedale Policlinico Agostino Gemelli Irccs possano trovare accoglienza gratuitamente nei giorni di ricovero dei propri bimbi. La “Casa dei bambini – Trenta ore per la vita” nascerà nei prossimi mesi nel campus dell’ospedale di Roma come segno tamgibile nel solco del Giubileo della Speranza. Il tempo di Avvento nel nosocomio romano si è aperto con una mattinata di musica- con la fanfara della Polizia di Stato – preghiera e solidarietà, con la benedizione del presepe, l’inaugurazione del villaggio della solidarietà con gli stand dei prodotti solidali delle associazioni di volontariato presenti in ospedale e la preghiera dell’Avvento presideduta da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica. Giuliodori ha richiamato il senso dell’Avvento come tempo di attesa vigile e di speranza concreta, rivogendo un pensiero particolare alle oltre quaranta associazioni di volontariato che operano accanto al Policlinico e alla futura Casa dei Bambini, ricordando anche la parola esigente del Vangelo: «Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli».
Cuore della mattinata è stata la presentazione della “Casa dei Bambini – Trenta Ore per la Vita”, pensata come segno giubilare di speranza e avviata grazie alla collaborazione tra l’Istituto Toniolo (che ha messo a disposizione il terreno), l’Associazione 30 Ore per la Vita e Casa Ronald McDonald Italia, con un progetto curato dall’ufficio tecnico del Gemelli. Un luogo dove la cura prende il volto di una casa: spazi condivisi, servizi dedicati, una comunità di prossimità che accompagna i tempi lunghi della terapia. «La “Casa dei Bambini” – ha ricordato Giuseppe Fioroni, vicepresidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori - si pone come segno concreto di una realtà che non accetta che i poveri e i malati siano “gli ultimi della fila”, ma li riconosce come primi destinatari di cura e attenzione». Anche il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, Alessandro Sgambato, ha richiamato il cuore della missione affidata al Gemelli: «La cura è il fondamento della nostra quotidianità – ha ricordato – e, in fondo, ogni percorso di cura è un Avvento». Coniugare eccellenza clinica e qualità dell’accoglienza, ha aggiunto Daniele Piacentini, direttore generale della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, è fondamentale in una sanità sempre più complessa, «c’è sempre spazio per costruire attesa e speranza, per fare del Gemelli una comunità ampia, in cui ciascuno mette a disposizione il massimo della propria professionalità per restituire all’assistenza un volto autenticamente umano».
L'assistente ecclesiastico del Policlinico Gemelli monsignor Giuliodori
L'assistente ecclesiastico del Policlinico Gemelli monsignor Giuliodori
Quasi il 70% dei bambini con disabilità in carico al Gemelli proviene da fuori regione: famiglie costrette a lunghi periodi lontano da casa, tra costi, fatiche logistiche e isolamento. «Questa nuova struttura – ha spiegato Maria Mercuri, direttore del dipartimento di Scienze della salute della donna, del bambino e di sanità pubblica del Policlinico Gemelli – nasce non solo per le famiglie, ma con le famiglie, mettendo al centro le loro difficoltà e i loro desideri: un luogo di reale condivisione, dove poter continuare a lavorare in smart working, in un ambiente domotico che semplifichi la vita dei bambini con disabilità e consenta di non spezzare i legami e la quotidianità».
Il fondatore di 30 Ore per la Vita, Silvio Capitta Testi, ha ricordato come l’associazione sia nata proprio per sostenere minori costretti a lunghi periodi di cura lontano da casa. «La scelta di finanziare la realizzazione della “Casa dei Bambini” – ha spiegato - nasce dalla condivisione di una stessa visione: mettere la dimensione umana e familiare al centro dei percorsi di cura». A sua volta, Maria Chiara Roti, direttrice generale di Casa Ronald McDonald Italia, ha ricordato come, in una città come Roma, il costo della permanenza possa diventare insostenibile e rischiare di impoverire ulteriormente i nuclei più fragili: «La famiglia di un bambino malato – ha sottolineato – non dovrebbe mai essere costretta a scegliere tra la presenza accanto al figlio e la sostenibilità economica del proprio quotidiano».

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