Attualità

Coronavirus. A Bellano la scuola non va in quarantena

Paolo Ferrario venerdì 6 marzo 2020

Lezioni online nei giorni del coronavirus

Lezioni “in diretta” su Meet, videolezioni caricate su YouTube, chat di Whatsapp per avvisi e comunicazioni veloci, ma anche appunti fotocopiati per coloro (pochi) che non hanno la possibilità di lavorare in rete. La scuola è chiusa ma questi sono giorni di grande fermento (e anche qualche fatica) per la dirigente, gli insegnanti e gli studenti (e i genitori) dell’Istituto comprensivo di Bellano, 730 alunni (dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado) distribuiti in dieci plessi e cinque comuni. Dalla riviera lecchese del Lago di Como (Bellano, Dervio e Lierna), la scuola arriva fino in montagna, alle falde della Grigna e del Legnone (Esino Lario e Vestreno). Un territorio incantevole ma anche molto vasto, tenuto insieme, in questo tempo eccezionale, anche dalla didattica a distanza, che diventa segno, non soltanto virtuale, della coesione di una comunità scolastica che va avanti e non si ferma. Nonostante tutto.

Terza media con il pensiero all'esame

«La domenica del primo stop dell’attività didattica – racconta Roberta Tadini, docente di lettere alla media – ho passato il pomeriggio a pensare che cosa avrei potuto fare, il giorno dopo, per i miei alunni di terza che quest’anno avranno l’esame. Ma lunedì mattina alle 9 stavo già facendo lezione su Classroom».
L’inizio è stato un po’ faticoso, per i ragazzi, che forse pensavano di godere di un supplemento di vacanza. Ma poi si sono resi conto che anche questi sono giorni preziosi per la loro crescita. «Certo – interviene Elena Poletti, insegnante di inglese – ci siamo dati delle regole, perché non è pensabile tenere i ragazzi per cinque ore davanti al computer. Facciamo lezioni di 50 minuti, cercando di seguire il più possibile l’orario scolastico. Insomma, proviamo a rendere il tutto il più naturale possibile».
E anche i ragazzi si comportano come sempre. Tanto che, l’altro giorno, mentre la prof spiegava i verbi irregolari, una ragazzina ha alzato la mano per intervenire. Come se fosse in classe e non nella sua cameretta.

«Grande voglia di mettersi in gioco»

«Da parte di tutti c’è una grande voglia di mettersi in gioco e di andare avanti nel modo più regolare possibile», aggiunge Giuseppe Nervi, docente di lettere, che ha anche aperto un canale YouTube per caricare le lezioni di storia, geografia ed epica. Una modalità apprezzata dai ragazzi, sottolinea Giacomo Pelladoni, insegnante di lettere, perché «ci incontrano attraverso un canale in cui non si aspetterebbero di trovarci». «Sono stati molto contenti di ritrovarsi tra di loro e con noi docenti», aggiunge Monica Lavelli, insegnante di tedesco. Una novità, questa della scuola a distanza, che, sottolinea Giuseppe Nervi, docente di lettere, «può diventare un’opportunità per ripensare anche il nostro modo di essere insegnanti, facendo emergere il meglio di ciascuno. Tutte qualità che torneranno molto utili, quando l’emergenza sarà passata». Osservazione sottoscritta da Marina Ghislanzoni, docente distaccata all’Ufficio scolastico provinciale di Lecco, che in queste settimane si è fatta tramite presso le scuole delle indicazioni del Ministero, facendo circolare webinar sulla didattica digitale.

Ai più piccoli manca la maestra

Agli alunni più piccoli, quelli della materna e delle elementari, pensa la dirigente scolastica Maria Luisa Montagna: «Per loro, che non possono usare in autonomia gli strumenti elettronici e hanno più bisogno del “contatto” con gli insegnanti, abbiamo pensato a una didattica innovativa, più coinvolgente». Uno sforzo che i bambini dimostrano di apprezzare. Ieri mattina in collegamento c’era la quinta elementare, con il maestro Angelo Vitali che per spiegare i verbi all’imperativo, ha chiesto agli alunni di coniugare quelli presenti nelle “Misure igieniche” diffuse dal governo. Così facendo anche un ripasso delle norme di comportamento necessarie per circoscrivere l’epidemia.

«Quando rivedremo i compagni?»

«La scuola mi manca e anche i miei compagni», dice, con un po’ di nostalgia, il piccolo Carlo, 10 anni. «Mi manca l’intervallo», aggiunge Andrea, con un sorriso da monello. «Io vado sempre in giro a piedi e adesso sono chiuso in casa: non mi piace», sbuffa Stefano, mentre Letizia osserva che «a scuola si impara meglio, perché possiamo confrontarci tra di noi e con i maestri». «Spero che tutto questo finisca presto perché mi mancano tanto le mie amiche», dice Anna. E anche Chiara è ormai stufa di stare tutto il giorno a casa dei nonni «a fare i compiti».
Insomma, la scuola online è una grande invenzione, che si sta dimostrando indispensabile in questa circostanza eccezionale, non soltanto per la scuola ma anche per l’intero Paese. «Però mi mancano tanto i bambini – sospira la maestra Chiara Cantini –. Mi mancano i loro sorrisi e i loro occhi, che dicono molto del nostro modo di essere scuola».