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Se i social diventano la nuova televisione

Gigio Rancilio venerdì 27 gennaio 2023
Sono passati talmente tanti anni da quando qualcuno ha pronunciato la frase «la tv è morta» che nemmeno l’aiuto di Google ci aiuta a scoprire chi sia stato il primo. Su una cosa siamo sicuri: già oltre vent’anni fa star della tv come Renzo Arbore e Gianni Boncompagni ne avevano decretato la fine. Da quando, poi, sul mercato sono arrivate piattaforme video come Netflix, il numero di esperti che ne hanno pronosticato l’imminente decesso è aumentato a dismisura. Sostenevano (e non a torto) che l’avvento delle piattaforme avrebbe fatto diventare obsoleta la cosiddetta «tv di flusso», cioè quella fatta di programmi messi in onda in giorni e orari prestabiliti. Nel frattempo il pubblico, cioè noi, si è diviso di fatto in due.
Da una parte quelli che potevano (e possono) permettersi di pagare (anche) abbonamenti alle piattaforme tv (Disney+, Now, Prime, Dazn eccetera), dall’altra chi fa già fatica a pagare un canone che di fatto è una tassa di possesso («di un apparecchio atto a ricevere i programmi tv», quindi anche un pc). In questi anni l’uso sempre più massiccio dei social ha fatto poi nascere la cosiddetta visione dei programmi «a doppio schermo» (quello della tv e quello dello smartphone, aperto su un social per commentare ciò che va in onda). Per non parlare di una seconda divisione sempre più evidente che si è creata, quella relativa all’età: tra gli over 60 più inclini a guardare la tv tradizionale e gli under 40 più orientati verso le piattaforme video (dei più giovani ci occuperemo fra qualche riga). Intanto siamo davanti ad un’altra svolta. Già tempo fa, il crescente successo di TikTok, il social dei video verticali, ha di fatto obbligato Instagram, Facebook e persino YouTube ad adeguarsi, puntando su contenuti simili. E poi ha costretto anche piattaforme video come Netflix ad aprire spazi dedicati a questi formati (come Risate lampo, con soli video verticali “divertenti”). Sembra un controsenso che una piattaforma di film e serie tv ospiti video brevi in stile social, ma non lo è se teniamo conto che l’unico vero obiettivo di tutte le piattaforme (social come video) è lo stesso: tenere le persone, il più a lungo possibile, nei loro recinti. E in fondo non ha poi così tanta importanza (per loro) farlo con una serie thriller o con una commedia, con un film, con una serie tv o con un video breve. E i giovani? Loro stanno dando vita ad una terza via. Come ha ben evidenziato uno studio realizzato per Ofcom, l’autorità inglese di regolamentazione dei media, l’effetto pandemia che aveva portato boom di ascolti alle televisioni è di fatto svanito e oggi i più giovani (il target 16-24 anni, secondo la ricerca) passano più tempo a guardare video su TikTok che davanti alla tv. Una tendenza che molti di noi hanno riscontrato anche in Italia, nei propri figli e nipoti e che è legata ad un cambiamento preciso: i social da piattaforme di condivisione si stanno trasformando in spazi di esibizione e quindi, di fatto, nella «nuova televisione». Con tutti i tic, le mode, le manie e i difetti del vecchio schermo. Come ha notato la rivista Link idee per la tv «TikTok sta diventando (anche - aggiungiamo noi) il nuovo Zelig». Cioè un luogo non solo per nuovi comici che comici non sono (semmai persone comuni che hanno trovato il modo di diventare famosi raccontando la propria realtà spesso persino sfortunata), ma anche per imitatori che, come avviene nella tv tradizionale, imitano i personaggi del loro mondo, in questo caso le star di TikTok, ottenendo grande successo. Siamo solo agli inizi, ma la cosiddetta «TikTokenizzazione del mondo» è ormai una realtà che va oltre i social. © riproduzione riservata