«Ai pregiudizi, gliele suono»: l'impresa in musica del dj più piccolo del mondo

Luca Lapo 24 ore di fila alla consolle: una maratona per chiedere rispetto, ascolto e inclusione per le persone con disabilità
September 3, 2025
«Ai pregiudizi, gliele suono»: l'impresa in musica del dj più piccolo del mondo
. | Luca Lapo, in arte Dj Luchetta,al lavoroalla console
Non basteranno 24 ore per abbattere i pregiudizi – magari fosse così… - ma Luca Lapo è un entusiasta che niente scoraggia: il 13 settembre al Vanilla Caffè di Schio, in provincia di Vicenza, alle 22 comincerà una non stop di musica che si concluderà alle 22 del giorno dopo. Meglio conosciuto come Dj Luchetta, Lapo è il disc jockey più piccolo del mondo: affetto da Osteogenesi Imperfetta – la “malattia delle ossa fragili” che può portare a fratture ricorrenti e a una ridotta crescita staturale – è alto 95 centimetri. Perché una maratona alla consolle? «Non è solo un’impresa artistica, la mia. Soprattutto – spiega Dj Luchetta – voglio dimostrare che la disabilità non impedisce di realizzare i propri sogni. È un messaggio di speranza che rivolgo a chi è disabile come me e alle famiglie, un incoraggiamento a credere in se stessi, uno stimolo a superare i propri limiti. Avere una disabilità fisica non significa non poter far nulla. Però è importante capire che non dobbiamo dimostrare niente, solo agire perché crediamo in ciò che facciamo». Lapo si regola esattamente così: cinquant’anni, sposato, lavora in un impianto di termovalorizzazione e nei fine settimana o, comunque, appena può si dedica alla sua passione: la musica. «E pensare – riprende – che mia madre mi ha sempre detto che, da grande, non avrei mai lavorato, mai guidato l’auto, ma viaggiato… Io mi sento diverso solo se mi guardo allo specchio». L’ambizione di Lapo è essere un punto di riferimento per i disabili e le loro famiglie. Anzi, meglio, un esempio: «Se lo può fare lui, vorrei che pensassero, perché io no? Se Lapo affronta la vita in questo modo, posso farlo anch’io. Mi piacerebbe che le famiglie non si arrendessero all’idea che i loro figli non possono emergere nel lavoro, nello studio, nell’arte».

A cinquant’anni non se l’è sentita di riprovare ma nel 2009 Dj Luchetta ha tentato di stabilire un record da guinness, battendo il primato di un disk jockey messicano che ha suonato musica per 88 ore no stop. Si è arreso dopo 67 ore, un bel traguardo comunque. Lapo trova sempre un modo creativo per portare avanti le sue battaglie: lo scorso anno ha provocato gli amministratori del Vicentino invitandoli, il 3 dicembre (giornata internazionale della disabilità), a muoversi per un’ora in carrozzella, a sperimentare di persona le difficoltà con cui ogni giorno si scontra chi è obbligato a usare questo ausilio: salire e scendere dal marciapiede, entrare in un negozio o all’ufficio postale, prendere l’autobus. Una ventina tra sindaci, assessori e consiglieri ha aderito all’appello. Se, poi, abbiano capito il messaggio è tutto da dimostrare: «Oltre a quelle architettoniche, sono le barriere mentali a dover essere abbattute. Sono anni che mi batto per il diritto di essere visto, rispettato e trattato per quello che sono e non per come gli altri mi vedono, per quello che dico e che faccio. Capita spesso, soprattutto qui in provincia, che le persone mi si avvicinino e mi trattino come se fossi un bambino di due anni o, peggio, un deficiente. Mi giudicano – è la triste conclusione di Lapo – prima ancora di avermi rivolto la parola, c’è persino chi si azzarda a darmi un’irritante carezza, pietosa e non richiesta, senza concedermi il suo rispetto».

Va da sé che Dj Luchetta ha fatto ampia e approfondita conoscenza dei bulli: «E come no! A scuola, da piccolo, e anche adesso sui social. Però non me la prendo, perché io sarò anche basso ma loro lo sono ancora di più, bassi dentro, gente che prende di mira chiunque capiti. Perché – Luca Lapo è davvero un saggio – quando sei cattivo, sei cattivo con tutti». Non è un caso che venga di frequente invitato nelle scuole a parlare di bullismo: si presenta volentieri armato della sua grinta da guerriero contro contro le ingiustizie. E molte deve averne subite per diventare la persona che è.
La maratona di 24 ore è un evento gratuito e aperto a tutti, una notte e un giorno di musica, energia e coraggio: «Non è di assistenzialismo che abbiamo bisogno – conclude il dj – ma di essere ascoltati, rispettati, inclusi».

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