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La tivù delle donne, tra indagini e vie legali

Andrea Fagioli giovedì 28 marzo 2024
Un tempo c’era La tv delle ragazze, inteso come varietà comico-satirico in onda su Rai 3, ma anche come sottolineatura di una scarsa presenza femminile in video. Adesso c’è la tv delle donne, intesa al contrario come accentuata presenza femminile davanti alle telecamere: dalla conduzione dei talk show alle fiction. Tra queste ultime si sono moltiplicate soprattutto le donne poliziotto o comunque investigatrici. L’ultima è arrivata ieri sera su Canale 5: Vanina - Un vicequestore a Catania. Intanto di Rai 1 si possono ricordare Le indagini di Lolita Lobosco (vicequestore a Bari), Imma Tataranni - Sostituto procuratore, Morgane – Detective geniale, ma anche Blanca… Un elenco molto lungo al quale vanno aggiunte altre donne di legge, anche se dall’altra parte della barricata, ovvero da quella delle avvocate (termine di uso non generalizzato, ma ammesso dalla Treccani), anche se si occupano di cause civili e non penali. Ecco allora la seconda stagione di Studio Battaglia, di cui martedì su Rai 1 è andata in onda con due episodi la seconda puntata, mentre stasera è prevista la terza e ultima sempre con doppio episodio. Studio Battaglia racconta, sullo sfondo della Milano bene, di tre avvocate divorziste, madre e due figlie, ma anche di una terza figlia che si smarca dal resto della famiglia. Ogni episodio sviluppa un caso legale, oltre alle intricate vicende personali e sentimentali delle protagoniste. Per questo la serie è definita un legal drama misto a comedy familiare, con un punto d’osservazione, a tratti anche ironico, tutto al femminile. La questione più delicata è che nella serie entrano temi in materia di diritto di famiglia (dalle unioni civili alla procreazione assistita, alle adozioni da parte dei single) che una fiction come questa rischia di affrontare secondo il politicamente corretto del momento facendo perno sull’emozione più che sulla ragione. © riproduzione riservata