Riparare una barca per riparare tante vite: è “Lisca bianca”

Partendo dal libro su una coppia di velisti, una potente storia di avventura e rinascita attraverso il mare e un vecchio legno recuperato da detenuti e ospiti di una comunità
August 6, 2025
Riparare una barca per riparare tante vite: è “Lisca bianca”
- | Un'immagine di "Lisca Bianca"
Walt Disney diceva: «Se puoi sognarlo, puoi farlo». L’esortazione sembra essere stata cucita su misura su Lisca Bianca, una barca a vela in legno che, da circa quarant’anni, “cambia la vita delle persone”. A raccontarne la storia è un documentario prodotto da Ginko Film e diretto da Giuseppe Galante e Giorgia Sciabbica che porta il nome della barca e che sta girando l’Italia con una serie di proiezioni evento.
L’avventura di Lisca Bianca prende il via nel 1984 quando i coniugi siciliani Sergio e Licia Albeggiani (ingegnere lui, insegnante lei, entrambi in pensione) decidono di realizzare il sogno della loro vita: compiere il giro del mondo a bordo del due alberi che si erano fatti costruire alcuni anni prima da un maestro d’ascia. Il 23 settembre 1984 i due salpano da Porticello, in provincia di Palermo, per un viaggio di trentamila miglia che fa tappa nei mari più belli del mondo: «Con Sergio ci conoscevamo da quando avevamo 14 anni, siamo cresciuti insieme – ricorda Licia in un’intervista di repertorio -. La barca era la nostra casa, il focolare su cui passavamo giornate intere».
Albeggiani, aggiunge la donna, definiva “isole lontane” i sogni che ciascuno di noi ha dentro di sé e sosteneva che bisognava fare in modo di arrivare almeno a qualcuna di queste isole: «Sergio ci dice che esistono una vita più umana, dei valori, non necessariamente navigando per mare ma cercando le isole lontane che sono dentro di noi». L’ex ingegnere è morto il 5 agosto 1989 alle Canarie, mentre era sulla sua barca; Licia ha continuato a vivere lì per un po’ poi ha deciso di tornare a terra e “Lisca Bianca” è finita in un cantiere di Palermo.
Ed è lì che nel 2013, poco prima di essere demolita, viene notata dal sociologo Elio Lo Cascio e dal suo amico progettista Francesco Belvisi, entrambi appassionati di vela nonché lettori del libro di Albeggiani Le isole lontane: «Mi occupo da una ventina di anni di progetti di inclusione socio-lavorativa, rivolti soprattutto a ragazzi del circuito penale e, in generale, all’area della fragilità sociale – spiega Lo Cascio, oggi presidente dell’Associazione Lisca Bianca -. Il libro Le isole lontane, tratto dal diario di bordo di Sergio Albeggiani, aveva avuto per noi un valore simbolico importante. Così abbiamo pensato che la barca avrebbe potuto diventare un laboratorio di inclusione sociale». Tra l’altro, aggiunge Lo Cascio, «la stessa Licia Albeggiani [scomparsa nel 2023, ndr] ha assolutamente voluto che la barca non morisse perché era il sogno del suo amore con Sergio ed era felice che fosse adoperata con delle attività per ragazzi che non hanno avuto opportunità».
Restaurata insieme ai ragazzi dell’’Istituto Penale Minorile di Palermo “Malaspina”, agli ospiti della comunità di recupero per tossicodipendenti Sant’Onofrio di Trabia, ai minori stranieri non accompagnati e a persone con infortuni sul lavoro segnalate dall’Inail, Lisca Bianca oggi « naviga nell’inclusione, promuovendo progetti di vela solidale, che in questi anni hanno accolto più di 300 giovani e adulti, e di turismo sostenibile con il coinvolgimento di oltre mille persone. E siamo felicissimi che il documentario racconti questa storia che ricorda a tutti che siamo nati liberi di inseguire i nostri sogni e di non mollare di fronte alle prime difficoltà. Liberi di sbagliare ma anche di riparare e continuare a navigare ». E navigare, com’è noto, è anche un modo per imparare a stare insieme e riscoprire valori importanti come la solidarietà e il senso di responsabilità verso gli altri. « Lisca Bianca rappresenta un viaggio, non verso una destinazione finale ma verso un’evoluzione continua – osservano i registi Galante e Sciabbica -. Per questo il nostro film racconta non solo il restauro fisico di una barca ma anche il cammino di coloro che, salendo a bordo, trovano una seconda possibilità.
Ogni personaggio, dai giovani che lavorano alla sua ristrutturazione, agli skipper Marco e Andrea e agli esperti che ne parlano, riflette su come Lisca Bianca abbia contribuito al suo cambiamento». E la vera protagonista del documentario è proprio lei, «l’imbarcazione, un pezzo di legno animato da uno spirito capace di catturare il cuore di chi ne entra in contatto. Non sappiamo alla fine dell’esperienza quale sarà la meta raggiunta dai protagonisti, ma siamo sicuri che durante il loro percorso verranno alla luce i segni della trasformazione che ogni viaggio porta con sé».

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