L'Africa diventa protagonista dello sport anche nell'organizzazione

Dopo i Mondiali di ciclismo in corso in Ruanda, l’impegno è aggiudicarsi i mondiali di atletica e i Giochi: il banco di prova saranno le Olimpiadi giovanili del 2026 in Senegal
September 22, 2025
L'Africa diventa protagonista dello sport anche nell'organizzazione
Reuters | I Mondiali di ciclismo su strada in corso a Kigali, in Ruanda
Il dio della pioggia ama i botswani. Nella serata finale del Mondiale di atletica, al momento della 4x400 si è scatenato infatti sullo Stadio Nazionale del Giappone un acquazzone che ha esaltato le doti di corsa del quartetto di Gaborone e dintorni, tanto che Eppie, Tebogo, Ndori e Kebinatshpi hanno conquistato l’oro della staffetta del miglio, battendo di sette centesimi gli statunitensi. È il primo oro di un team africano nella 4x400 mondiale e conferma la forza del Botswana sulla distanza, tanto che nei 400 individuali Bebinatshpi si era tinto d’oro e Ndori di bronzo. Il trionfo in staffetta è ancora più significativo perché a maggio del 2026 il Botswana ospiterà il Mondiale di staffette. Zitto zitto il continente africano si affaccia sulla ribalta non solo per le vittorie, ma anche per l’organizzazione di eventi sportivi. Questa settimana è in corso in Ruanda il Mondiale di ciclismo su strada, che culminerà domenica con la prova in linea maschile. L’assegnazione è stata fortemente voluta dal presidente dell’Uci, il francese David Lappartient, per premiare la crescita del movimento continentale, il cui migliore talento è l’eritreo Biniam Girmay, vincitore di tre tappe e della classifica a punti nel Tour de France dell’anno passato, nonché primo africano a conquistare una grande classica del circuito World Tour, la Gand-Wewelgem del 2022. I ruandesi non sono nuovi nell’allestimento di prove ciclistiche, visto che dal 1988 ha preso avvio il Tour of Rwanda, diventato poi annuale dal 2001.
Nonostante le preoccupazioni per la sicurezza dovute al conflitto in corso al confine con la Repubblica Democratica del Congo, la corsa di quest’anno è passata senza problemi vicino a Goma e Bukavu, città conquistate dal gruppo ribelle M23, sebbene alcuni team, tra cui il sodalizio belga Soudal Quick-Step, si siano ritirati. Oltre che risvolti sportivi, il Mondiale di ciclismo è anche un modo per promuovere il territorio a livello turistico, sperando di intercettare nuovi flussi di visitatori. Permane però il solito sospetto di sportwashing, con alcuni osservatori che puntano il dito sul fatto che il governo locale sfrutti lo sport per distrarre l’attenzione dalla situazione interna in materia di diritti umani. Logisticamente la trasferta africana non è stata agevole, così alcune nazio-ni hanno ridotto i ranghi della spedizione, snellendo gli uomini a supporto dei corridori. Il prossimo grande evento che accenderà i riflettori sulle competenze organizzative del continente nero sarà la Coppa d’Africa di calcio, in programma in Marocco tra dicembre e gennaio. Sarà la prima edizione del torneo per nazioni a disputarsi a cavallo di due anni, così da ridurre il numero di partite perse nei club dai calciatori impegnati, sfruttando la pausa natalizia dei campionati europei. Il Marocco aveva già ospitato con profitto alcune edini zioni del Mondiale per club vecchio stampo, che è tornato a chiamarsi Coppa intercontinentale.
Il vero banco di prova sarà però il prossimo anno quando tra il 31 ottobre e il 13 novembre la capitale del Senegal, Dakar, ospiterà la quarta edizione dei Giochi olimpici giovanili estivi. Si tratterà del primo approdo del fuoco di Olimpia in Africa e della principale rassegna multisport accolta a quelle latitudini con la partecipazione di circa 2.700 atleti in erba di 25 discipline. L’evento si sarebbe dovuto tenere nel 2022, ma è stato rinviato di quattro an- per via delle complicazioni organizzative create dalla pandemia. Dalla buona riuscita degli Yog dipenderà la possibilità che un Paese africano possa arrivare nel giro di una quindicina d’anni a ospitare anche i Giochi olimpici. La nazione più quotata è il Sud Africa che con Città del Capo ha già avviato le consultazioni informali col Cio per il 2036. L’elezione di Kirsty Coventry, prima donna e prima africana alla guida della famiglia olimpica, ha però rallentato il processo, poiché l’assegnazione dei Giochi anziché con l’attuale processo di consultazione diretta potrebbe tornare alla vecchia formula del voto nella Sessione.
Sognando i Giochi nel lungo termine, molti degli atleti africani in lizza a Tokyo hanno invece perorato la causa di un Mondiale di atletica in Africa. Anche questa sarebbe una primizia, visto al massimo ci si è spinti ad allestire la rassegna iridata Under 20 in Kenya. A cominciare i colloqui con World Athletics sono state Nairobi e Addis Abeba, entrambe interessate per le finestre 2029 e 2031. Concorrenza arcigna in entrambi gli slot – anche Roma ha mostrato interesse – e possibilità di successo complicate. Almeno per un po’ l’Africa dovrà ancora affidarsi ai suoi atleti, che continuano a mietere successi. Se infatti a Tokyo tre bianchi hanno vinto 5.000, 10.000 e 3.000 siepi e il Kenya si è preso solo gli 800, in campo femminile il Paese degli Altipiani ha fatto pokerissimo in pista, dagli 800 ai 10.000, passando per 1.500, 5.000 e 3.000 siepi, aggiungendo pure la maratona. A segno oltre al Botswana anche la Tanzania nella maratona. Sotto la pioggia battente la bandiera di World Athletics è passata da Tokyo a Pechino: tra due anni il Mondiale resta in Asia, ma in futuro c’è un continente che spera di organizzarlo per la prima volta.

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