Famiglia

Fragilità. "Ali della libertà" per madri povere e sole

Paola Colombo venerdì 19 aprile 2024

Avviato dal Centro Agape di Reggio Calabria un progetto rivolto a dare un aiuto a donne con figli minori che vivono una condizione difficile. Sono le cosiddette madri coraggio, donne di età e situazioni personali diverse, accomunate dal fatto di dovere crescere i figli senza avere un compagno accanto. Donne vittime di violenza, in uscita dai centri di accoglienza, vedove, separate, oppure divorziate o nubili, ragazze madri, donne appartenenti a famiglie di ndrangheta che vorrebbero rompere con il clan di appartenenza, donne che hanno detto no all’aborto accettando coraggiosamente una maternità difficile. Sono volti che raccontano storie di una povertà ancora nascosta, invisibile. Un pianeta complesso e poco conosciuto quello che si rivolge ai servizi sociali o alle associazioni, punta di un iceberg che ha dimensioni ben più vistose. Un numero in crescita anche in Calabria, dove secondo i dati Istat sono circa 30.000 il numero delle madri sole.

Ma al di là dei numeri, che contano relativamente quando si è di fronte a persone, chi sono queste donne? Per Giusi Nuri responsabile del progetto e presidente della Coop Soleinsieme, sono donne coraggiose, perché in contesti difficili, scelgono di portare avanti il ruolo genitoriale senza avere alcuna rete parentale su cui potere contare e senza alcuna sicurezza. Con il problema del lavoro, quando, con fatica, decidono di avviare un percorso di autonomia, qualsiasi sia il loro titolo di studio, (comunque solitamente basso), spesso senza avere avuto una formazione professionale, non trovano altro che attività di badanti, cameriere, donne delle pulizie, commesse nel migliore dei casi, ma quasi tutte soggette a sfruttamento pesante, senza alcuna assicurazione sociale né antinfortunistica.

Un caso a parte è quello delle donne straniere extracomunitarie, ad eccezione del gruppo delle orientali, solitamente integrato all’interno di famiglie come colf, mentre è drammatica la condizioni delle tante donne di origine africana: normalmente si tratta di persone con cultura medio-superiore, talvolta laureate e con conoscenza di numerose lingue, attirate dal miraggio di una vita migliore, e costrette nel migliore dei casi a lavori umilianti, non di rado in forma clandestina, e senza alcuna garanzia assicurativa ed infortunistica.

Ancora peggiore la situazione delle donne che vivono in contesti di ndrangheta, spesso con il compagno detenuto, che vorrebbero rompere con il clan per assicurare un futuro diverso ai loro figli, donne, ma che hanno bisogno di punti di riferimento. Queste donne vanno avvicinate con cautela e delicatezza e orientate dalle associazioni e dai servizi sociali in collaborazione con il Tribunale per i minorenni

Per Mario Nasone, presidente di Agape, altrettanto drammatica, per tutti, è l’esigenza di un alloggio. Difficile trovarlo, anche perché il reddito d’inclusione non rappresenta una garanzia per i proprietari. E nel settore si incontra tanto sfruttamento. Anche per alloggi miseri vengono richiesti fitti esosi e senza alcun contratto.

Per sperimentare un modello d’intervento su queste fasce di povertà, il Centro Agape ha avviato un progetto denominato “Ali della Libertà”, percorsi di autonomia per madri sole con il sostegno della Fondazione per il cambiamento e di ActionAid. L’attività prevede diversi interventi di sostegno e di affiancamento. Agape ha anche attivato un cento di ascolto e di accompagnamento con psicologi, assistenti sociali, legali. Per Daniela Rossi e Alessandra Lo Presti dell’associazione Tra Noi che stanno curando le attività di sensibilizzazione del progetto con parrocchie ed associazioni, è fondamentale l’attivazione di una rete di famiglie solidali e di appoggio a questi nuclei monogenitoriali. Una forma di solidarietà tra famiglie, per sostenere il compito educativo della madre, per aiutarla anche con piccoli gesti a fronteggiare i problemi della vita quotidiana e dell’educazione dei figli. Le famiglie, ma anche singoli volontari, che offriranno la loro disponibilità potranno frequentare alcuni incontri di preparazione. Sono stati già individuati i primi cinque nuclei madre-bambino per i quali sono state già attivati i primi interventi di aiuto.

Per informazioni: centro Comunitario Agape, tel. 0965/894706 o scrivendo a segr.agape@gmail.com