martedì 20 novembre 2018
Secondo la Procura di Catania, smaltiti illegalmente nei porti italiani 24mila chili di rifiuti «speciali», tra cui i vestiti dei migranti. Il medico De Maio: «Gli indumenti non sono pericolosi»
«Rifiuti pericolosi smaltiti come normali», nave Aquarius sequestrata
COMMENTA E CONDIVIDI

Scoppia un caso rifiuti nelle operazioni di salvataggio dei migranti del Mediterraneo: il procuratore Carmelo Zuccaro ha ordinato il sequestro cautelativo della nave Aquarius di Medici senza frontiere, ferma da settimane nel porto di Marsiglia dopo il ritiro della bandiera da parte delle autorità panamensi. La misura rientra in un'inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi e potenzialmente tossici da parte delle navi umanitarie nei porti siciliani che conta 24 indagati. Sequestrati anche alcuni conti bancari legati all'Ong.

Medici senza frontiere avrebbe smaltito in modo indifferenziato rifiuti pericolosi come gli indumenti dismessi e i materiali utilizzati a bordo per il primo soccorso delle persone, malgrado a bordo di fossero registrati casi di "scabbia, tubercolosi, meningite, Hiv". In 44 sbarchi, negli ultimi due anni e mezzo, sarebbero state smaltite illecitamente 24 tonnellate di rifiuti pericolosi, con un risparmio stimato in quasi mezzo milione di euro.

Gli indagati, tra cui tutti i capimissione di Msf che si sono alternati alla guida degli equipaggi, "avrebbero avuto la consapevolezza della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio".

Lo smaltimento dei rifiuti pericolosi sarebbe avvenuto con la complicità di una ditta catanese. Il sequestro della Aquarius, comunque, non è stato notificato alle autorità francesi e verrebbe eseguito solo nel caso la nave dovesse entrare in acque italiane. "Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong", ha commentato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, su Twitter, "ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti".

Msf ha respinto le accuse sostenendo di aver sempre seguito le procedure standard, ha preannunciato il ricorso al Tribunale del riesame contro il sequestro e ha denunciato la criminalizzazione dell'azione medico-umanitaria in mare
. "Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini", ha lamentato Karline Klejer, responsabile delle emergenze per Msf, "ora veniamo accusati di far parte di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l'estremo inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare".

La difesa di Medici senza frontiere e Sos Mediterranèe

"Siamo assolutamente sorpresi e indignati. Si accusa Medici Senza Frontiere, che da cinquant'anni salva vite in 72 paesi del mondo, che ha ricevuto un Nobel per la pace, di avere messo in piedi un'organizzazione criminale finalizzata al traffico illecito di rifiuti". Lo dichiara in conferenza stampa Gabriele Eminente, direttore generale di Medici Senza Frontiere. "In questi tre anni abbiamo salvato circa 80mila persone, come lo stadio di San Siro strapieno". E aggiunge: "Siamo in mare dal 2015 e abbiamo fatto oltre 200 sbarchi. Gli sbarchi sono tra i momenti più controllati: salgono a bordo delle nostre navi forze di polizia e autorità sanitarie.. Avremmo quindi messo in piedi un traffico illegale proprio sotto gli occhi delle autorità".

"Le persone che salviamo non sono persone malate, sono sopravvissuti al mare e a viaggi terribili, hanno ustioni, ferite, sintomi da disidratazione e annegamento. Chi ha bisogno di trattamenti specifici viene evacuato", ha proseguito Eminente: "Leggere che gli indumenti indossati da un migrante sono pericolosi è stato doloroso. Sono pericolosissimi ma per loro perché intrisi di combustibile che causa ustioni", dice ancora. "Vogliamo ringraziare per il loro lavoro gli operatori che sono coinvolti in questa vicenda insieme a tutte le centinaia di operatori umanitari che in questi anni, nonostante difficoltà, rischi e polemiche hanno cercato di salvare vite nel Mediterraneo".

Gianfranco De Maio, medico di Msf, ha in particolare contestato la ricostruzione dei magistrati sui presunti rischi legati alla diffusione di malattie infettive determinati dalla scorretta gestione dei rifiuti. "È stata attaccata - sostiene De Maio - la professionalità mia e dei miei colleghi che lavorano in Paesi dove ci sono ebola e colera. Sono accuse ridicole. L'Organizzazione mondiale della sanità assume le nostre linee guida sullo smaltimento dei rifiuti. Pensare poi che la tbc o le epatiti si trasmettano attraverso i vestiti è assurdo".

"Rifiutiamo categoricamente l'accusa di essere coinvolti in attività illegali. Le procedure standard, che finora non sono state contestate dalle autorità, sono sempre state seguite dall'Acquarius", si legge anche in una nota di Sos Mediterranèe, che sostiene con forza il suo partner Medici senza frontiere, nel condannare la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius, nell'ambito di un'indagine della procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti.

"Tutto questo fa parte della serie di attacchi che criminalizzano gli aiuti umanitari in mare. La tragica situazione attuale sta portando all'assenza di navi umanitarie di ricerca e salvataggio operanti nel Mediterraneo centrale, mentre il tasso di mortalità è in aumento", afferma Frederic Penard, capo delle operazioni di Sos Mediterranèe. L'ong parla di "un altro attacco politicamente guidato": "ci aspettiamo che le autorità francesi mostrino moderazione nell'attuazione di questa decisione, poiché l'Aquarius è attualmente attraccato nel porto di Marsiglia - si legge nella nota -. In questi momenti difficili per l'Acquarius, in cui ripetute pressioni politiche hanno costretto le nostre due organizzazioni a cessare temporaneamente le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, siamo pienamente allineati e supportiamo tutti gli sforzi di Msf per appellarsi alla decisione della corte".


L'indagine

L'indagine è stata condotta dalla Guarda di Finanza con intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video e analizzando la documentazione marittima, sanitaria e commerciale relativa agli sbarchi. È emerso che, in occasione degli sbarchi, il comandante della Aquarius e quello della Vos Prudence, altra nave utilizzata e poi dismessa da Msf, non avrebbero trasmesso all'autorità marittima l'indicazione della categoria e dei quantitativi di rifiuti speciali da smaltire.

In particolare, indumenti usati dai migranti sarebbero stati smaltiti come se fossero rifiuti normali tipo stracci della sala macchine. Tra gli indagati ci sono anche Francesco Gianino, agente marittimo intermediario dei rapporti commerciali tra Msf e le imprese incaricate del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti di bordo operanti in vari porti d'Italia, e Giovanni Ivan Romeo, rappresentante sub-agente della società di Gianino. Quest'ultima, secondo gli inquirenti, offriva un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale avrebbe triplicato il suo giro d'affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI