Vita

Provetta. Francia, il Parlamento ferma in extremis la "legge anti-Down"

Angela Napoletano sabato 11 luglio 2020

È solo per un pugno di voti che l’Assemblea nazionale francese non ha approvato lunedì un emendamento che avrebbe aperto alla diagnosi preimpianto di aneuploidie (Dpi-A), tecnica per "rintracciare" gli embrioni responsabili dell’anomalia nel numero di cromosomi, tra i quali la trisomia 21, la sindrome di Down. Il provvedimento, presentato nell’ambito della revisione della legge bioetica, è stato vivacemente dibattuto fino a notte fonda ma, nonostante gli insistenti tentativi di compromesso con il governo intrapresi dal relatore, il deputato socialista Hervé Saulignac, è stato respinto. L’attuale legge autorizza la diagnosi preimpianto nel contesto della fecondazione in vitro ma solo per evitare la trasmissione di una malattia genetica presente nei genitori. La modifica auspicata dall’emendamento puntava a dare la possibilità di rilevare anomalie cromosomiche – note come aneuploide – indipendentemente dal fatto che siano vitali o meno, ciò che avrebbe offerto spazio di manovra per estirpare la sindrome di Down eliminando i malati. Le motivazioni per ottenere un’apertura si sono concentrate sull’opportunità di risparmiare alle donne l’esperienza traumatica di una interruzione di gravidanza perché alcune malformazioni cromosomiche tendono a provocare aborti spontanei.