A Norcia è tornata a vivere la basilica di San Benedetto

Ricostruita dopo nove anni con un paziente lavoro di catalogazione dei materiali per salvare tutto il salvabile. Il ministro Giuli: voi segno di tenacia. Il vescovo Boccardo: macerie non hanno avuto l'ultima parola
October 31, 2025
Una combo con a sinistra una foto del 30 ottobre 2016 che mostra la  Basilica di San Benedetto di Norcia distrutta dal terremoto e a destra la Basilica oggi ricostruita. ANSA/MATTEO GUIDELLI/GIANLUIGI BASILIETTI
Una combo con a sinistra una foto del 30 ottobre 2016 che mostra la Basilica di San Benedetto di Norcia distrutta dal terremoto e a destra la Basilica oggi ricostruita. ANSA/MATTEO GUIDELLI/GIANLUIGI BASILIETTI
È stata restituita vita alla pietra. E non solo grazie al gioco di luci con cui si è illuminata a sera la facciata della basilica di San Benedetto di Norcia prima della riapertura. Entrandoci è un po’ questa l’aria che si respira, l’aver dato nuova vita a questi affreschi e colonne. Tutti gli occhi sono inesorabilmente rivolti all’insù a guardare quella copertura che il terremoto aveva distrutto, insieme alla gran parte delle mura portanti, e che oggi è stata ricostruita in legno plissettato. C’è stupore e meraviglia nel vedere che adesso per questo luogo sembra che il sisma sia solo un brutto ricordo, inciso in quelle porzioni di muri che non si è riusciti a recuperare, sostituirete con materiali più simili possibili all’originario. Nei volti di chi ci ha lavorato in questi anni c’è emozione mista a soddisfazione. E in quelli dei cittadini uno sguardo carico di gioia e meraviglia. Ogni pietra, ogni restauro, ogni tecnica scelta è stata soppesata con la consapevolezza di fare non un comune intervento edilizio, ma di maneggiare pietre cariche di significato, che raccontano non solo della storia di San Benedetto, ma più in generale la vita accidentata di questo edificio. Crollato e poi ricostruito più volte nella storia, è risorto infatti dopo i terremoti del 443, del 801, del 1328 e in maniera parziale nella parte del campanile gotico di 67 metri a seguito dei terremoti del 1703 e 1730. E così ha rialzato ancora la testa oggi, dopo nove anni dal sisma del 30 ottobre del 2016, quando un terremoto di magnitudo 6.5 ha distrutto l’80% della struttura, lasciando in piedi solo la facciata.
Per anni, infatti, su parte dell’omonima piazza antistante l’edificio comparivano, transennati e video sorvegliati, mucchietti di pietre catalogate singolarmente per colore e materiale che mano a mano le macerie della basilica restituivano. Un lavoro certosino – fatto di 5mila mattoni e 4200 cenci - che ha permesso infatti di riutilizzare tutti i materiali originari uniti alle più moderne tecniche antisismiche per ricostruire la casa al Santo patrono d’Europa, con un intervento economico di 15 milioni di euro, finanziato in parte dai fondi dell’Ufficio per la ricostruzione, in parte da quelli della Regione Umbria (Por-Fesr 2014-2020) e in parte dall’Eni con cui è stato siglato un accordo di sponsorizzazione tecnica. Con il ministero della Cultura come soggetto attuatore, la Cobar spa per i restauri e la Comes studio associato a pensarne e disegnarne il nuovo volto. Un cantiere durato “appena” quattro anni, almeno nella fase di riedificazione vera e propria. I lavori di ricostruzione della basilica sono infatti iniziati ufficialmente a dicembre 2021, ma già subito la prima scossa del 24 agosto 2016, con danni lievi, molte delle opere erano state messe in sicurezza in un deposito fuori Norcia e ciò ha consentito, nel successivo sisma del 30 ottobre, di avere già parte dei tesori mobili della basilica salvi. «È commovente tornare qui non più con i caschetti in testa. La comunità nursina oggi si fa modello per l’Italia e per l’Europa – le parole del ministro della Cultura Alessandro Giuli - Dopo nove anni possiamo stringerci intorno a questo monumento più che simbolico, da cui sono riemersi affreschi antichi che possiamo tornare ad ammirare. Voi siete l’impersonificazione della tenacia e della forza, nervo della nostra operosa Italia».
Una foto dell'esterno della basilica di San Benedetto di Norcia restaurata dopo 9 anni dal sisma del 30 ottobre 2016
Una foto dell'esterno della basilica di San Benedetto di Norcia restaurata dopo 9 anni dal sisma del 30 ottobre 2016
La piazza gremita dimostra quanto sia cara a tutti questa chiesa. Non a caso l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo ha definito la riapertura dell’edificio di culto una «festa dell’incontro», tra tante competenze che in questi anni si sono susseguite per «riportare a casa il nostro amato San Benedetto. Noi guardiamo indietro facendo memoria di quello che abbiamo perduto, celebriamo quello che abbiamo ritrovato, ma guardiamo avanti perché quello che facciamo lo facciamo per le giovani generazioni che dovranno portare il peso e la gloria di chi vive in questi territori ricchi di tenacia e generosità». La basilica ritrovata difatti è una sfida, prosegue, «le macerie materiali e umane non devono avere l’ultima parla. Solo condividendo un sogno comune e mettendo da parte gli interessi di parte si possono fare grandi cose che suscitano ammirazione e parlano di futuro». Il futuro sta in quelle 7mila persone rientrate in questi anni nelle loro case, come pure nelle mille che ancora attendono di tornarci. «Se ieri quella facciata era la custodia della speranza – aggiunge perciò il Commissario alla ricostruzione post sisma Centro Italia Guido Castelli - questo edificio sacro oggi ci ricorda che da quelle macerie può generarsi speranza. E ce lo insegna San Benedetto, che per ricostruire non bastano solo le pietre ma serve la comunità». Comunità che in questi anni non ha abbandonato il territorio e ora tocca con mano una ricostruzione ben avviata, con quella leggera al 94% completata e quella pesante iniziata all’87%. Per la basilica la ricostruzione è stata condivisa con la popolazione che ha potuto vedere, nei pannelli che per anni hanno “arredato” la piazza, lo stato di avanzamento lavori. Il nostro, sottolinea così il presidente di Eni Giuseppe Zafarana, «non è stato solo un concorso a carattere tecnico, ma un percorso di partecipazione della comunità. I bambini di Norcia hanno avuto un ruolo nelle pannellature del cantiere e i più grandi hanno realizzato tre documentari». E oggi, a nove anni dalla scossa del 2016, «siamo qui a dimostrare che la rinascita non è solo possibile, ma è realtà – ricorda il sindaco di Norcia Giuliano Boccanera - Noi siamo forgiati della stessa pietra di queste montagne, capaci di resistere a tutte le scosse. Questa basilica non è un intreccio di pietre, ma il simbolo della caparbietà di un popolo». E che oggi, con la celebrazione di dedicazione, tornerà anche a essere destinata di nuovo al culto.
Un affresco all'interno della basilica 
Un affresco all'interno della basilica 

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