Alice D'Amato, l'oro e i dubbi sul ritiro. «Ripartire non è mai facile»

D'Amato ha vinto l'oro a Parigi 2024 nella ginnastica. Ora racconta lo stress seguito alla vittoria, la scelta di ricominciare e il rapporto con la gemella Asia. «Mia sorella è stata fondamentale»
August 3, 2025
Alice D'Amato, l'oro e i dubbi sul ritiro. «Ripartire non è mai facile»
Fotogramma | Alice D’Amato, medaglia d’oro nella trave a Parigi 2024
Quando raggiungi il massimo traguardo della carriera entrando in una nuova dimensione, ricominciare daccapo per inseguire un nuovo traguardo non è facile. In questo 2025 di transizione Alice D’Amato ha sperimentato cosa significhi essere campionessa olimpica e cosa si debba fare per superare lo stress post vittoria. « Il mio tecnico Enrico Casella mi aveva detto che sarebbe accaduto. Ci può stare, adesso per recuperare quanto perso rimarrò in palestra e continuerò ad allenarmi insieme alla mia sorella gemella Asia». Parola di una ventiduenne genovese, perfezionista di natura e mai doma fin quando tutto fila liscia. Non era una travista, ma lo è divenuta con il duro lavoro. E in appena due stagioni sull’asse di equilibrio è passata da neofita a campionessa olimpica. Si è applicata tanto per migliorare gli elementi tecnici ed è sbucata dal cilindro nel giorno giusto. Le avversarie cadevano, lei è rimasta in piedi e si è rivestita d’oro alla trave in un’Olimpiade da favola, in cui si è messa al collo anche l’argento nella prova a squadre. Una ginnasta completa che si racconta a bassa voce durante la pausa pranzo nell’Accademia Nazionale di Brescia, la seconda casa per l’atleta delle Fiamme Oro.
Qual è la cosa più bella che le è capitata dopo i Giochi?
«Di cose belle ne sono successe parecchie, il problema è che non le ho gestite bene. È stato tutto talmente inaspettato che sono stata catapultata nell’altro mondo, una realtà bellissima, ma che non sono riuscita a godermi. I personaggi della moda e dello spettacolo che ho incontrato mi hanno colpito tanto. Se potessi tornare indietro penserei più al presente e meno al futuro. Mi sarei potuta divertire di più».
Si aspettava tutte queste attenzioni?
«Assolutamente no, ma a dire il vero neanche l’oro alla trave mi aspettavo».
Quante volte ha rivisto la gara? «Non le conto. Ogni volta mi sembra di essere ancora lì e di rivivere le medesime emozioni. L’argento a squadre era una cosa che cercavamo da anni. Eravamo sempre lì e non ci arrivavamo per poco, quindi sapevamo di valere il podio. Alle finali di specialità volevo solo godermi il momento senza nulla da perdere. È in questo modo che ho estratto la perla più bella della carriera».
La vita da campionessa olimpica è diversa dalla precedente?
«Subito dopo i Giochi è cambiata tanto. Ho fatto tutto tranne che la ginnasta. Dopo un po’ di mesi si sono calmate le acque e sono tornata ad allenarmi e adesso piano piano sto riprendendo i ritmi di vita del passato».
È stato complicato rimettersi in marcia?
«Lo è ancora tutt’oggi. Ho trascorso un anno difficile tra problemi fisici e il normale stress post olimpico. Ho fatto molta più fatica rispetto al dopo Tokyo e sono ancora qui a cercare di ripartire».
Come sta gestendo questa fase delicata?
«Per fortuna sono circondata da tante persone che mi aiutano, perché da sola non ce l’avrei fatta. Semplicemente mi sono fermata un attimo e mi sono chiesta quali fossero i miei reali obiettivi. Un oro e un argento olimpico ce li ho, potrei dire anche basta, ma in realtà dentro di me non mi accontento».
Hai mai pensato al ritiro?
«Sì, c’è stato un momento in cui mi sono chiesta se ne valesse ancora la pena. La riflessione è durata molto, ma alla fine ho compreso che non potevo arrendermi. Il top l’ho già raggiunto perché nel nostro sport più di un titolo olimpico non c’è niente, ma ho capito che c’è altro da fare e se non dovesse ricapitare la gioia dell’oro sarò comunque felice di aver dato il massimo».
Gareggerà ancora in questa stagione?
«Dopo gli Europei dello scorso maggio, ci saranno in autunno prima gli Assoluti a settembre e poi i Mondiali a ottobre. Il 2025 è un anno di passaggio, dal prossimo il target si sposterà sulla qualificazione per Los Angeles».
Quanto è stata importante la presenza di sua sorella?
«È stata fondamentale. Sotto tanti punti di vista siamo diverse, perciò ci completiamo. Viviamo insieme in appartamento e nei week-end senza gare torniamo a Genova. Abbiamo lasciato la famiglia che avevamo 10 anni, quindi abbiamo vissuto più a Brescia che a casa».
Cosa le piacerebbe fare quando smetterà con la ginnastica?
«Vorrei creare una famiglia, sarebbe il sogno più grande».

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