Chiesa

«Pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Taizé a Torino, il cammino si sdoppia

Marco Bonatti sabato 27 novembre 2021

Una precedente edizione a Roma della Comunità di Taizè

L’incontro si sdoppia: a Capodanno e poi a luglio, sempre a Torino e in tutto il mondo. I giovani d’Europa erano attesi in Piemonte dal 28 dicembre al 1° gennaio ma il crescere del rischio legato alla pandemia obbliga a scelte diverse: a Torino, nei giorni previsti, ci saranno i frères di Taizé insieme con i giovani delle diocesi di Torino e del Piemonte e con piccoli gruppi provenienti da altre Chiese italiane: un incontro che però sarà condiviso, in rete, con il mondo intero.

Il programma dettagliato sarà comunicato al più presto.
Dal 7 al 10 luglio 2022 è in programma il «Pellegrinaggio di fiducia sulla terra», secondo lo stile di Taizé; e Torino accoglierà le preghiere della comunità ecumenica e aprirà i "laboratori", momenti di confronto, conoscenza e scambio tra i giovani d’Europa e le comunità e famiglie del territorio. Fra i laboratori ci sarà anche, per chi lo vorrà, l’esperienza della contemplazione della Sindone, che il Custode l’arcivescovo Cesare Nosiglia aveva annunciato come l’«offerta» della Chiesa torinese ai giovani.

La decisione di sdoppiare in due tappe il pellegrinaggio risponde alle esigenze di sicurezza, necessarie nel momento in cui tutti i Paesi d’Europa sono nuovamente attaccati dal Covid. Ma la Comunità ecumenica di Taizé non intende rinunciare all’incontro, anche perché in questi mesi di preparazione le realtà torinesi hanno risposto con convinzione ed entusiasmo all’idea del raduno dei giovani: dalle autorità civili, alla Commissione ecumenica delle Chiese cristiane torinesi.

L’arcivescovo Nosiglia ha però voluto andare oltre i temi organizzativi; e oltre, anche, il legittimo rammarico per il nuovo ritardo (L’incontro a Torino avrebbe già dovuto svolgersi a dicembre 2020). In una sua riflessione diffusa ieri, rivolta soprattutto ai giovani, ricorda che anche queste difficoltà sono una "prova" a cui ci troviamo sottoposti. «Le ragioni della prova, nella prospettiva della fede, appartengono a Dio, e non a noi. Ma tocca a noi l’intelligenza per comprendere il segnale che ci viene lanciato e la pazienza per rivedere il nostro atteggiamento. Tocca a noi la preghiera, universale via maestra della fede». Ai giovani Nosiglia ricorda, "da anziano", di non avere fretta, perché «il tempo è dalla vostra parte».

Nosiglia inquadra il raduno di Taizé nel grande scenario dell’accoglienza: «Accogliere qualcuno nella propria casa significa accoglierlo nella propria vita. E questo dell’accoglienza è, in realtà, un esercizio che la nostra Chiesa già compie, e con risultati grandiosi, quando accogliamo gli stranieri, le donne in difficoltà, i malati, i profughi… La storia della nostra salvezza è intrisa nell'accoglienza. E come potrebbe essere diversamente? Abramo accoglie gli sconosciuti nella sua tenda, fedele a una promessa che non ha nulla di ragionevole (e tanto meno di scientifico). Il Signore Gesù rivela che nelle opere di misericordia trova salvezza persino chi non sapeva di cercarla». Lo sdoppiamento dell’incontro dei giovani è dunque il momento di un «cammino di gioia e luce» che continua, fra Torino e Taizé.