Chiesa

La raccolta. Da madre Teresa a Turoldo, le più belle preghiere di Natale

Riccardo Maccioni lunedì 25 dicembre 2023

La benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro

Anche nei cuori più duri il Natale suscita commozione, tenerezza, stupore. Sentimenti che nel credente si trasformano in preghiera. Le vite dei santi sono ricche di riferimenti al presepe e più in generale alla nascita di Gesù Bambino. Madre Teresa di Calcutta, l’angelo degli ultimi proclamata santa nel 2016, in una delle sue più famose riflessioni, scrisse:

Madre Teresa di Calcutta - Foto d'archivio

«È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze».

Monsignor Antonio Bello - Foto d'archivio

Di don Tonino Bello, vescovo e apostolo della “Chiesa con il grembiule”, del quale è in corso la causa di beatificazione, conosciamo soprattutto gli auguri “scomodi” in cui il presule pugliese sottolineava la necessità di andare al vero significato del 25 dicembre a partire dall’attenzione agli ultimi. In un’altra occasione però immaginò di scrivere a un amico invitandolo a non avere paura.

«La speranza è stata seminata in te. Un giorno fiorirà. Anzi, uno stelo è già fiorito. E se ti guardi attorno, puoi vedere che anche nel cuore del tuo fratello, gelido come il tuo, è spuntato un ramoscello turgido di attese.

E in tutto il mondo, sopra la coltre di ghiaccio, si sono rizzati arboscelli carichi di gemme. E una foresta di speranze che sfida i venti densi di tempeste, e, pur incurvandosi ancora, resiste sotto le bufere portatrici di morte.
Non avere paura, amico mio.

Il Natale ti porta un lieto annunzio: Dio è sceso su questo mondo disperato. E sai che nome ha preso? Emmanuele, che vuol dire: Dio con noi.

Coraggio, verrà un giorno in cui le tue nevi si scioglieranno, le tue bufere si placheranno, e una primavera senza tramonto regnerà nel tuo giardino, dove Dio, nel pomeriggio, verrà a passeggiare con te».

Un ritratto dello scrittore Robert Louis Stevenson - Foto d'archivio

Anche gli scrittori si sono spesso cimentati con il Natale. Per tutti basterebbe ricordare Charles Dickens, ma anche nell’anglicano Robert Louis Stevenson la fede si è trasformata in letteratura, per esempio nel “Sermone di Natale”. Così pregava l’autore de “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”:

«Padre amorevole, aiutaci a ricordare la nascita di Gesù, per poter partecipare al canto degli angeli, alla gioia dei pastori e all’adorazione dei magi. Chiudi la porta dell’odio e apri la porta dell’amore in tutto il mondo. Lascia che la gentilezza venga con ogni dono e i buoni desideri con ogni saluto. Liberaci dal male con la benedizione che porta Cristo e insegnaci ad essere allegri con il cuore limpido. Possa la mattina di Natale renderci felici di essere tuoi figli, e la sera di Natale portarci ai nostri letti con pensieri grati, perdonanti e perdonati, per amore di Gesù. Amen».

Don Primo Mazzolari - Foto d'archvio

Tra i sacerdoti indicati come modelli da papa Francesco c’è sicuramente don Primo Mazzolari (1890- 1959). Figura complessa e affascinante, non sempre capito in vita, il parroco di Bozzolo fu autore, tra l’altro de “La strada del presepio”:

«Se il mondo vorrà avere ancora uomini liberi,
se vorrà avere uomini giusti,
se vorrà avere uomini che sentono la fraternità,
bisogna che noi non dimentichiamo la strada del presepio!
Esso infatti è la scuola dove l'alunno anche più superficiale
può imparare i grandi insegnamenti del Natale:
il gusto delle cose semplici e pulite, il silenzio, la pace, l'amore.
Il presepio: un punto luminoso dove tutto converge, dove c'è il Bambino,
capace solo lui di lavare la faccia della terra e farla girare dalla parte giusta!».

Padre David Maria Turoldo - Foto d'archivio

Tra le preghiere più belle, da recitare in questo tempo c’è poi sicuramente “Vieni Signore” del teologo servita e poeta padre David Maria Turoldo (1916-1992) che si rivolge così al Signore:

Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

«Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e, dunque, vieni sempre, Signore.

Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e, dunque, vieni sempre, Signore,

Vieni, Tu che ci ami:
nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con Te, o Signore.

Noi siamo lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore,
vieni sempre, Signore».

Fin qui preghiere e riflessioni di testimoni della fede e letterati molto noti. Ma non serve essere famosi per farsi ascoltare dal Signore. È sufficiente lasciar parlare il cuore. Con l’auspicio di riuscirci sempre, a tutte e tutti il più caldo augurio di Buon Natale.