Escalation belliche quasi impossibili da controllare: ripudiare la guerra
Senza entrare nel merito delle numerose e gravi conseguenze dell’aggressione russa, dopo il pubblico dialogo che lei ha deciso di avere con me sotto al titolo «La pace si giustifica di per sé...
Caro direttore,
senza entrare nel merito delle numerose e gravi conseguenze dell’aggressione russa, dopo il pubblico dialogo che lei ha deciso di avere con me sotto al titolo «La pace si giustifica di per sé e farla significa fermare la tragedia» (“Avvenire”, 10 maggio 2022) , vorrei precisare che per me inviare aiuti anche militari finalizzati a far rientrare l’Ucraina nei legittimi confini o ottenere una soluzione che l’Ucraina stessa ritenga onorevole (questa è la sua “vittoria”), è cosa diversa dal ritenere la guerra strumento per la soluzione delle vertenze internazionali.
senza entrare nel merito delle numerose e gravi conseguenze dell’aggressione russa, dopo il pubblico dialogo che lei ha deciso di avere con me sotto al titolo «La pace si giustifica di per sé e farla significa fermare la tragedia» (“Avvenire”, 10 maggio 2022) , vorrei precisare che per me inviare aiuti anche militari finalizzati a far rientrare l’Ucraina nei legittimi confini o ottenere una soluzione che l’Ucraina stessa ritenga onorevole (questa è la sua “vittoria”), è cosa diversa dal ritenere la guerra strumento per la soluzione delle vertenze internazionali.
Giuseppe Pachera
Sono consapevole, caro amico, che lei ha lo stesso mio grave giudizio sull’invasione russa dell’Ucraina e si fa le stesse domande che mi faccio io (come tanti altri) sull’invio di armi sempre più “pesanti” all’Ucraina che resiste a questa disastrosa aggressione. Sono certo del fatto che lei sia uomo di pace e nutra una visione «contraria alla guerra» anche se arriva, di fatto, ad accettare il rischio di un’escalation – diciamo così – “controllata”. Rispetto questo punto di vista, ma ho imparato che le escalation belliche, una volta innescate, sono ormai difficilmente controllabili. E so che le bombe atomiche, e le altre armi di distruzioni di massa, non lo sono affatto. Anche quando si riesce a controllare queste ultime, bastano le sempre più micidiali ed evolute armi tradizionali a massacrare civili e militari (dal 1945 in poi sempre più civili che militari). Un prezzo intollerabile, sebbene ci sia chi è disposto a pagarlo. Per questo il ripudio della guerra (art.11 Cost.) è oggi più attuale, esigente e lungimirante che mai.
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