sabato 3 luglio 2021
Il governo propone di aumentare gli stanziamenti, pagati dai contribuenti italiani, nonostante che Tripoli non rispetti i diritti umani e lasci campo libero a detenzioni disumane e ai trafficanti
Colpi di mitraglia dalla motovedetta libica verso il barcone con una quarantina di migranti a bordo, poi i tentativi di speronamento col rischio che le persone finissero in mare. Sono le drammatiche immagini del video diffuso da Sea watch (le riprese sono fatte dal velivolo dell'organizzazione), che ha dato la notizia degli spari contro i migranti in area Sar maltese, a 45 miglia da Lampedusa, il 1° luglio.

Colpi di mitraglia dalla motovedetta libica verso il barcone con una quarantina di migranti a bordo, poi i tentativi di speronamento col rischio che le persone finissero in mare. Sono le drammatiche immagini del video diffuso da Sea watch (le riprese sono fatte dal velivolo dell'organizzazione), che ha dato la notizia degli spari contro i migranti in area Sar maltese, a 45 miglia da Lampedusa, il 1° luglio. - ANSA / Sea-Watch Italy on Twitter

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Mentre in Libia i migranti continuano a essere detenuti in condizioni inumane, sfruttati e poi messi in mare su imbarcazioni strapiene e insicure. E mentre continuano a morire nel Mediterrraneo e vengono inseguiti, con grave pericolo per loro, dalla cosiddetta Guardia costiera libica, che ne approfitta per allargare il raggio di mare che i libici (sostenuti dalla Turchia) intendono controllare, anche a danno dei nostri interessi nazionali, ecco che l'Italia aumenta i finanziamenti proprio alla cosiddetta Guardia costiera libica, dopo avere già fornito navi militari.

Crescono, infatti, di mezzo milione di euro i finanziamenti destinati al blocco dei flussi migratori: passati da 10 milioni nel 2020 a 10,5 nel 2021. In totale 32,6 milioni destinati alla cosiddetta Guardia costiera libica dal 2017, salgono a 271 i milioni spesi dall’Italia per le missioni nel paese nord africano.

Questo nonostante che anche le Nazioni Unite e le associazioni che si occupano di diritti umani abbiano ormai messo chiaramente in evidenza che in questo Paese il rispetto delle persone migranti sia inesistente e che Tripoli non può essere considerato un approdo sicuro.

Avvenire ha già più volte denunciato le mancanze della politica di Roma nei confronti della Libia. Adesso le denunce e gli appelli si moltiplicano.

Anche Oxfam interviene con un appello a cambiare rotta. E segnala che nel testo deliberato dal Governo, che andrà in Parlamento, rispetto al 2020 si registra un'impennata delle risorse destinate alle missioni navali che non prevedono il salvataggio dei migranti in mare: +17 milioni per Mare Sicuro e +15 milioni per Irini. Tutto questo mentre, dall’inizio dell’anno, si contano oltre 720 vittime lungo la rotta del Mediterraneo centrale, almeno 7.135 dalla firma dell’accordo tra Italia e Libia. Oltre 13 mila i migranti riportati in Libia.

Alla vigilia del dibattito in Parlamento, quindi, Oxfam lancia un appello urgente per un’immediata interruzione degli stanziamenti alla cosiddetta Guardia costiera libica e la revisione delle missioni che contengono iniziative italiane di formazione e supporto.

In quanto ai numeri sale a 960 milioni il costo sostenuto dai contribuenti italiani per le missioni navali nel Mediterraneo, (nessuna delle quali ha compiti di ricerca e soccorso in mare) e nel paese nord africano, con un aumento di 17 milioni rispetto al 2020 per la missione Mare Sicuro e 15 milioni per Irini.

Quello cha lascia perplessi, spiega Oxfam, è che "il governo Draghi stia agendo in perfetta continuità con gli esecutivi precedenti sulle politiche migratorie nonostante che la Libia sia un paese dove l’industria del contrabbando e tratta è stata in parte convertita in industria della detenzione, con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro”.

L’appello all’Italia ​

“A pochi giorni dalla discussione parlamentare sul rinnovo delle missioni militari italiane all’estero, - afferma Paolo Pezzati, responsabile per le emergenze umanitarie di Oxfam – chiediamo perciò ai partiti di maggioranza di interrompere immediatamente gli stanziamenti per il 2021 diretti alla Guardia Costiera libica, che solo quest’anno ha intercettato e riportato in un Paese non sicuro il triplo dei migranti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Assieme è necessaria una revisione delle missioni che contengono iniziative legate alla sua formazione e al suo supporto. Quello che serve è un cambio deciso di approccio, una gestione diretta dei flussi e non la mera chiusura delle frontiere delegata a paesi come la Libia o la Turchia”.

Una direzione che Oxfam ritiene possa essere intrapresa solo con una serie di interventi diretti a: 1) superare la legge Bossi-Fini ed estendere i canali di ingresso regolari per i migranti in Italia e in Unione europea; 2) approvare un piano di evacuazione delle persone detenute illegalmente in Libia; 3) istituire una missione navale europea con chiaro compito di ricerca e salvataggio delle persone in mare; 4) riconoscere il ruolo fondamentale delle organizzazioni umanitarie nella salvaguardia della vita umana in mare;
5) interrompere l’accordo Italia-Libia, subordinando qualsiasi futuro accordo alla fine della fase di transizione politica nel paese, nonché alle necessarie riforme che eliminino la detenzione arbitraria e prevedano adeguate misure di assistenza e protezione, in particolare per migranti e rifugiati.

I dati sugli stanziamenti deliberati dal Consiglio dei Ministri sono disponibili qui: CLICCA

Elaborazione Oxfam

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