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Canti di fede e tradizione rivelano la spiritualità segreta dei Paesi baschi

Andrea Milanesi domenica 18 febbraio 2007
In totale armonia con i proponimenti e con la particolare sensibilità espressa dal suo fondatore, monsignor Luigi Giussani, la collana «Spirto gentil» continua a promuovere proposte discografiche di assoluta originalità e notevole interesse, nel tentativo di riavvicinare un pubblico più vasto possibile alla «grande musica», ultimamente sempre più emarginata e allontanata dagli abituali canali di trasmissione e dai mass media. Ormai giunta al suo decimo anno di vita tra prestigiosi riconoscimenti e sorprendenti cifre di vendita, forte di un vasto repertorio che spazia dalle Sinfonie e dalle Sonate per pianoforte di Beethoven ai canti russi diretti da Svesnikov, dalle opere sacre di Rachmaninov (Vespri e Liturgia di San Giovanni Crisostomo) alle canzoni napoletante interpretate da Tito Schipa, dai capolavori cameristici di Schubert agli Stabat Mater di Pergolesi e Dvorák, la collana ha dedicato il suo quarantesimo titolo a una raccolta di Canti baschi eseguiti dal gruppo vocale maschile Oldarra (cd distribuito da Universal Music Italia). Si tratta del tributo a un prezioso patrimonio folclorico radicato in antiche tradizioni orali, a rappresentare la voce viva e autentica di un popolo che si riflette in un caleidoscopio sonoro comprendente ninnananne e lamenti funebri, filastrocche per bambini e canti dei marinai, musiche per far festa e per danzare, per celebrare le bellezze della natura e per parlare d'amore, ma anche, e soprattutto, per pregare, come testimoniano le solenni intonazioni del Padre nostro, le dolci invocazioni alla Vergine e i variopinti brani per la Santa Pasqua. «Il canto basco è la convincente esaltazione di una ricchezza umana, di una sempre più evidente e inesorabile umanità religiosamente attestata», sosteneva don Giussani in un commento riportato nelle note di copertina del disco; ed è proprio nella verità di queste musiche, attraverso un intreccio di melodie e armonizzazioni sobrie ma sempre profondamente suggestive, che si rivela il cuore della vita sociale e dell'esistenza quotidiana di una comunità, scandita da fortune e avversità, speranze e sofferenze, gioie sfrenate e intense nostalgie; il valore e la peculiarità di un repertorio unico, che qui assurge a dignità di vera arte.