Bianchi, un fioretto per conquistare il mondo

L’azzurro è pronto per i Mondiali di Tbilisi a fine: «Fortunato a far parte di una Nazionale fantastica. La scherma? Amore a prima vista... A novembre diventerò padre, non vedo l’ora»
July 7, 2025
Bianchi, un fioretto per conquistare il mondo
ANSA | L’azzurro della scherma, Guillaume Bianchi, 27 anni
Il campione d’Italia e d’Europa va alla conquista del mondo, col fioretto in pugno e una medaglia da inseguire tirando nel modo giusto, perché il motto di Guillaume Bianchi è semplice: «Un podio conquistato senza brillare ti lascia un senso di incompiutezza, mentre un grande torneo senza medaglia ti regala un pizzico di amarezza. Servono pertanto entrambe le cose». Parola del fresco vincitore del titolo nazionale a Piacenza e di quello continentale a Genova, dove ha trionfato anche a squadre. « È stato un successo importante, il primo squillo individuale in una grande competizione. Sapevo di poter raggiungere l’ambito traguardo, ma come al solito nello sport tra il sapere e il realizzare c’è di mezzo un oceano». Dentro l’animo del ventottenne frascatano nulla è cambiato: « Ho la fortuna di far parte di una Nazionale meravigliosa, siamo in quattro nei primi quindici del ranking mondiale e nella rassegna iridata di Tbilisi (al via il 22 luglio, ndr) ce la giocheremo con i più forti del globo». Bianchi, attualmente il quinto fiorettista al mondo, è uno dei quattro moschettieri azzurri, insieme a Filippo Macchi (numero 3 del ranking), Tommaso Marini (numero 6 e iridato in carica) e Alessio Foconi ( 15). Un quartetto che l’anno passato ai Giochi di Parigi si è rivestito d’argento. « In Francia ho vissuto quella che finora è stata l’avventura sportiva più bella della carriera. Ho retto la pressione della mia prima Olimpiade, ho superato la delusione del torneo individuale e la medaglia col team è stato qualcosa di magico sebbene, ripensandoci a mente fredda dopo undici mesi, più che sull’argento vinto verrebbe da riflettere sull’oro mancato».
Ci sarà modo per rifarsi, però a conti fatti quel metallo è comunque la perla più preziosa riposta finora in bacheca: « Le Olimpiadi sono la rassegna più importante per uno schermidore, pertanto l’emozione col team è stata comunque più speciale rispetto al titolo europeo da solo». In Georgia Bianchi vivrà la prima rassegna iridata individuale, dopo che nel 2022 fu oro a squadre al Cairo. Tra Guillaume ( « Il nome francese è in onore di mia mamma, nativa del Sud della Francia, dove ho trascorso tutte le estati da bambino. Ho la doppia cittadinanza, ma non ho mai pensato di gareggiare per loro») e la scherma è stato amore a prima vista. « Mi hanno portato nella palestra di Frascati quando avevo sei anni e non conoscevo nulla di questo sport. Quando ho preso in mano il fioretto non avrei mai immaginato che sarebbe diventato uno strumento di lavoro». Il professionista Bianchi (« Da quando a 19 anni sono entrato nel corpo militare la scherma si è trasformata da hobby in professione») ripensa alla sua infanzia come il primo mattoncino attaccato in un muro diventato nel frattempo alto e largo. «Devo tutto al maestro Stefano Simoncelli, argento olimpico a Montreal 1976, uno che ha contribuito a fare di Frascati una terra di campioni. Da lui ho imparato la dedizione al lavoro e l’attenzione metodica ai piccoli dettagli».
Un’adolescenza scandita da medaglie internazionali nelle categorie giovanili, poi dopo la maturità scientifica il cambio di allenatore, con l’approdo alla corte di Marco Ramacci. « Da quel momento ho fatto il pendolare tra Frascati e Pisa, ma il lungo viaggio in treno si è trasformato in opportunità. Ho speso infatti le quasi quattro ore di spostamento per studiare e così facendo mi sono laureato in Economia Aziendale alla Sapienza». A quel punto la scelta è stata di mettere la scherma al primo posto e la crescita è stata esponenziale. « In Italia la concorrenza è pazzesca, soprattutto nel fioretto. La cosa più difficile è entrare in Nazionale, poi quando sei nel giro se ti mantieni al top non esci dai ranghi. Noi quattro siamo un gruppo rodato, colleghi ma nello stesso tempo avversari». Gli esponenti della scuola tradizionale, messa alla prova dalle nazioni emergenti. « Anche il nostro sport è diventato globale, tanti paesi si sono affacciati sull’agone e confermarsi è complicato».
I nuovi protagonisti hanno trasformato l’approccio alla disciplina: « Negli ultimi anni la preparazione atletica e la tattica hanno quasi soppiantato la tecnica. Il fioretto è diventato molto più fisico e anche le analisi video assumono un peso via via maggiore per perfezionare l’assalto». La sua settimana-tipo prevede quattro sedute in pedana con lo sparringpartner, tre sessioni in palestra, due lezioni personali col maestro Ramacci, mentre gli appuntamenti col mental coach (« Per fortuna on line, altrimenti mi sarebbe toccato andare a Torino») non sono più fissi, ma a seconda delle esigenze. « Mi muovo sempre tra Frascati e Pisa, ma adesso piano piano voglio ritagliarmi tempo libero per la famiglia. Mia moglie Valentina è in dolce attesa e a novembre diventerò padre di un bambino. Lo chiameremo Enea, perché desideravamo un nome romano, semplice e corto. Volevo tanto compiere questo passo e adesso che il conto alla rovescia è scattato non vedo l’ora che il bebè venga alla luce». Intanto dopo l’Italia e l’Europa il prode Guillaume va in caccia del mondo. In guardia, pronti, via.

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